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Autore il ritorno di Ferruccio de Bortoli
pietro2004


Reg.: 28 Mag 2004
Messaggi: 1909
Da: Roma (RM)
Inviato: 20-01-2005 12:23  
Insediatosi nuovamente alla testa di un importante giornale nazionale, Ferruccio de Bortoli è un giornalista che si è fatto troppi nemici non schierandosi apertamente con il presidente del consiglio di turno (vedi D'Alema prima e Berlusconi poi).
Ma è stato fortemente voluto da Montezemolo, nonostante le forti pressioni di Berlusconi.
vedi qui
Voi che ne pensate?

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Tenenbaum

Reg.: 29 Dic 2003
Messaggi: 10848
Da: cagliari (CA)
Inviato: 20-01-2005 12:34  
Quale sarà la posizione del Corriere nel giorno in cui, speriamo di no, scoppierà la guerra? Nei conflitti precedenti ci esprimemmo a favore del ripristino della legalità internazionale violata con l’invasione del Kuwait (’91); condividemmo l’intervento in Kosovo nel 1999; appoggiammo la guerra in Afghanistan ai talebani complici dei terroristi di Al Qaeda nel 2001. L’uso della forza, legittimato dall’Onu, è innegabile che sia stato un bene per l’umanità. I pacifisti di allora dovrebbero chiederne conferma ai cittadini kuwaitiani, alle donne afghane, alle minoranze etniche dei Balcani. Nessuno può dire che si stava meglio quando si stava peggio, per esempio con il macellaio Milosevic o con i tagliagole di Kabul. Oggi è diverso. Il 12 settembre del 2001 scrissi un editoriale dal titolo «Siamo tutti americani». Lo siamo ancora, anche perché la trincea è comune. Ma esserlo non significa rinunciare a critiche e dubbi. L’amicizia è fatta di lealtà, non di passiva fedeltà. L’Europa deve trovare la forza (intellettuale), oltre che l’unità politica, di rinsaldare il proprio legame con gli Stati Uniti. Anche nella diversità delle idee. L’appiattimento delle opinioni e l’irritazione per i dubbi di coscienza non rendono più efficace la lotta al terrorismo. Tutt’altro. Gli americani sono in guerra (e noi europei spesso ce lo dimentichiamo), si sentono seriamente minacciati dal terrorismo, sono stati attaccati per la prima volta nel loro territorio, hanno avuto tremila caduti. Ma spiace leggere troppi autorevoli e sprezzanti giudizi sull’indecisa Europa. L’antieuropeismo cresce al pari purtroppo di quell’antiamericanismo strisciante che abbiamo sempre condannato: questo sì frutto della vecchia Europa smemorata e irriconoscente. L’Atlantico è più largo.
Il nostro no a questa guerra è certo anche spontanea espressione di quegli interrogativi che dilaniano le coscienze di ogni cittadino. Nessun italiano, crediamo e speriamo, ama la guerra o ne intravvede un calcolo di convenienza. Siamo per la pace ma non pacifisti a senso unico (né con Bush né con Saddam) o di maniera (che tristezza leggere che La Civiltà Cattolica mette sullo stesso piano le violazioni delle risoluzioni Onu di Iraq e di Israele). Ma il nostro è anche un no razionale, per quanto possibile. E non perché le prove contro Bagdad non siano ancora convincenti. Forse non servono nemmeno. Qualcuno ha dubbi sulla minaccia costituita da un regime che ha già impiegato armi chimiche e gasato oppositori e curdi? No. La realtà è che la guerra preventiva è il prodotto, pur comprensibile ma pericoloso, del neounilateralismo americano e soprattutto non è iscritta nel sistema condiviso delle regole internazionali. Così, mentre si cercano le prove contro l’Iraq emergono, macroscopiche, quelle contro la Corea del Nord, che arriva persino a minacciare di attaccare gli stessi Stati Uniti. La guerra preventiva rischia di trasformarsi in una guerra continua: dopo l’Iraq toccherà al vicino Iran che fra pochi anni avrà l’atomica? E che fare con la Siria che considera patrioti i kamikaze?
Siamo sicuri che una pressione internazionale costante, un’ispezione prolungata, una vigilanza ferrea (con l’impiego dei caschi blu come pensano Parigi e Berlino), non otterrebbero, dal lato della sicurezza e della lotta al terrorismo, migliori risultati di un conflitto dalle conseguenze imprevedibili, specie nei Paesi arabi confinanti? E’ la guerra continua l’eredità che lasceremo ai nostri figli in un Occidente più diviso e, dunque, più vulnerabile? E’ questo il modo migliore di dialogare con gli arabi moderati? E, soprattutto, con i giovani di quei Paesi, che saranno le classi dirigenti di domani, per convincerli che l’Occidente è libertà, democrazia, che rispetta e si fa rispettare e usa la forza soltanto quando vi è costretto?


Noi e la guerra (che ormai sembra sicura)

LE RAGIONI PER DIRE NO

di FERRUCCIO DE BORTOLI




e non ho voglia di cercare oltre
con tanto di fotografia
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Hamish

Reg.: 21 Mag 2004
Messaggi: 8354
Da: Marigliano (NA)
Inviato: 20-01-2005 15:02  
Personalmentelo ritengo un ottimo giornalista ed è uno dei miei preferiti in assoluto.Per quanto riguarda l'antipatia di D'Alema e Berlusconi mi sembra acclarata...
Mi dispiace che stia al Sole 24 ore perchè non lo leggo molto non avendo una grandissima passione per quel genere di giornalismo.Lo vedrei bene alla direzione di uno dei massimi giornali italiani,compreso il corriere di cui già fu direttore,e non è detto che finita l'epoca berlusconiana non ci ritorni...
_________________
IO DIFENDO LA COSTITUZIONE. FIRMATE.

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gatsby

Reg.: 21 Nov 2002
Messaggi: 15032
Da: Roma (RM)
Inviato: 20-01-2005 15:06  
Mieli non mi sembra proprio pro Berlusconi, quindi non vedo il legame tra il suo posto e il govberno.

De Bortoli è un ottimo giornalista, serio, preparato e non riconducibile(come i migliori)a nessuna corrente. Il Sole24 è la migliore poltrona che avrebbe potuto occupare adesso, visto che il Corriere ha appena cambiato, la Repubblica è Mauro sub Scalfari, e altri quotidiani non lo meriatano.
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Qualunque destino, per lungo e complicato che sia, consta in realtà di un solo momento : quello in cui l'uomo sa per sempre chi è

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Quilty

Reg.: 10 Ott 2001
Messaggi: 7637
Da: milano (MI)
Inviato: 20-01-2005 15:29  
quote:
In data 2005-01-20 11:53, Tenenbaum scrive:


allora devi spiegare perchè a tutta pagina si intervista Blix in cui dichiara che l'Iraq non possiede armi di distruzione di massa

in questo modo si CONVINCONO I CITTADINI ?

MA ALLORA IL CORRIERE LO LEGGI O NO ?

OPPURE STAI PARLANDO DI ALTRI GIORNALI ?

DECIDITI



[/quote]

Argomento già affrontato.
Le notizie hanno più o meno rilevanza a seconda della loro reiterazione, dello spazio dedicatogli eccetera. Certo che i rapporti di Hans Blix hanno avuto spazio sul Corriere, ma non hanno nemmeno lontanamente avuto quello spazio dedicato invece alle accuse false dell'amministrazione Bush sulle armi di distruzione di massa.
Chiunque può verificarlo confrontando lo spazio dato a queste parti in causa, sia prima che dopo l'intervento militare sulla verifica della presenza di tali armi inesistenti.

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Quilty

Reg.: 10 Ott 2001
Messaggi: 7637
Da: milano (MI)
Inviato: 20-01-2005 15:32  
Il pezzo di De Bortoli riportato da Tenebaum è altamente illuminante su quanto stiamo sostenendo.
De Bortoli ammette che il Corsera si è schierato apertamente a favore delle guerre in Iraq (la prima) ,Kosovo e Afghanistan. E’ già un notevole passo avanti affermare che un giornale appoggia la guerra non solo implicitamente,ma anche attraverso le parole del suo (allora) direttore. (“Nei conflitti precedenti ci esprimemmo a favore del ripristino della legalità internazionale”).
Come abbiamo avuto modo di sottolineare, questi interventi bellici vengono giustificati come interventi per “ripristinare la legalità internazionale”.
E’ un concetto assolutamente impensabile quello di considerare che altri popoli, nel corso degli anni 90, hanno subito la stessa sorte del popolo albanese o di quello afgano, e verso i quali il Corriere si è ben guardato dall’invocare interventi di “ripristino della legalità internazionale”, poiché le vittime erano causate da stati amici dell’occidente e da questi supportati. Ne parlavamo in precedenza a proposito del genocidio dei curdi.

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Quilty

Reg.: 10 Ott 2001
Messaggi: 7637
Da: milano (MI)
Inviato: 20-01-2005 15:32  
E’ assolutamente inconcepibile per il Corriere arrivare a sottolineare e a mettere in discussione la buona fede di quelle guerre. Si sono svolte sempre e ovviamente per una giusta causa. Per una stampa di chiari intenti propagandistici, le premesse che queste persone fissano arbitrariamente devono essere dei punti cardine della discussione dai quali è vietato staccarsi. Così, anche se il paese che propone il “ripristino della legalità internazionale” è il paese che appoggia le violazioni dei diritti umani in nazioni che il Corriere non prende nemmeno in considerazione, non viene mai messa in discussione la buona fede di questi interventi militari. Il paese che appoggia il regime più brutale e oppressivo del Medio Oriente (Arabia Saudita) è lo stesso che si prende cura dei diritti delle donne afgane e delle minoranze etniche dei Balcani. Un volo pindarico notevole che può essere evitato semplicemente omettendo una parte dei fatti , così come avviene puntualmente.

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Quilty

Reg.: 10 Ott 2001
Messaggi: 7637
Da: milano (MI)
Inviato: 20-01-2005 15:33  
Tolta questa fondamentale questione, è possibile altresì affermare che le guerre abbiano portato sollievo a quelle popolazioni e siano state “un bene per l’umanità.”. De Bortoli sposta quindi la questione su un piano umanitario (“Nessuno può dire che si stava meglio quando si stava peggio, per esempio con il macellaio Milosevic o con i tagliagole di Kabul”) laddove non gli sarebbe stato possibile senza aver fissato quella premessa (la
buona fede) che ,come chiunque può verificare, è una premessa ridicola e falsa.
Ma l’articolo di De Bortoli si spinge ben oltre. Afferma infatti che l’uso della forza fu legittimato dall’Onu. Ebbene, per chi non ha la memoria corta come questo giornalista (?), solamente la prima guerra del Golfo (91) ottenne il via libera dalle Nazioni Unite. per il resto si scavalcò con disprezzo questo organismo indebolendo il diritto internazionale. Le menzogne hanno le gambe corte.
Ma oggi è diverso.

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Quilty

Reg.: 10 Ott 2001
Messaggi: 7637
Da: milano (MI)
Inviato: 20-01-2005 15:33  
Le ragioni per cui De Bortoli non appoggia quest’ultima guerra sono di carattere tattico, di contrasto all’egemonia Usa.
L’articolo infatti non arriva mai a mettere in discussione le ragioni degli Stati Uniti sul conflitto. Al contrario, le accetta acriticamente. Stende uno zerbino su queste motivazioni , che , come sappiamo erano completamente infondate. (“Forse-le prove sulle armi di distruzione di massa, ndr-non servono nemmeno.”). Addirittura non servono le prove. Una democrazia che non deve nemmeno fornire le prove talmente schiacciante è l’evidenza(sigh). (“Qualcuno ha dubbi sulla minaccia costituita da un regime che ha già impiegato armi chimiche e gasato oppositori e curdi? No.”)

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Quilty

Reg.: 10 Ott 2001
Messaggi: 7637
Da: milano (MI)
Inviato: 20-01-2005 15:33  
Il direttore si spinge ben oltre;arriva clamorosamente a collegare la guerra in Iraq agli attacchi terroristici dell’11 settembre (“Gli americani sono in guerra (e noi europei spesso ce lo dimentichiamo), si sentono seriamente minacciati dal terrorismo, sono stati attaccati per la prima volta nel loro territorio, hanno avuto tremila caduti”) , quando,nuovamente, tutti sanno che non vi è mai stato alcun collegamento tra questo evento e il regime di Saddam .
De Bortoli accetta quindi acriticamente le false motivazioni degli Usa e le ripropone come serie argomentazioni per un attacco.
L’unico motivo per cui bisognerebbe opporsi alla guerra,ops, al ripristino della legalità internazionale, secondo questa mente illuminata, è l’unilateralismo, anzi, il NEOunilateralismo statunitense che potrebbe costituire una minaccia per la stessa Europa .

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Quilty

Reg.: 10 Ott 2001
Messaggi: 7637
Da: milano (MI)
Inviato: 20-01-2005 15:34  
Non c’è alcuna opposizione alla guerra per il fatto che sia portata avanti da uno stato che non ha alcuna credibilità in campo dei diritti umani e alcuna prova a sostegno delle sue tesi, il che dovrebbe costituire un segnale allarmante. L’opposizione è più che altro una preoccupazione piuttosto singolare ed egoistica: il timore che i nostri figli dell’Occidente ereditino un futuro instabile e diviso tra due blocchi: gli Usa da una parte e l’Europa dall’altra.
Non vengono nemmeno prese in considerazione le ripercussioni di una guerra sulla popolazione che la subisce; del resto abbiamo visto che il Corriere prende in considerazione solo il punto di vista di chi aggredisce e si guarda bene dal citare i problemi del popolo iracheno . Al contrario, i diritti degli iracheni valgono solo quando servono a giustificare un intervento militare. Vengono usati quando si invoca la fine di un brutale regime,non vengono considerati quando tali diritti vengono calpestati dalla comunità internazionale e dai suoi embarghi.

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Quilty

Reg.: 10 Ott 2001
Messaggi: 7637
Da: milano (MI)
Inviato: 20-01-2005 15:34  
I timori di De Bortoli rimangono quindi confinati nell’orticello dell’occidente e dei suoi figli, quasi fossero quella razza superiore che deve convincere il resto del mondo che “l’Occidente è libertà, democrazia” (anche quando appoggia brutali regimi) e che tutto il resto ovviamente non è.
Quella civiltà superiore che usa la forza “soltanto quando vi è costretto” , come nei casi citati a inizio articolo magari, quei casi che coincidevano con un interesse del tutto strumentale verso particolari e selezionati obiettivi sempre in nome di una giusta causa, della buona fede e della generosità del nostro popolo alla faccia delle devastanti ipocrisie che si celano dietro a tutto quello che questa rassicurante propaganda non si degna di raccontare.

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Tenenbaum

Reg.: 29 Dic 2003
Messaggi: 10848
Da: cagliari (CA)
Inviato: 20-01-2005 18:34  
molto interessante l'analisi secondo le tue opinioni che rimangono tali

e la questione dei cm quadrati delle notizie eccellente

tante cose si potrebbero aggiungere e che continuano a confermare una determninata posizione che dimostra che ciò che affermi è per l'ennesima volta errato e frutto della tua fantasia


tu puoi girare la frittata come vuoi ma le posizioni sono chiare
le motivazioni anche e non devono essere coincidenti con le tue (non vedo per quale motivo dovrebbero mai esserlo, sempre che tu non preferisca un mondo razzista e fascista , vero ? sai a volte fai venire qualche dubbio)

ribadisco che ciò che affermi sui Curdi è FALSO
il Corriere se ne è occupato anche su SETTE (magari i cm quadrati non ti soddisferanno (chiederemo che venga assunto un ingegnere per calcolare meglio gli spazi)
con un po' di culo e voglia si potrebbero trovare cose imbarazzanti per ciò che tu affermi

e poi
vogliamo ripetere per la centocinquantesima volta tutto quello che è stato detto sull'Afghanistan ? Kosovo ecc ecc

ma ribadisco forse tu lo confondi con il bollettino di amnesty

Vorrei far notare che De Bortoli non parla mai di GIUSTA CAUSA tantomeno di buona fede (come sei bravo a mettere le paroline giuste al posto giusto per fare effetto; e quante volte lo scrivi : COMPLIMENTI)

ma tu sei maestro nel mettere nella bocca di altri parole mai dette
vedi quello che scrissi per il muro su di me

INSOMMA i complimenti per l'impegno te li meriti
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Quilty

Reg.: 10 Ott 2001
Messaggi: 7637
Da: milano (MI)
Inviato: 21-01-2005 11:30  
Tralasciati i commenti sulle presunte e non dimostrate caratteristiche degli utenti, non rimane molto altro.

LA BUONA FEDE
De Bortoli non parla mai di buona fede degli interventi militari, lo da per scontato: ho infatti scritto che il direttore non mette MAI in discussione questa buona fede.
Parte da un postulato ideologico.
Del resto il suo pezzo di basso giornalismo , contenente gravi e vergognose inesattezze come quella sull’Onu, è intriso di una profonda ideologia di fondo.
Il postulato ideologico, la premessa arbitrariamente fissata, è che gli interventi bellici avvengano, e userò le sue parole, per ripristinare la legalità internazionale.
Dove sta l’ideologia?
Per ripristinare la legalità internazionale si presuppone la buona fede di chi compie questo nobile gesto, senza secondi fini.
Come valutare allora la buona fede del paese che viola apertamente i diritti umani supportando regimi liberticidi?
Se questa domanda non è una domanda fondamentale che chiunque dovrebbe porsi e mettere all’ordine del giorno, allora possiamo ricusare l’intero intervento di De Bortoli come puro omaggio ad una ideologia.
E’ ovvio che questa buona fede degli Stati Uniti non c’è, eppure non viene minimamente presa in considerazione, la si da per scontata.

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Quilty

Reg.: 10 Ott 2001
Messaggi: 7637
Da: milano (MI)
Inviato: 21-01-2005 11:31  
E veniamo alla GIUSTA CAUSA. Se non si sostiene questa idea,perché allora fermarsi a elencare i presunti benefici che la popolazione avrebbe tratto da questi bombardamenti? A parte che tutto questo è smentito dai dati dell’Osce che abbiamo pubblicato sul forum , nei quali si dice che la pulizia etnica ebbe un’ escalation dopo l’inizio dei bombardamenti; sottolineando questi presunti benefici il direttore da per scontata la giusta causa di quegli interventi. Non è un concetto difficile.

Perché allora De Bortli non invoca anche bombardamenti sulla Turchia?
A quando un editoriale in cui si inviti a ripristinare la legalità internazionale in uno stato che sarà un prossimo membro UE bombardando Ankara?
A quando una denuncia dell’arsenale venduto da Clinton ai turchi e usato per sterminare un intero popolo?

“L’uso della forza, legittimato dall’Onu, è innegabile che sia stato un bene per l’umanità”.
Queste sono le sue parole.
Caro De Bortoli, per il bene dell’umanità, perché non bombardiamo anche la Turchia ?
Come si può notare sono argomentazioni talmente ridicole nella loro cinica selettività degli obiettivi da bombardare da sembrare deliri di uno psicotico in preda a chissà quale crisi.

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