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Autore Social Forum a Porto Alegre: per "La Repubblica" non esiste.
Quilty

Reg.: 10 Ott 2001
Messaggi: 7637
Da: milano (MI)
Inviato: 29-01-2005 14:29  

In questi giorni si radunano a Porto Alegre oltre centomila persone per discutere dei problemi del pianeta.
La Repubblica non ha ancora dedicato una sola riga a questa importantissima manifestazione.
Al contrario trova lo spazio per pubblicare articoli sul contro-social forum di Davos(quello dei ricchi),che, con anni di ritardo , utilizza (o pare voler cominciare a farlo) i temi che sono sempre stati dibattuti su come affrontare la povertà ,la tutela dell'ambiente eccetera.

Ancora una volta un chiaro e lampante esempio della propaganda dei media in favore solo ed esclusivamente dei grandi interessi economici.

Per la Repubblica il social forum di Porto Alegre non esiste.
Se un cittadino vuole conoscere questi fondamentali temi, li deve cercare sul Manifesto.
Sarebbe interessante sapere quali altri giornali (purtroppo non posso comprarli tutti) dedicano in questo fine settimana lo spazio ai temi che centomila persone propongono per i problemi del pianeta.
Queste persone e le loro questioni, per La Repubblica, non esistono.


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ginestra


Reg.: 02 Mag 2003
Messaggi: 8862
Da: San Nicola la Strada (CE)
Inviato: 29-01-2005 15:03  
Se è per questo, non ha dedicato granché nemmeno alla notizia dell'indagine che si vuole mettetere in moto contro La Boccassini e Colombo!
_________________
E tu, lenta ginestra,che di selve odorate queste campagne dispogliate adorni, anche tu presto alla crudel possanza soccomberai del sotterraneo foco, che ritornando al loco già noto, stenderà l'avaro lembo su tue molli foreste.......

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Quilty

Reg.: 10 Ott 2001
Messaggi: 7637
Da: milano (MI)
Inviato: 29-01-2005 17:00  
La Repubblica.
Venerdi 28

Pagina 8- Forum di Davos. Spazio alle dichiarazioni di Clinton,Bono, Tony Blair e Bill Gates.
In evidenza i temi del forum (aids malaria debito).
E un editoriale ridicolo dove peraltro viene ammesso che questi temi che questi signori propongono sono il successo del movimento no global che da anni focalizza l'attenzione dell'opinione pubblica su queste questioni.

Spazio dedicato al Forum di Porto Alegre:due righe (due righe!) in fondo pagina in cui evidenziano solamente le contestazioni a Lula.

I temi che trattano queste persone per La Repubblica evidentemente non sono degni di essere considerati.
Valgono solo quando dopo anni di pressioni vengono ripresi da qualche potente per poter dimostrare la bontà di questi "carismatici leaders" e le loro battaglie per la libertà.
Anche se a Porto Alegre partecipano il presidente del Brasile e molte autorità di spicco,non sono temi degni di nota.

Sabato 29 gennaio.
Mezza pagina dedicata alla sfilata delle star a Davos (Sharon Stone).

Porto Alegre:zero.

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Quilty

Reg.: 10 Ott 2001
Messaggi: 7637
Da: milano (MI)
Inviato: 30-01-2005 20:49  
Oggi ancora nulla.

Prendiamo atto che il raduno mondiale di oltre centomila persone (tra cui i presidenti come quello del Brasile)per discutere del furuto del pianeta non interessa.


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Quilty

Reg.: 10 Ott 2001
Messaggi: 7637
Da: milano (MI)
Inviato: 31-01-2005 20:19  
Anche oggi nulla.

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Quilty

Reg.: 10 Ott 2001
Messaggi: 7637
Da: milano (MI)
Inviato: 31-01-2005 21:56  
BRAZIL 31/1/2005 19:31
PORTO ALEGRE: CALA IL SIPARIO SU UN FORUM PER I DIRITTI UMANI E LA PACE
Peace/Justice, Standard


“Non uccidere in nome di alcun Dio”, sottoscritta da una cinquantina di movimenti per la pace e per i diritti umani da tutto il mondo, è una delle 350 proposte compilate dai movimenti, associazioni e gruppi con cui si sta chiudendo il quinto Forum Sociale Mondiale. Spiccano, tra le altre, “Una carta mondiale del diritto alla cittadinanza”, una proposta per la “promozione di reti di economia solidale e popolare”, una “richiesta di intervento dell'Onu per una condanna del presidente Usa George Bush per crimini contro l'umanitá”, quelle formulate dalla Caritas Italiana per il raggiungimento degli obiettivi del Millennio dimezzando la povertá che attanaglia ancora troppi Paesi. Ma c'é perfino l'istanza per una “democratizzazione del calcio” avanzata dalla 'Football supporters' del Brasile…. “C'é stata grande attezione al tema dei diritti umani” è il commento del vietnamita Tran Dac Loi, responsabile della 'Peace and Justice foundation' di Hanoi. Il senegalese Bouba Diop, felice di far sapere che conosce bene la MISNA, aggiunge: “Da questo Forum emerge che l'Africa é il simbolo della disumanizzazione dell'uomo ma anche di una nuova umanitá”. L'anno prossimo il Forum Sociale si svolgerá in quattro regioni del mondo (le organizzazioni americane vorrebbero ospitarne una negli Stati Uniti) e nel 2007 in Africa. “Il nostro continente é considerata la culla dell'umanitá: l'Africa saprá cambiare il Forum e, in modo dialettico, essere trasformata da questo evento”. (continua)
[EB]


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Quilty

Reg.: 10 Ott 2001
Messaggi: 7637
Da: milano (MI)
Inviato: 31-01-2005 21:57  


Sul lungolago di Porto Alegre – teatro del Forum - c'é aria di smobilitazione festosa, smontano le bancarelle di artigianato locale e gli improvvisati venditori di
immancabili magliette commemorative. “Siamo soddisfatti per il grande 'puxirum', lo spazio di dialogo in cui si sono incontrati i leader indigeni dell'America Latina”
dice alla MISNA Juan Agustin Ferna del gruppo dei nativi 'Shipibo'
dell'Amazzonia peruviana. “Abbiamo discusso di temi che ben conosciamo:
territorialità, salute, proprietà intellettuale, biodiversità e ambiente”
aggiunge, avvolto nel tradizionale costume 'cushma', lungo fino ai piedi
scalzi. “Nei laboratori é stato ben identificato un nemico mortale dei Paesi poveri: il debito estero, maggiore causa della miseria nel pianeta” aggiunge il nigeriano Hass Sunmonu, segretario dell'Organizzazione per l'unitá dei sindacati africani. Ma c´é anche qualche chiaroscuro nel bilancio finale. Lo spiega alla MISNA il giornalista italo-argentino Roberto Savio, che insieme a José Saramago, Ignácio Ramonet, Adolfo Perez Esquivel, Eduardo Galeano e un'altra dozzina di esponenti del Comitato organizzatore del Forum, ha sottoscritto un manifesto in 12 punti. “Non abbiamo strutture organiche in grado di accogliere i contribuiti raccolti in questo grande spazio di dialogo e dibattito”. Il rischio é che le proposte finiscano soltanto sul sito del 'Social Forum' ma non arrivino oltre. Savio – fondatore nel 1964 della cooperativa giornalistica 'Inter press service’ (Ips), oggi conosciuta e apprezzata a livello mondiale – parla di una “spaccatura” tra la maggioranza dei 119 componenti del Comitato organizzatore e alcune forze radicali che lo compongono: “Siamo davanti a un bivio per risolvere al più presto ogni contrasto e definire una strategia
unitaria”. Intanto, nel centro della capitale gaucha dello Stato di Rio
Grande do Sul, sfila l'ultimo corteo, contro la proposta del trattato
commerciale 'Alca' che gli Usa vorrebbero imporre all'America Latina. Mentre non solo il sipario ma anche il sole ormai cala si questi giorni di grande vitalità del Sud del Mondo, Hector Dos Santos, volontario di Porto Alegre, riavvolge la grande 'bandiera delle bandiere' della galassia di soggetti che hanno dato vita a questa quinta edizione. Il lungo panno colorato –un 'patchwork' di oltre venti metri composto con vessilli e simboli in ogni lingua - rappresenta la memoria storica del Forum e ben dipinge, di tanti colori, il sogno che “un altro mondo é possibile”. (Emiliano Bos, da Porto Alegre)
[EB]



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Quilty

Reg.: 10 Ott 2001
Messaggi: 7637
Da: milano (MI)
Inviato: 03-02-2005 21:32  
IL DOCUMENTO
Dodici proposte per un altro mondo


Dopo il primo Forum Sociale mondiale tenutosi a Porto Alegre nel gennaio del 2001, il fenomeno dei Forum sociali si è esteso a tutti i continenti, fino a toccare livelli nazionali e locali. Ha fatto emergere uno spazio pubblico planetario della cittadinanza e delle lotte. Ha permesso di elaborare proposte di politiche alternative alla tirannia della mondializzazione neo liberista promossa dai mercati finanziari, e dalle multinazionali delle quali il potere imperiale degli Stati uniti è il braccio armato. Per la sua diversità e per la solidarietà tra i protagonisti e i movimenti sociali che lo compongono il movimento altermondialista è ormai una forza che ha peso a livello mondiale. Nella diffusione delle proposte venute dai Forum ve ne sono molte che sembrano raccogliere un grande consenso all'interno dei movimenti sociali. Tra queste noi firmatari del manifesto di Porto Alegre che si esprimono a titolo personale e non pretendono assolutamente di parlare a nome del Forum ne sono state identificate 12, che messe insieme danno senso e contributo di progetto per la costruzione di un altro mondo possibile se fossero applicate, permetterebbero ai cittadini di cominciare a riappropriarsi insieme del loro avvenire. Questo zoccolo minimo è sottoposto all'apprezzamento delle persone e dei movimenti sociali di tutti i paesi che, a tutti i livelli - mondiale, continentale, nazionale e locale - devono portare avanti le lotte necessarie perché quelle proposte si realizzino. Noi non ci facciamo alcuna illusione sulla volontà dei governi e delle istituzioni internazionali di mettere in atto spontaneamente queste proposte anche quando per opportunismo si appropriano del loro vocabolario.

A - Un altro mondo possibile deve rispettare il diritto alla vita di tutti gli esseri umani sulla base di nuove regole per l'economia. Bisogna dunque:

1 - Annullare il debito pubblico dei paesi del sud, che già è stato pagato parecchie volte e che costituisce per gli stati creditori, le imprese finanziarie e le istituzioni finanziarie internazionali il mezzo privilegiato di mettere la maggior parte dell'umanità sotto tutela e di mantenerli nello stato di miseria.2 - Mettere in atto tasse internazionali sulle speculazioni finanziarie (in particolare la Tobin tax), sugli investimenti diretti all'estero, sui profitti consolidati delle trasnazionali, sulle vendite di armi e sulle attività con forte emissioni di gas a effetto serra.

3 - Smantellare progressivamente tutte le forme di paradisi fiscali, bancari che sono i rifugi privilegiati della criminalità organizzata, della corruzione, dei traffici occulti della frode, dell'evasione fiscale, delle operazioni delittuose delle grandi impresi e dei governi.

4 - Sancire il diritto di ciascuno abitante del pianeta a un impiego, alla protezione sociale e alla pensione, nel rispetto dell'eguaglianza uomini donne. Dev'essere un imperativo delle politiche pubbliche sia nazionali che internazionali.

5 - Promuovere tutte le forme di commercio equo rifiutando le regole liberoscambiste del Wto mettendo in opera meccanismi che permettano, nei processi di produzione di beni e servizi di elevare progressivamente le regole di tutela sociale (come quelle fissate nelle convenzioni dell'Ilo) e ambientali. Escludere totalmente l'istruzione, la salute, i servizi sociali e la cultura dall'ambito di applicazione dell'accordo generale sul commercio dei servizi del Wto. La convenzione sulla diversità culturale attualmente in discussione all'Unesco deve fare esplicitamente prevalere il diritto alla cultura delle politiche pubbliche sul diritto del commercio.

6 - Garantire il diritto alla sovranità e alla sicurezza alimentare di ciascun paese o raggruppamento di paesi attraverso la promozione della cultura contadina. Tutto questo comporta la soppressione totale delle sovvenzioni all'esportazione di prodotti agricoli in primo luogo da parte di Usa e Ue e la possibilità di tassare l'importazioni al fine di impedire pratiche di dumping. Allo stesso modo ciascuno paese o raggruppamento di paesi deve poter decidere l'interdizione della produzione e dell'importazione di organismi geneticamente modificati destinati all'alimentazione.

7 - Proibire ogni forma di brevetto delle conoscenze e di organismi viventi (tanto umani quanto animali che vegetali) allo stesso modo che ogni privatizzazione di beni comuni dell'umanità, l'acqua in particolare.

B - Un altro mondo possibile deve promuovere la «vita in comune» nellapace e nella giustizia su scala planetaria. Bisogna dunque:

8 - Lottare in primo luogo attraverso le politiche pubbliche contro tutte le forme di discriminazione, sessismo, xenofobia e razzismo. Riconoscere pienamente i diritti politici culturali ed economici (compreso il controllo delle risorse naturali) alle popolazioni indigene.

9 - Attuare misure urgenti per mettere fine al saccheggio dell'ambiente e alla minaccia di forti cambiamenti climatici dovuti all'effetto serra e prodotti in primo luogo dalla proliferazione dei trasporti e dello spreco di energie non rinnovabili. Cominciare ad avviare un'altra modalità di sviluppo fondata sulla sobrietà energetica e sul controllo democratico delle risorse naturali in particolare dell'acqua potabile.

10 - Esigere lo smantellamento delle basi militari dei paesi che ne dispongono fuori dei loro confini e il ritiro di tutte le truppe straniere, salvo mandato espresso dell'Onu.

C- Un altro mondo possibile deve promuovere la democrazia dal locale al globale. Bisogna dunque:

11 - Garantire per legge il diritto all'informazione e il diritto di informare: mettendo fine alla concentrazione dei media in gruppi di grande dimensione. Garantire l'autonomia dei giornalisti in rapporto agli azionisti, favorire la stampa che non ha scopo di lucro soprattutto i media alternativi e comunitari. Il rispetto di questi diritti implica la messa in atto di contropoteri cittadini soprattutto nella forma di osservatori nazionali e internazionali dei media.

12 - Riformare e democratizzare profondamente le organizzazione internazionali facendo valere in esse il primato dei diritti umani economici sociali e culturali secondo la dichiarazione universale dei diritti dell'uomo. Questo primato implica l'incorporazione della Banca mondiale, del Fmi e dell'Omc nel sistema decisionale delle Nazioni unite. In caso di persistenza di violazioni internazionali da parte degli Stati uniti trasferimento della sede delle Nazioni unite da New York in un altro paese a preferenza del sud.

Jose Saramago, Eduardo Galeano, Ignacio Ramonet, Bernard Cassen, Walden Bello, Riccardo Petrella, Aminata Traorè, Boaventura Souza Santos, Francois Houtart, Roberto Savio, Samuel Ruiz, Emir Sader, Tariq Ali, Frei Betto

Il Manifesto 30 gen 2005

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