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Autore Riflessione sulla concezione del mondo
Julian

Reg.: 27 Gen 2003
Messaggi: 6177
Da: Erbusco (BS)
Inviato: 09-10-2004 17:50  
Uno dei maggiori problemi culturali della nostra società è senza alcun dubbio dato dalla
visione soggettivistica del mondo.O meglio dalla visione soggettivistica
delle dinamiche politiche sia interne che internazionali,se non delle dinamiche storiche
del loro complesso.
Con questo topic voglio cercare di distruggere
questa visione che non fa nulla di diverso dal
legittimare il potere di chi ce l'ha,dal confondere le menti,dal farci credere che gli
eventi più tragici siano il frutto della mente
folle di qualche nostro simile,e non di un determinato sistema nel suo complesso.
Questa visione,oltre che essere conservatrice
fino al midollo,consente a chi ha il potere di giustificare sempre le proprie azioni.
Goebbels,durante il processo di Norimeberga,
spiegò in quale modo il nazismo aveva ottenuto il consenso del proletariato e del
sottoproletariato tedesco:era sufficiente
far credere al popolo di subire un'aggressione.
Questa visione mistificata può essere superata se si prende in considerazione alcuni
fattori fondamentali:la storia di una società
nel suo complesso è la storia del conflitto
avente carattere puramente economico fra le
sue classi fondamentali:la storia dell'umanità è quindi una storia di scontri
fra interessi di carattere economico contrapposti sia a
livello nazionale che internazionale.
Scontro economico che deriva dalle opposte
esigenze da un lato ad esempio della nobiltà
e del popolo,e dall'altro dalle opposte esigenze
delle diverse nobiltà nazionali.
Quando vi sono conflitti fra le nobiltà
di due paesi diversi,se non c'è una guida
politica adeguata,i popoli dei due paesi
finiranno per scannarsi a vicenda senza
battere ciglio,perchè non possiedono i mezzi
economici e culturali per agire diversamente.
Ovviamente la nobiltà giustificherà le proprie azioni con principi morali-ideologici
idonei a vincere ogni possibile resistenza
dei sublaterni:e questi principi possono
essere ad esempio il dovere di liberare
Elena perchè non deve far le corna al re
di Sparta,il dovere di difendere la Cristianità dall'invasione musulmana,
il dovere di combattere i terroristi che fino
a qualche anno fa erano alleati con noi perchè sono cattivi,e ce l'hanno con noi solo
perchè siamo infedeli.Queste concezioni purtroppo trovano un seguito smisurato
e fan sì che sia impossibile avere una
concezione globale di un fenomeno.Perciò
gli attacchi terroristici sono il frutto
della follia e del fanatismo religioso di
una frangia di islamici,e non il frutto di
una determinata situazione internazionale
che si è evoluta a partire dalla caduta del
muro di Berlino.

_________________
Se nulla capivo, qui tu finalmente
nulla lasciavi germogliare sulla brulla,
paradossale, tra noi terra infondata,
dove sono i leoni, ammattiti e marroni
lasciando immaginare
la sposa occidentale.

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Quilty

Reg.: 10 Ott 2001
Messaggi: 7637
Da: milano (MI)
Inviato: 09-10-2004 20:29  
Quello che dici è condivisibile,anche se il gerarca nazista a cui attribuisci la frase era in realtà Goering,che sosteneva che per convincere il popolo a entrare in guerra è sufficiente innescare il meccanismo della paura,fargli credere che è in pericolo,che potrebbe venire attaccato e per questo bisogna reagire prontamente prima che sia tardi.
Si tratta della filosofia della guerra preventiva di Bush ed è la stessa tecnica che è stata usata per creare il consenso in favore del conflitto in Iraq.
Nessuno avrebbe accettato un'aggressione ad un paese distante anni luce dagli Stati Uniti se non gli fosse stato inculcata l'idea che Saddam Hussein fosse improvvisamente diventato un pericolo mondiale.Almeno la metà della popolazione Usa ha creduto a queste fandonie,come molti tedeschi credevano alla filosofia del Reich.

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