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Autore Se avesse fatto un film contro Bush?
ipergiorg

Reg.: 08 Giu 2004
Messaggi: 10143
Da: CARBONERA (TV)
Inviato: 04-11-2004 16:50  
Il regista Van Gogh probabilmente sarebbe ancora vivo. E magari ci avrebbe anche guadagnato un bel po'. Purtroppo ha fatto un film contro l'islam. Ed è stato così incosciente e stupido da rifiutare la scorta.

...
Theo van Gogh, un omicidio multiculturale (e rituale)(ilfoglio)
“Non lo fare, pietà”. Poi la scarica di colpi, infine la lama taglia la gola del regista “come una pagnotta”
“L’autore del delitto ha agito per convinzione islamica radicale”. L’Olanda ha più paure

Da Rushdie a Pim, a un foglio coi versetti infilzato sulla pancia

Amsterdam. Ormai non ci sono più dubbi. Theo van Gogh, il regista, giornalista e polemista olandese ammazzato martedì mattina, è rimasto vittima di un assassinio rituale di matrice islamica, di un omicidio multiculturale. Il governo ha aspettato un po’ prima di ammetterlo, soprattutto per evitare una caccia allo straniero (che non c’è stata, anche se la polizia di Amsterdam è dovuta intervenire in una serie di “discussioni animate”). Ma dopo i primi accertamenti, ieri mattina alle 3, il ministro della Giustizia olandese, Piet Hein Donner, ha dichiarato che “con ogni probabilità, l’autore del delitto ha agito per convinzione islamica radicale”. Il suo collega degli Affari interni, Johan Remkes, ha aggiunto che l’assassino, un ventiseienne con passaporti olandese e marocchino, era già noto al servizio segreto AIVD. Era amico di Samir A., un diciottenne marocchino arrestato nel giugno di quest’anno con l’accusa di progettare un attacco dinamitardo alla Stazione centrale di Amsterdam. Inoltre, frequentava la famigerata moschea El Tawheed, sempre di Amsterdam. Questo luogo di culto di tendenza salafita e wahabita (corrente fondamentalista originaria dell’Arabia Saudita), dove si vendono libri nei quali ai credenti viene consigliato di buttare gli omosessuali giù dai palazzi, ha la fama di essere un fulcro di estremismo politico-religioso. L’omicida di van Gogh non figurava però sulla lista di circa 150 estremisti islamici in Olanda, per lo più marocchini e spesso molto giovani, che sono tenuti sotto controllo dalla AIVD. Vari esponenti politici hanno colto questo fatto non soltanto come motivo per criticare il servizio, ma anche per l’amara constatazione che “l’Olanda ovviamente non è pronta per il terrorismo”, come ha detto il politologo Paul Cliteur, il più noto professore del liberalismo conservatore olandese.
Che il jihad islamico nella sua manifestazione peggiore sia entrato in Olanda lo dimostrano anche le modalità con le quali si è svolto l’omicidio di van Gogh. E vale la pena di raccontare la scena, svoltasi in una normale strada di Amsterdam, anche nei dettagli più raccapriccianti, per capire con chi abbiamo a che fare.

Pochi alla manifestazione di sdegno
Quando van Gogh, già ferito e caduto dalla sua bicicletta, tenta di fuggire, inciampa e cade a cavallo tra il marciapiede e la corsia per i ciclisti. Si avvicina il suo assassino, un uomo smilzo, alto circa un metro e settanta, vestito in un abito marocchino tradizionale. Il regista alza le mani in un gesto disperato e urla: “Non lo fare! Pietà!”. L’altro invece punta la pistola e spara otto, nove colpi. Poi tira fuori dal suo abito una specie di spada con la quale comincia a tagliare la gola della vittima agonizzante “come una pagnotta”, secondo un testimone terrorizzato. E’ il rituale dello sgozzamento, praticato dalla setta degli Assassini, dai guerriglieri islamici algerini, dai terroristi in Iraq, e ora anche dai loro seguaci in Europa. Dopo i primi tagli, lascia stare e tira fuori un coltello più piccolo con il quale, pungendo, sulla pancia di van Gogh fissa un foglio con scritto su qualcosa. Il contenuto non è ancora reso pubblico, ma probabilmente si tratta di versetti del Corano, come risposta alla “blasfemia” di van Gogh, che aveva osato dipingere corpi nudi di donne con testi presi dal libro sacro. Alla fine, l’omicida si mette in fuga con la pistola in mano, ma, avendo perso tempo, sarà presto catturato, anche se soltanto dopo uno scontro a fuoco con la polizia.

L’omicidio di van Gogh si presenta come una sorta d’incrocio tra il caso Rushdie e l’assassinio di Pim Fortuyn, nel maggio 2002. Non sappiamo se il regista olandese fosse oggetto di una formale fatwa di qualche imam, ma in fondo poco importa: è stato minacciato più volte da musulmani radicali e per un breve periodo ha anche avuto la scorta. Ma mentre Rushdie, rendendosi conto del pericolo e avendo i mezzi a disposizione per una fuga perenne, è riuscito a scappare ai suoi aguzzini, van Gogh tutto sommato non credeva di essere un bersaglio (“Mi considerano più un matto di paese che un obiettivo serio”, disse con grande, e purtroppo sbagliato, senso di autoironia). In più non aveva né la possibilità né la voglia di limitare la sua libertà, girando con guardie armate. E così è finito come Fortuyn, che era anche lui senza scorta perché in fondo non se lo aspettava di essere freddato come un cane all’uscita di uno studio radiofonico.

Due attentati in 911 giorni (e c’è chi dice cabbalisticamente che quel 9/11 non è un caso) hanno cambiato profondamente il clima politico-sociale in Olanda. Nelle analisi di questo nuovo delitto si parla spesso di un inaccettabile indurimento sociale, polarizzazione politica-religiosa e perdita delle garanzie civili. “Pensavo che in questo paese ognuno potesse liberamente dire il suo. Purtroppo è stata un’illusione”, commentava ieri lo scrittore Ronald Giphart, amico di van Gogh. Rob Oudkerk, leader socialdemocratico di Amsterdam, diceva triste, usando il vecchio nome ebraico della sua città: “Questa Mokum non è più la mia Mokum”. Il mito dell’Olanda, e in particolare di Amsterdam, come luogo di tolleranza e pacifica convivenza di idee, culture ed etnie diverse, sembra definitivamente infranto. Al posto della tradizionale tranquillità, ora regna l’incertezza. “Certo che ho paura. Non c’è due senza tre!”, si sfoga Geert Wilders, parlamentare indipendente di destra, che ha criticato l’“invasione musulmana” in termini non meno forti di van Gogh. Wilders è uno dei pochissimi personaggi pubblici olandesi che gira con la scorta, ma non è convinto che sia sufficiente: “Se vogliono, ti beccano lo stesso. O (beccano) la tua famiglia”. Per quel motivo, il politologo Cliteur da qualche tempo si astiene dal fare commenti forti sull’islam.

Tra gli attentati a Fortuyn e a van Gogh c’è comunque una differenza essenziale, sostiene il parlamentare Mat Herben, il principale erede politico di Fortuyn: “L’omicidio di Pim fu un affare interno olandese, qui invece si tratta di un problema non tipicamente nazionale, ma di ampiezza mondiale: il terrorismo islamico ha trovato l’Olanda”. Con il suo pensiero, Herben interpreta grosso modo l’opinione pubblica, come si è visto dalle reazioni completamente diverse ai due omicidi politici. Nel caso di Pim, la rabbia popolare si scagliò in primo luogo contro i rappresentanti della politica tradizionale, ma ora il bersaglio è il terrorismo internazionale e, anche se ancora in misura contenuta, la comunità marocchina in Olanda, ritenuta più o meno complice. E mentre gran parte dei marocchini è perfettamente integrata, bisogna dire che altri non hanno fatto di tutto per togliersi di dosso il sospetto di connivenza. Pochi di loro hanno partecipato alla grande manifestazione di sdegno e protesta, martedì sera a Piazza Dam. E quella stessa sera, alla televisione olandese, un giovane musulmano ha sostenuto che van Gogh stesso è stato il responsabile della sua morte e che “bisogna combattere il fuoco col fuoco”. Un insegnante di un istituto tecnico di Amsterdam, frequentato per lo più da allievi marocchini, ha invece raccontato che la maggior parte di loro ha esultato alla notizia della morte di van Gogh. Ha evitato comunque di descrivere la scena in televisione per ovvi motivi di sicurezza.

“Maledettamente politically correct”
There’s something rotten in the State of Holland, quindi. Ma come reagire? Gli olandesi, che amano le soluzioni pratiche, hanno subito pensato a una serie di misure concrete: più scorte, e non soltanto a uomini politici, come è la prassi attuale; controlli e intelligence più accurati nel mondo del radicalismo musulmano; ed eventualmente un cambio dello Statuto che renda più facile la chiusura di moschee malfamate. Ma allo stesso tempo sopportano sempre meno gli ospiti che pensano di poter fare come pare a loro. E così sta finendo l’era dell’ideale multiculturale e dell’“integrazione conservando la propria identità”, che dagli anni Settanta in poi sono state alla base della politica olandese nei confronti delle minoranze etniche, culturali o religiose. Di questa tendenza si rende perfettamente interprete Hugo Borst, columnist del quotidiano nazionale Algemeen Dagblad, commentando furiosamente un episodio successo sul luogo del delitto: “Quanto siamo maledettamente politically correct in questo paese è illustrato da una testimone che ha assistito alla trasformazione di Theo da porco infedele in bacheca coranica. A un giornalista che le chiedeva l’identikit del boia, ha detto soltanto che portava un cappello e occhiali, ma non ha voluto dire che aveva anche un vestito tradizionale arabo. Non che avesse paura, no, questa sostenitrice fanatica della società multietnica non voleva stigmatizzare, nemmeno davanti al cadavere ancora tiepido di Theo…”.
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Spock: We must acknowledge once and for all that the purpose of diplomacy is to prolong a crisis.

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Alessandro

Reg.: 12 Nov 2002
Messaggi: 1274
Da: Milano (MI)
Inviato: 04-11-2004 23:48  
Sono schifato da questo omicidio. E lo sono ancora di più da coloro che tra due giorni l'avranno già dimenticato bollandolo come "un atto di estremismo islamico, di un individuo folle, al massimo di una minoranza che non è il vero Islam". Lasciamo perdere, razza di struzzi...

In una cultura democraticamente e solidarmente idiota e babbea come la nostra, gli individui delle "minoranze" valgono nè più nè meno quelli delle "maggioranze".
Anzi, proprio per questo finiscono col valere di più, spesso.
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Io sono tutti.

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Alessandro

Reg.: 12 Nov 2002
Messaggi: 1274
Da: Milano (MI)
Inviato: 04-11-2004 23:54  
Ah, a proposito di individui: spero che a quel gran bastardo taglino le palle col suo bel coltellino e che gli marchino a fuoco quei versetti del Corano su tutto il corpo, fino a squamarlo. E poi, senza pelle, che lo trascinino attaccato a una macchina sull'asfalto bollente.
E che facciano col suo organo riproduttivo, che immagino tanto gli piaccia usare, quello che lui ha fatto con la testa di un uomo che non la pensava come lui.
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Petrus

Reg.: 17 Nov 2003
Messaggi: 11216
Da: roma (RM)
Inviato: 05-11-2004 08:47  
io non ho parole
poi gatsby mi chiede perchè non frequento questa sezione
mah
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"Verrà un giorno in cui spade saranno sguainate per dimostrare che le foglie sono verdi in estate"

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Alessandro

Reg.: 12 Nov 2002
Messaggi: 1274
Da: Milano (MI)
Inviato: 05-11-2004 10:36  
Ma sì che la frequenti.

Le mie erano parole evidentemente e volutamente esagerate, io non torcerei un capello a quel ragazzo. Nè a chi mi dice di essere islamico. Puoi credere nel Corano, nella Bibbia, in Donna Moderna...a me non frega davvero nulla.

Rispetto chi legge il Corano, mi dà fastidio e mi turba la Legge Coranica di cui molti stupidi parlano (e in cui altrettanti stupidi credono), e chiedo solo una cosa: di non fare gli struzzi di fronte a eventi del genere.
Ormai è un'abitudine.
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ipergiorg

Reg.: 08 Giu 2004
Messaggi: 10143
Da: CARBONERA (TV)
Inviato: 05-11-2004 10:39  
Questa è la parte dell'articolo che ha + schifato me

..
A un giornalista che le chiedeva l’identikit del boia, ha detto soltanto che portava un cappello e occhiali, ma non ha voluto dire che aveva anche un vestito tradizionale arabo. Non che avesse paura, no, questa sostenitrice fanatica della società multietnica non voleva stigmatizzare, nemmeno davanti al cadavere ancora tiepido di Theo…”.

Assolutamente da vergognarsi.
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Alessandro

Reg.: 12 Nov 2002
Messaggi: 1274
Da: Milano (MI)
Inviato: 05-11-2004 11:01  
E bada bene, non ho mai detto che non ci sono musulmani che non meritano il mio rispetto.
Ce ne sono eccome. E sono in parte anche quelli che una idiota campagna di moralizzazione informatrice (e non il contrario) chiama "islamici moderati". Uno dei termini più cretini mai inventati.

Il problema è, ahimè (perchè le guerre di religione sono, se possibile, più orribili di qualunque altra guerra, e bisogna tenersene lontani) di religione.

Il Cristianesimo è terribilmente frustrante, in molti dei suoi aspetti. E,addirittura, la rassegnazione è un'ascesi.
Maometto che altro era, prima di autoproclamarsi "profeta", se non un cristiano frustrato (politicamente,più che spiritualmente, lo stronzo...)? Uno incazzato (con l'organizzazione ecclesiastica, ovviamente, più che con la religione cristiana in sè)anzichè rassegnato?

L'Islam moderato non esiste: esistono individui rispsttabili (e non sono pochi assolutamente) che da veri musulmani, seguono quello che è il miglior insegnamento che il Corano, nelle sue pagine, dà:
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riddick

Reg.: 14 Giu 2003
Messaggi: 3018
Da: san giorgio in bosco (PD)
Inviato: 05-11-2004 20:08  
che schifo, poveretto. che almeno buttino la chiave della cella di quel maiale assassino
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M.O.I.G.E. al rogo

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stilgar

Reg.: 12 Nov 2001
Messaggi: 4999
Da: castelgiorgio (TR)
Inviato: 06-11-2004 10:25  
Cominciano a diventare un po' troppo frequenti questi fenomeni di "estremismo".

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gatsby

Reg.: 21 Nov 2002
Messaggi: 15032
Da: Roma (RM)
Inviato: 06-11-2004 20:35  
quote:
In data 2004-11-04 23:48, Alessandro scrive:

In una cultura democraticamente e solidarmente idiota e babbea come la nostra, gli individui delle "minoranze" valgono nè più nè meno quelli delle "maggioranze".
Anzi, proprio per questo finiscono col valere di più, spesso.




questo purtroppo e' sempre più vero.
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Votate i 3 miglior film del 2001



[ Questo messaggio è stato modificato da: gatsby il 06-11-2004 alle 20:36 ]

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ipergiorg

Reg.: 08 Giu 2004
Messaggi: 10143
Da: CARBONERA (TV)
Inviato: 10-11-2004 10:19  
Trovato in rete. Io sottoscrivo in pieno.

Il pericolo islamico colpevolmente sottovalutato
L’Olanda è un paese civile. Non basta: fra i paesi civili è uno dei più laici e dei più coraggiosi. Gli olandesi hanno tentato perfino esperimenti pericolosi come quelli delle droghe libere e, in generale, sono fra i pochi che, alla domanda di Nietzsche, “Fin dove osi pensare?”, potrebbero rispondere: “Fino in fondo”. Per questo, pur avendo sul loro fazzoletto di terra un milione di musulmani (un islamico su sei abitanti, per come si è letto), nessuno ha sentito parlare di particolari problemi. Purché non siano violate le leggi essenziali, in Olanda si può adorare Shiva o Zarathustra, Allah o Satana. La tolleranza olandese, forse memore dell’intolleranza spagnola, è profondamente radicata. Inoltre, un paese vissuto per quasi sessant’anni in pace, e cosciente del proprio – certo non grandissimo – peso internazionale, si è reputato dispensato dal prendere parte attiva nelle crisi internazionali.

Poi, qualche giorno fa, un paranoico (o “un buon musulmano”, dipende dai punti di vista) ha sparato a Theo van Gogh e, una volta feritolo, lo ha finito a coltellate: l’uomo era reo d’avere denunciato gli abusi di cui sono vittime alcune donne islamiche. Ed ecco che nella pacifica Olanda è scoppiato il finimondo. È stata attaccata una scuola coranica, sono state danneggiate alcune moschee, sono annunciate nuove leggi restrittive per quanto riguarda le comunità straniere. Quel paese è profondamente indignato, vorrebbe reagire e la simpatia che normalmente suscita potrebbe in questo momento aumentare.
Ma sarebbe un errore. Questo è il momento in cui con l’Olanda bisogna essere severi.
Era necessario che fosse ucciso un innocente perché si percepisse il rischio dell’integralismo islamico? I tremila morti delle Torri Gemelle erano dunque a tal punto privi di significato? O sono stati privi di significato perché non hanno avuto la buona idea di farsi ammazzare ad Amsterdam?

Dall’11 settembre 2001 il mondo s’è diviso in due: da una parte gli Stati Uniti (appoggiati non dalla Gran Bretagna, ma da Tony Blair) e il resto del mondo dall’altra. Certo, c’è stata unanimità nella condanna del terrorismo. Ma mentre gli Stati Uniti hanno deciso, bene o male, d’agire, gli altri hanno pensato che la politica migliore fosse quella di “fare il morto”. Cioè di non fare assolutamente nulla. Bastava sperare che i terroristi colpissero altri, quelli che si erano fatti notare o, peggio, che aveva agito contro di loro.
Quella della stragrande maggioranza dei paesi sviluppati è stata una politica da codardi? Forse. Ma se fosse solo questo, ed avesse il risultato di preservare il paese che l’adotta, sarebbe ancora plausibile. Purtroppo è peggio di così: è una politica miope. L’oggetto dell’odio dei terroristi è il mondo laico (o comunque non musulmano integralista, tanto è vero che è stata attaccata anche la Turchia) e il modus vivendi occidentale. Che poi si tratti d’invidia, di frustrazione, di paranoia collettiva, poco importa. I terroristi non odiano gli americani più di quanto odino gli olandesi o gli austriaci. Attaccano di più gli americani perché li contrastano più di altri, ma non è che questi altri abbiano di che stare tranquilli. Non è permesso avere idee non conformiste neanche se si è extraeuropei e musulmani: basta chiedere notizie a Salman Rushdie. Non si sfugge al terrorismo nemmeno quando si è il più grande paese musulmano del mondo, come l’Indonesia (do you remember Bali?) e nemmeno quando si è tolleranti e gentili come l’Olanda.

Di questo sono colpevoli i Paesi Bassi, d’avere atteso d’essere colpiti per capire d’essere nel mirino. Certo, si può reagire come ha reagito Zapatero. O come la Francia che, in occasione del rapimento dei suoi due giornalisti, ha creduto di poter comprare, con ogni sorta di blandizie e persino di “benemerenze” (il sostegno ad Hamas) la benevolenza dei terroristi. Ma sono calcoli miopi. Chi paga la prima rata ad un ricattatore si prenota per pagargliene un’infinità di altre, magari sempre più gravose.

Dal settembre 2001 il terrorismo non è riuscito a portare a termine nessun attentato di valore emotivo e simbolico simile a quelle del World Trade Center. Non sappiamo da che cosa ciò sia dipeso. Certo, in tutto il mondo libero si sono intensificati i controlli, negli aeroporti vi sottraggono le forbicine ed esaminano i tacchi delle vostre scarpe. Ma è sufficiente, tutto questo? Siamo sicuri che saremmo riusciti ad impedire che qualcuno versasse una sostanza fortemente tossica in un acquedotto? Siamo sicuro di poter escludere l’esplosione d'un’autobomba nella calca della festa del santo patrono?

In realtà, il pericolo rimane e nessuno è al riparo da un terribile assassinio terroristico di massa. Non è la buona volontà che manca a certa gente. Per questo non bisogna reagire con emotività all’assassinio di Theo van Gogh: è un episodio doloroso, ma riguarda un singolo. Più importante è che tutti i paesi, anche quelli che non hanno avuto il minimo attentato, si mobilitino per combattere una guerra che è anzitutto ideologica. Se, in una moschea di Rotterdam un mullah osa predicare l’odio, osa mostrare comprensione per un atto terroristico anche se commesso all’altro capo del mondo, oppure osa condannare lo stile di vita del paese che lo ospita, dev’essere impacchettato, messo su un aereo e rispedito al suo paese. Ai musulmani non bisogna chiedere, bisogna imporre il rispetto di usi e costumi occidentali. Sono ospiti. E come noi ci leviamo le scarpe per entrare in una moschea, anche essendo cristiani o miscredenti, loro devono smettere di pretendere il diritto alla poligamia e all’oppressione della donna.

E qui si capisce meglio la polemica sul velo nella scuole, in Francia. Se si potesse essere sicuri che le ragazze che si coprono la testa lo fanno per sincera devozione, l’idea di vietar loro quell’indumento sarebbe veramente peregrina. E infatti a nessuno viene in mende di chiedere alle suore di vestirsi con gli abiti della Rinascente. Il fatto è invece che la maggior parte di quelle ragazze è obbligata ad indossare quel velo perché diversamente le loro famiglie, e in particolare i maschi delle loro famiglie, sarebbero pronti a riempirle di botte. Tollerare il velo a scuola corrisponderebbe ad ammettere che la Francia non garantisce a tutti il diritto di vestirsi come si vuole e che il pregiudizio della famiglia debba prevalere. Le ragazze musulmane osservanti il velo potranno rimetterselo uscendo, ma nell’edificio pubblico, in cui s’insegna come essere buoni francesi, devono imparare che i tutti hanno il diritto di dichiararsi miscredenti e talmente immorali da voler mostrare i propri capelli.
Purtroppo, proprio la Francia, per altri versi, è tutt’altro che un buon esempio, nella lotta contro il terrorismo. Ma, ancora una volta, basterà che anche in quel paese qualcuno uccida un Theo van Gogh, e tutti si sveglieranno. È come si diceva prima: il mondo attuale è caratterizzato dalla miopia. Non solo ciascuno aspetta d’essere colpito per reagire ma non si rende conto che, in questo modo, autorizza gli altri, nel momento della necessità, a non dargli una mano. Tanto, loro non sono stati ancora colpiti.
Forse, i musulmani integralisti, nel loro disprezzo dell’Occidente, non hanno tutti i torti.
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Alessandro

Reg.: 12 Nov 2002
Messaggi: 1274
Da: Milano (MI)
Inviato: 12-11-2004 12:08  
Io ho un'impressione: che questo omicidio stia cambiando qualcosa, nei Paesi del nord Europa. Sento strane voci, di cui non so se fidarmi. E ho la quasi certezza che saranno loro i primi a muoversi, civilmente parlando. E chi, se no...

Intanto, questo post era solo per ricordarvi quello che è successo in Olanda, caso mai lo aveste dimenticato, in questi giorni.

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ipergiorg

Reg.: 08 Giu 2004
Messaggi: 10143
Da: CARBONERA (TV)
Inviato: 14-11-2004 16:51  
Potrebbe anche essere una bufala ma ho trovato in rete questo.

Chris Riple è un'artista di Rotterdam. Il suo studio è vicino a una moschea in Insuindestraat (una via). Scioccato dall'omicidio del suo collega artista Theo van Gogh martedì scorso, Chris ha dipinto un angelo sul muro esterno del suo studio con il testo "Non uccidere" ("Gij zult niet doden") sotto di esso.

I suoi vicini nella moschea hanno trovato il testo "offensivo" e hanno chiamato il sindaco di Rotterdam, il liberale Ivo Opstelten.
La mattina del 4 Novembre il sindaco ha ordinato alla polizia di cancellare il dipinto dal muro del signor Ripke, perchè questo era "razzista."
Quando la polizia e i dipendenti comunali sono arrivati per cancellare il dipinto "razzista", Wim Nottroth, un giornalista televisivo, si è piazzato di fronte al dipinto in segno di protesta.
La polizia lo ha arrestato.

Una cameraman che ha filmato ogni cosa è stata costretta dalla polizia a cancellare parte delle riprese.

Potete trovare un'immagine della pittura su questo weblog:
http://www.2525.com/log/archives/2004/11/rotterdam_de_da_1.html

Il video in cui si vede la polizia arrestare Mr. Nottroth e cancellare il testo "Non uccidere" dal muro privato dell'artista Chris Ripke, perchè il testo è "razzista" e "offensivo" per alcuni
estremisti musulmani, può essere trovato qui:
http://www.noord.kw.nl/index.php?page=video&film_ID=732

Link all'articolo (in inglese):
http://www.peaktalk.com/archives/000857.php
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riddick

Reg.: 14 Giu 2003
Messaggi: 3018
Da: san giorgio in bosco (PD)
Inviato: 14-11-2004 20:34  
alquanto grave, se è vero. certo che se è su internet ...

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Alessandro

Reg.: 12 Nov 2002
Messaggi: 1274
Da: Milano (MI)
Inviato: 19-11-2004 00:38  
Struzzi. Dal sindaco alla giunta. Stronzi.

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