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Autore Un esempio di cosa vuol dire vivere in democrazia
Quilty

Reg.: 10 Ott 2001
Messaggi: 7637
Da: milano (MI)
Inviato: 28-03-2005 19:37  


A.Noi siamo in democrazia, il che significa che deleghiamo le nostre volontà a dei rappresentanti seduti in Parlamento.

B: Che razza di roba è mai la Direttiva Bolkestein?

A: Non lo so, non ne ho mai sentito parlare.


********


E' un ottimo esempio di democrazia, quando le decisioni politiche più importanti che riguardano il futuro dei cittadini vengono prese quasi clandestinamente senza che ci sia un minimo dibattito pubblico.

Il 19 marzo 2005 un gruppo piuttosto numeroso di ficcanaso (decine di migliaia) protestava a Bruxelles contro la Direttiva.
Ma questa gente come si permette di intromettersi in affari che non la riguardano? Non è così che dovrebbe funzionare una democrazia!

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madpierrot

Reg.: 08 Mag 2004
Messaggi: 851
Da: Pista Uno (es)
Inviato: 28-03-2005 20:32  
BOLKENSTEIN o FRANKESTEIN?
DALL' UE UNA DIRETTIVA CONTRO LO STATO SOCIALE E I DIRITTI DEL LAVORO


Si chiama Bolkenstein - dal nome del Commissario Europeo per la Concorrenza
e il Mercato Interno dell' uscente commissione Prodi - la Direttiva con
cui l'UE si appresta a dare il colpo di grazia a quel che resta del "modello
sociale europeo", già agonizzante dopo le privatizzazioni che si sono succedute
e la continua messa in discussione dei diritti sociali e del lavoro.

La proposta di Direttiva - approvata all'unanimità della Commissione Europea
nello scorso 13 gennaio - è entrata in dirittura d'arrivo : il prossimo
11 novembre si terrà l'udienza al Parlamento Europeo della Commissione per
la Concorrenza e il Mercato Interno; a fine novembre sarà sottoposta al
vaglio del Consiglio dei Ministri Europei; da lì inizierà l'iter procedurale
per giungere, probabilmente a marzo 2005, al voto finale del Parlamento
Europeo.

La Direttiva Bolkenstein -elaborata dopo la consultazione di ben 10.000
aziende europee e nessun sindacato e/o organizzazione della società civile-
è uno degli obiettivi di mobilitazione contenuti nell'appello dei movimenti
sociali uscito dal Forum Sociale Europeo di Londra, in cui si è proposto
il lancio di una campagna continentale per il ritiro completo e immediato
della stessa.

Proviamo a capire perchè.

Come il Gats

Pomposamente annunciata come un provvedimento teso a "diminuire la burocrazia
e ridurre i vincoli alla competitività nei servizi per il mercato interno",
la Direttiva Bolkenstein (IP/04/37) si prefigge di imporre ai 25 Stati membri
dell'Unione le regole della concorrenza commerciale, senza alcun limite,
in tutte le attività di servizio"; dove, per servizio si intende (art. 4)
"ogni attività economica che si occupa della fornitura di una prestazione
oggetto di contropartita economica". E' evidente la similitudine con i principi
e le procedure già stabilite in sede di Organizzazione Mondiale del Commercio
(WTO) con l' Accordo generale sul Commercio dei Servizi (Gats). Similitudine
che è esplicitata direttamente a pag. 16, laddove si dice come " i negoziati
Gats sottolineano la necessità per l'UE di stabilire rapidamente un vero
mercato interno dei servizi per assicurare la competitività delle imprese
europee e rafforzare la sua posizione negoziale". Ed ecco svelato l'arcano:
l'Europa deve privatizzare i servizi sul mercato interno per poter pretendere,
da una posizione di forza all'interno dei negoziati Gats, la privatizzazione
dei servizi nel resto del mondo. Ovvero, siamo all'Europa che, lungi dal
proteggere le popolazioni dalla globalizzazione neoliberista, si candida
ad assumerne la guida.

Peggio del Gats

Ma la Direttiva Bolkenstein va ancora oltre. Innanzitutto perchè - al contrario
del Gats - non prevede alcuna possibilità di restrizioni nazionali all'accordo.
Configurandosi come una direttiva "orizzontale" e non nominando alcun settore
in particolare, si applica dovunque sia possibile l'apertura di un mercato,
intendendo l'esistenza di un mercato "ogni settore di attività economica
in cui un servizio può essere fornito da un privato". In secondo luogo perchè
gli ostacoli "burocratici" alla competitività, che si prefigge di eliminare,
sono in larga parte le disposizioni prese dai poteri pubblici per la migliore
prestazione del servizio in termini di garanzie sociali ed ambientali, di
tutela dell'accesso universale, di trasparenza delle procedure, di qualità
del servizio, di diritti del lavoro, di contenimento delle tariffe.

In pratica, si rimette radicalmente in discussione il potere discrezionale
delle autorità locali; poco importa che queste ultime siano elette e controllate
democraticamente dai cittadini, a differenza dei membri della Commissione
Europea!

Il principio del paese d'origine

Ma il cuore della Direttiva Bolkenstein - e la sua eccezionale gravità -
risiede nell'art. 16 relativo al principio del paese d'origine. Con questo
principio, l' UE rinuncia definitivamente alla pratica dell'armonizzazione"
fra le normative dei singoli Stati, pratica che era finora assurta ad elemento
quasi fondativo dell'Unione stessa.

Secondo il nuovo principio, un fornitore di servizi è sottoposto esclusivamente
alla legge del paese in cui ha sede l'impresa, e non a quella del paese
dove fornisce il servizio.

Per dirla in parole semplici quanto apparentemente
incredibili : un' impresa polacca che distacchi lavoratori polacchi in Francia
o in Belgio, non dovrà più chiedere l'autorizzazione alle autorità francesi
o belghe se ha già ottenuto l'autorizzazione delle autorità polacche, e
a quei lavoratori si applicherà solo la legislazione polacca.

E' evidente, in questo principio, la novità introdotta dall'allargamento
dell'UE agli ex-paesi dell'Est: poiché entrano nell' UE paesi le cui
legislazioni
fiscali, sociali e ambientali in questi quindici anni di "transizione" sono
divenute quelle proprie dello "Stato minimo", si abbandona l'armonizzazione
e si prepara un processo di vero e proprio dumping sociale. Siamo di fronte
ad un incitamento legale a spostare le imprese verso i Paesi a più debole
protezione sociale e del lavoro, e, una volta approvata definitivamente
la Direttiva, a pressioni fortissime sui Paesi i cui standard sociali e
di lavoro sono storicamente molto più avanzati.

Colpo di grazia allo stato sociale e ai diritti del lavoro

Senza volersi addentrare in ulteriori, ma significativi, dettagli - come,
ad esempio, il fatto che il controllo sulle condizioni di lavoro dei lavoratori
distaccati in un altro paese è affidata agli ispettori del paese d'origine!
- appaiono chiarissimi i segni che la Direttiva Bolkestein è destinata a
lasciare:
a) apertura alla concorrenza e alla privatizzazione di quasi tutte le attività
di servizio, dalle attività logistiche di qualunque impresa produttiva ai
servizi pubblici come istruzione e sanità;
b) deregolamentazione totale dell'erogazione dei servizi con drastica
riduzione,
se non annullamento, delle possibilità d'intervento degli enti locali e
delle organizzazioni sindacali;
c) destrutturazione e smantellamento del mercato del lavoro attraverso
la precarizzazione e il dumping sociale all'interno dell' Unione Europea


Necessaria una mobilitazione di massa

Se questo è il quadro, stupisce come la risposta da parte di partiti, sindacati
e movimenti abbia tardato ad arrivare. A partire dall'informazione, ancor
oggi patrimonio di poche e volenterose organizzazioni, ma priva della diffusione
di massa che una Direttiva così grave meriterebbe.

Al Forum Sociale Europeo di Londra, la rete europea di Attac ha costruito
due seminari ed un workshop che hanno visto la partecipazione di componenti
importanti dei sindacati e dei movimenti : dalle marce europee alla Federazione
Europea dei Trasporti, dall'insieme dei sindacati nordici (svedesi e belgi
in prima fila) al Sud-PTT francese, da Oxfam Solidarity alla Cgil - Funzione
Pubblica. Ma tutto ciò continua ad essere largamente insufficiente rispetto
alla portata dell'attacco ai diritti, prevista dalla direttiva Bolkenstein.
Senza una forte mobilitazione dei sindacati nazionali ed europei, dei movimenti
sociali continentali, delle forze politiche nei Parlamenti nazionali ed
Europeo, la partita del modello sociale europeo rischia di essere
definitivamente
persa. Per questo e da subito, occorre che nei luoghi di lavoro, nei territori
e nelle sedi istituzionali si costruiscano percorsi di sensibilizzazione
e di mobilitazione che, a partire dalla prossima scadenza dell' 11 novembre
al Parlamento Europeo, giungano nel marzo 2005 a Bruxelles con una grandissima
manifestazione per l'Europa sociale e per il ritiro "senza se e senza ma"
della famigerata Direttiva Bolkenstein. Un'altra Europa è possibile, ma
a condizione che ciascuno si assuma la sua parte nel difficile compito di
costruirla.
_________________
"La via da percorrere non è facile né sicura, ma deve essere percorsa e lo sarà"

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Quilty

Reg.: 10 Ott 2001
Messaggi: 7637
Da: milano (MI)
Inviato: 28-03-2005 20:33  
Naturalmente è un perfetto esempio di conferma di quanto scritto nel thread "Le Favole del Capitalismo".

http://forumfilmup.leonardo.it/forum/viewtopic.php?topic=40034&forum=21&start=last

[ Questo messaggio è stato modificato da: Quilty il 28-03-2005 alle 20:38 ]

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madpierrot

Reg.: 08 Mag 2004
Messaggi: 851
Da: Pista Uno (es)
Inviato: 28-03-2005 20:37  
Hai perfettamente ragione: un tema così importante non dovrebbe per nessuna ragione essere trascurato e ignorato. A prescindere da come una la pensa...
_________________
"La via da percorrere non è facile né sicura, ma deve essere percorsa e lo sarà"

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Quilty

Reg.: 10 Ott 2001
Messaggi: 7637
Da: milano (MI)
Inviato: 29-03-2005 16:26  
E' volutamente ignorato, non c'è alcun dibattito pubblico. La gente deve rimanere incollata davanti alla tv e seguire le notizie del regime. Se ci sono questioni come la privatizzazione dei servizi, non ci sarebbe nemmeno da discutere. Se ti chiedono: vuoi da domani pagare quello che fino a ieri avevi gratis? - dove trovano il consenso questi nostri rappresentanti di questa pseudo democrazia per promulgare queste leggi?

Il risultato è, come al solito, una massiccia campagna di autocensura.
Il Manifesto ne ha parlato,riportando diversi articoli, sugli altri giornali non ho trovato ancora nulla. Qualcuno vuole smentirmi?

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Julian

Reg.: 27 Gen 2003
Messaggi: 6177
Da: Erbusco (BS)
Inviato: 29-03-2005 16:34  
Mi piacerebbe ma non posso.Cmq non mi stupisce affatto tutto ciò.L'Ue Europea,checchè ne dicano,è nata in seguito al fallimento del tentativo tedesco di unificare l'Europa durante la seconda guerra mondiale.L'Ue nasce dopo il fallimento delle due guerre della Germania.
Non voglio offtopizzarmi,ma solo ribadire il fatto che è un'istituzione finalizzata unicamente a consentire agli stati europei di mantenersi sui livelli concorrenziali di Usa e Cina.La democrazia,la libertà etc..son tutte frottole che ci rifilano ma che al momento giusto si ritorceranno contro di noi. Questa direttiva è uno di quei momenti giusti .
_________________
Se nulla capivo, qui tu finalmente
nulla lasciavi germogliare sulla brulla,
paradossale, tra noi terra infondata,
dove sono i leoni, ammattiti e marroni
lasciando immaginare
la sposa occidentale.

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Hamish

Reg.: 21 Mag 2004
Messaggi: 8354
Da: Marigliano (NA)
Inviato: 29-03-2005 18:13  
quote:
In data 2005-03-29 16:26, Quilty scrive:
E' volutamente ignorato, non c'è alcun dibattito pubblico. La gente deve rimanere incollata davanti alla tv e seguire le notizie del regime. Se ci sono questioni come la privatizzazione dei servizi, non ci sarebbe nemmeno da discutere. Se ti chiedono: vuoi da domani pagare quello che fino a ieri avevi gratis? - dove trovano il consenso questi nostri rappresentanti di questa pseudo democrazia per promulgare queste leggi?

Il risultato è, come al solito, una massiccia campagna di autocensura.
Il Manifesto ne ha parlato,riportando diversi articoli, sugli altri giornali non ho trovato ancora nulla. Qualcuno vuole smentirmi?

Io ho trovato solo questo e qualche accenno su "Il foglio",ma niente di più.Ovviamente non lo dico per smentirti ma solo per puntualizzare.Personalmete ammetto la mia ignoranza,sinceramente non la conoscevo nè ne avevo mai sentito parlare...Di che si tratta (detto in poche parole)?E quali sono le critiche principali che le vengono mosse?

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honecker

Reg.: 31 Gen 2005
Messaggi: 626
Da: Pankow (es)
Inviato: 29-03-2005 20:42  
quote:
In data 2005-03-29 16:34, Julian scrive:
Mi piacerebbe ma non posso.Cmq non mi stupisce affatto tutto ciò.L'Ue Europea,checchè ne dicano,è nata in seguito al fallimento del tentativo tedesco di unificare l'Europa durante la seconda guerra mondiale.L'Ue nasce dopo il fallimento delle due guerre della Germania.
Non voglio offtopizzarmi,ma solo ribadire il fatto che è un'istituzione finalizzata unicamente a consentire agli stati europei di mantenersi sui livelli concorrenziali di Usa e Cina.La democrazia,la libertà etc..son tutte frottole che ci rifilano ma che al momento giusto si ritorceranno contro di noi. Questa direttiva è uno di quei momenti giusti .



Sono d'accordo.

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Buttercup

Reg.: 08 Gen 2005
Messaggi: 5694
Da: Nova (MI)
Inviato: 29-03-2005 23:03  
Cose da pazzi...E'un suicidio. E' l'industria, le fabbriche, chiamatele come cacchio volete, ma è quello il traino, la locomotiva dell'economia italiana, degli altri paesi non so (e che fornisce sul serio i posti di lavoro, non quelli che si attribuisce il Cavaliere).
Ora via tutte verso paesi dove c'è più convenienza...
_________________
Non esistono gatti, solo interpretazioni.



[ Questo messaggio è stato modificato da: Buttercup il 29-03-2005 alle 23:11 ]

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Quilty

Reg.: 10 Ott 2001
Messaggi: 7637
Da: milano (MI)
Inviato: 30-03-2005 12:20  
quote:
In data 2005-03-29 18:13, Hamish scrive:
Io ho trovato solo questo e qualche accenno su "Il foglio",ma niente di più.Ovviamente non lo dico per smentirti ma solo per puntualizzare.Personalmete ammetto la mia ignoranza,sinceramente non la conoscevo nè ne avevo mai sentito parlare...Di che si tratta (detto in poche parole)?E quali sono le critiche principali che le vengono mosse?



Non c'è niente di male nell'ignorare questa direttiva, io l'ho imparato qualche settimana fa.
Avevo dimenticato di agiungere che i giornali economici (il sole 24 ore) sono costretti a parlarne poichè devono definire un quadro della realtà abbastanza verosimile trattando appunto di questioni di pura economia.

La direttiva in due parole consiste nel far pagare ai cittadini quello che prima avevano gratis, la sanità , l'istruzione di base eccetera,privatizzando i servizi pubblici, e nel permettere alle corporations di poter chiudere baracca nel proprio paese per spostarsi in altri paesi europei dove i salari sono più bassi e la manodopera più facile da sfruttare. I paesi dell 'est per esempio, la Lituania, e via dicendo.

Le questioni che riguardano la vita dei cittadini quando toccano la sfera economica, gli interessi di coloro che raccontano la buona novella sui loro giornali, automaticamente spariscono.

Il termine esatto del nostro sistema non è democrazia, ma oligarchia. La democrazia ce la dobbiamo ancora conquistare. Purtroppo le analisi di Noam Chomsky dipingono un quadro molto realistico della situazione , facilmente riscontrabile da chiunque; dico purtoppo perchè il ritratto che dipinge è molto sconfortante.

Una democrazia, per citare qualcosa, in assenza di un'informazione diffusa o degli strumenti per procurarsela, non può che essere la premessa di una farsa o di una tragedia; o forse dell'una e dell'altra cosa.

Quando si entra nel campo economico, la popolazione subisce una totale esclusione dal dibattito ,secondo la teoria democratica vigente per cui su questi campo ,che determina in larga parte la sorte della società, la gente non deve avere alcun ruolo.

Tutto deve essere discusso e deciso in un limitatissimo spazio comprendente i vertici della classe dirigente, ovvero l' 1% della popolazione.

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Quilty

Reg.: 10 Ott 2001
Messaggi: 7637
Da: milano (MI)
Inviato: 01-04-2005 15:09  
Naturalmente il sito sulla Direttiva , nel caso qualche ficcanaso volesse firmare la petizione e far sentire la propria voce.

www.stopbolkestein.it

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