FilmUP.com > Forum > Attualità - 9 ottobre. Elezioni in afghanistan
  Indice Forum | Registrazione | Modifica profilo e preferenze | Messaggi privati | FAQ | Regolamento | Cerca     |  Entra 

FilmUP Forum Index > Zoom Out > Attualità > 9 ottobre. Elezioni in afghanistan   
Autore 9 ottobre. Elezioni in afghanistan
ipergiorg

Reg.: 08 Giu 2004
Messaggi: 10143
Da: CARBONERA (TV)
Inviato: 03-10-2004 11:28  
Riporto un articolo che racconta di una storia particolare. Una candidata donna alla presidenza.

Masooda Jalal, la donna che vuole governare gli afghani(ilgiornale)
Mandato da antonio Domenica, 03 Ottobre 2004, 08:49.
Ma suo marito dov'è? Non l'accompagna?", chiede un giovane afghano all'anziano, sorpreso che una donna si avventuri da sola nel bazar parlando di politica, distribuendo volantini e addirittura chiedendo il voto agli uomini.
"Non lo so, ma sicuramente non è di queste parti", risponde il vecchio saggio con il barbone islamico, che non deve aver mai visto una donna così impudente, senza la scorta dei familiari maschi.
Un piccolo episodio nella clamorosa campagna elettorale di Masooda Jalal, che dimostra la dirompente novità per l'Afghanistan di un candidato del gentil sesso alle presidenziali del 9 ottobre.

Quarantuno anni, faccione da brava casalinga, armata di grinta e determinazione, è l'unica candidata donna su 18 pretendenti maschi alla poltrona di capo dello Stato.
Il Giornale l'ha seguita in una faticosa giornata di propaganda elettorale, che in Afghanistan si fa inerpicandosi con i fuoristrada lungo tortuose mulattiere, in mezzo a vallate affascinanti e selvagge, per raggiungere villaggi sperduti.
"Ho girato i due terzi dell'Afghanistan, mentre chi sta al potere a Kabul mi interdisce l'accesso ai media - spiega Masooda - Alla Loya Jirga (l'assemblea tradizionale afghana che ha scelto il presidente ad interim, ndr) sono giunta seconda dietro Karzai. Ora voglio arrivare prima."
Ovviamente è una pia illusione, ma la battagliera candidata ci crede e parte alle 6 di mattina da Kabul per il suo tour elettorale del venerdì, giornata di preghiera.
La prima sosta è in una casa del tè all'imbocco della mulattiera che chiamano strada.
Jalal si siede a gambe incrociate a un paio di metri da una doppia fila di uomini barbuti.
Gli afghani tendono a dissimulare le reazioni, ma si capisce subito che non sanno che pesci pigliare di fronte a questa donna, per più candidata presidente.
Dopo una decina di minuti di gelo si sciolgono davanti ai taccuini e alle telecamere.
"Vogliamo un presidente che sia capace di far risorgere 'Afghanistan, di ricostruirlo dopo tanti disastri. Poco importa se è uomo o donna, basta che sia la persona giusta", dichiara un omaccione simile ad un orco, che indossa una giubba mimetica.

Si chiama Samar Gul, 35 anni, viene da un'altra provincia ed è pashun. Sostiene di essere un ufficiale del nuovo esercito afghano, ma la sua militanza come ex talebano puzza lontano un miglio.
Non si capisce se i toni concilianti che trovere in molti villaggi siano uno specchio per le allodole ad uso e consumo della stampa internazionale, oppure una reazione genuina.
Penetrando nelle impervie vallate afghano a nordovest d Kabul, Masooda si ferma in ogni bazar lungo la strada. I manifesti e volantini che distribuisce vanno a ruba. Molti però prendono i volantini e li guardano al contrario, perchè non sanno leggere.
Lei si copre rigorosamente il capo e il busto con un velo bianco, ma lascia libero e visibile il volto grintoso. Se butta male o non la lasciano andare, per eccessiva curiosità, apre le palme delle mani verso il cielo e intona una preghiera del Corano, seguita incredibilmente dagli uomini, che poi la salutano inneggiando alla misericordia e benevolenza di Allah.
Medico, impiegata delle agenzie umanitarie internazionali, raccogliera anche i voti degli ex comunisti che vivono in ombra da oltre un decennio, grazie al marito.
Madre di tre bambini, i suoi manifesti con il simbolo della spiga di grano campaggiano nel quartiere ex sovietico di Kabul dove vive.
I talebani la arrestarono per 38 ore, in seguito all'editto che vietava alle donne di lavorare, ma dovettero rilasciarla su pressioni delle Nazioni Unite.
"Con una rete clandestina siamo riusciti a istruire in casa 3.000 donne, ai tempi del mullah Omar.
Oggi le afghane continuano a vivere sotto il burqa. Mi batto per la loro emancipazione prevista dalla nuova Costituzione"
I cavalli di battaglia sono l'istruzione, l'assistenza sanitaria e l'occupazione per il gentil sesso.
"Non preoccupatevi, ora le donne possono lavorare assieme agli uomini anche nei ministeri", è uno dei suoi slogan Masooda ha dichiarato guerra ai matrimoni combinati e alla piaga delle spose bambine, dai 7 anni in su.
"La pratica più odiosa è il matrimonio come prezzo del sangue - spiega la candidata - La famiglia del responsabile della morte violenta di un'altra persona può essere perdonata se concede in sposa una delle figlie al fratello della vittima. Questa donna vivrà come schiava per tutta la vita per pagare il debito di sangue".

Dopo cinque ore di massacrante fuori strada arriviamo a Longe, uno sperduto villaggio arroccato tra i monti. I potenziali elettori attendono Masooda in moschea, debitamente separati. Le donne avvolte nel burqa siedono alle spalle di uno stuolo di bambine in uniforme nera e velo bianco, in uno stanzone. Gli uomini attendon nella sala di preghiera principale.Un cordone di mariti impedisce l'ingresso ai giornalisti maschi nella zona delle donne.
La candidata si rivolge agli uomini chiamandoli "fratelli" e promette di tutto, anche se sa "che molti la ritengono inadeguata alla carica di presidente in quanto donna".Alla fine si scatenano gli applausi e anche qualche fischio d'incitamento all'americana.
Comunque andrà il voto, Masooda ha già vinto, almeno per la ventata di novità e speranza che sta portando in un Paese che confina ancora le sue donne dietro la "prigione" del burqa.

_________________
Spock: We must acknowledge once and for all that the purpose of diplomacy is to prolong a crisis.

  Visualizza il profilo di ipergiorg  Invia un messaggio privato a ipergiorg  Vai al sito web di ipergiorg    Rispondi riportando il messaggio originario
Quilty

Reg.: 10 Ott 2001
Messaggi: 7637
Da: milano (MI)
Inviato: 03-10-2004 11:34  
Posso farti un appunto?
Perchè non posti la maggior parte di questi articoli nella sezione Diario?
E' stata fatta apposta.

  Visualizza il profilo di Quilty  Invia un messaggio privato a Quilty    Rispondi riportando il messaggio originario
ipergiorg

Reg.: 08 Giu 2004
Messaggi: 10143
Da: CARBONERA (TV)
Inviato: 03-10-2004 11:39  
mah
1) io non la guardo mai
2) credo che queste elezioni meritino un topic a se stante
_________________
Spock: We must acknowledge once and for all that the purpose of diplomacy is to prolong a crisis.

  Visualizza il profilo di ipergiorg  Invia un messaggio privato a ipergiorg  Vai al sito web di ipergiorg    Rispondi riportando il messaggio originario
Torvald

Reg.: 02 Apr 2004
Messaggi: 255
Da: Bonea (BN)
Inviato: 03-10-2004 11:46  
In ogni caso continua a postare, che questi argomenti vale la pena di conoscerli meglio (io questa storia della donna che concorre per le elezioni non l'avevo neanche lontanamente sentita) e discuterci sopra.
_________________
Se vuoi il massimo devi essere pronto a pagare il massimo ...

  Visualizza il profilo di Torvald  Invia un messaggio privato a Torvald    Rispondi riportando il messaggio originario
Quilty

Reg.: 10 Ott 2001
Messaggi: 7637
Da: milano (MI)
Inviato: 03-10-2004 11:49  
Precisazione: non volevo con questo chiedere a ipergiorg di smetterla di postare i suoi articoli, ma se un topic nasce non con l'intento di creare uan discussione ma semplicemente di riportare delle notizie, per questo c'è già presente la sezione "Diario" creata appositamente dal moderatore.

  Visualizza il profilo di Quilty  Invia un messaggio privato a Quilty    Rispondi riportando il messaggio originario
ipergiorg

Reg.: 08 Giu 2004
Messaggi: 10143
Da: CARBONERA (TV)
Inviato: 03-10-2004 12:59  
2 settembre 2004 19.32

Afghanistan: elezioni, la Nato invierà rinforzi

KABUL - In vista delle elezioni presidenziali che si terranno il 9 ottobre la Nato ha annunciato che invierà in Afghanistan rinforzi, in un clima di crescente tensione in seguito all'attentato che domenica ha provocato la morte di nove persone nel cuore della capitale afghana.

«La mia priorità è che le elezioni si svolgano nel massimo della sicurezza possibile», ha dichiarato oggi alla stampa il generale francese Jean-Louis Py, che è succeduto il 9 agosto al generale canadese Rick Hillier alla testa dell'Isaf (la forza di pace internazionale ), in qualità di comandante dell'Eurocorpo.


e un po' fi folklore

Afghanistan: 300 asini corrieri per le elezioni
Recapiteranno le schede nelle zone montuose

Kabul, 30 set. - (Adnkronos) -
Trecento asini per le elezioni presidenziali in Afghanistan del prossimo 9 ottobre: il portavoce dell'Onu a Kabul, Manoel Almeida e Silva ha annunciato il 'reclutamento' degli animali, che verranno impiegati per consegnare e ritirare le schede elettorali nelle regioni piu' impervie del paese. ''Non smetteremo di parlarvi delle 100mila persone che lavoreranno ai seggi - ha detto il portavoce delle Nazioni Unite ai giornalisti - Tuttavia esiste anche un altro gruppo, piu' ridotto, che sara' ugualmente impiegato. Circa 300 asini, senza badge e senza documenti di identita', faranno un duro lavoro''. Le elezioni presidenziali, le prime nella storia del paese dopo la sua indipendenza nel 1919, si tengono a tre anni esatti dall'intervento americano in Afghanistan, che provocò la caduta del regime dei Talebani.
_________________
Spock: We must acknowledge once and for all that the purpose of diplomacy is to prolong a crisis.

  Visualizza il profilo di ipergiorg  Invia un messaggio privato a ipergiorg  Vai al sito web di ipergiorg    Rispondi riportando il messaggio originario
ipergiorg

Reg.: 08 Giu 2004
Messaggi: 10143
Da: CARBONERA (TV)
Inviato: 06-10-2004 15:02  
Scambi di favori, comizi e volantini. Ecco le prove di democrazia afghana(ilfoglio)
Mandato da antonio Mercoledì, 06 Ottobre 2004, 12:42.
Le presidenziali del 9 ottobre

Scambi di favori, comizi e volantini. Ecco le prove di democrazia afghana Karzai e Qanooni favoriti ma c’è pure una donna agguerrita.(ilfoglio)

Gli elettori fan tante domande. Foto per chi non sa leggere

Kabul. I ragazzini entusiasti, che corrono dietro ai mezzi dei soldati italiani sventolando i manifesti elettorali dei candidati pasthun, l’etnia maggioritaria in Afghanistan, sono il simbolo dell’aspettativa, con un pizzico di allegria, delle elezioni presidenziali del 9 ottobre, le prime dopo un quarto di secolo di guerre e colpi di stato. Ieri il presidente ad interim, Hamid Karzai, dato per favorito, ha ricominciato a tenere comizi, sospesi in seguito all’attentato di tre settimane fa: un razzo era stato lanciato mentre il suo elicottero stava atterrando a Gardez, nell’Afghanistan orientale. Karzai ha parlato a una folla di diecimila persone, sempre nella stessa zona, nella cittadina di Ghazni, una roccaforte pashtun.

Il suo principale sfidante, il tagiko Yunes Qanooni, ha tenuto un comizio nello stadio di Kabul, ma nei giorni scorsi era a Kandahar, l’ex capitale spirituale dei talebani: per rosicchiare qualche voto fra i pashtun scontenti di Karzai, si è tolto il pacul – il tipico copricapo di lana a forma di ciambella che portano i tagiki del nord – e l’ha sostituito con un colorato turbante pashtun, fra le urla di giubilo della folla. In Afghanistan la propaganda elettorale deve pur sempre tener conto delle rigide regole islamiche, che non moriranno mai. Masooda Jalal, ex comunista, eroina anti talebana, unica candidata donna, giura di “aver girato i due terzi del paese, perché i potenti di Kabul mi oscurano sui media”, che pochi in Afghanistan seguono. Nei suoi lunghi tour elettorali fra le montagne Masooda tiene spesso comizi in moschea: sono doppi, in sale separate per donne e uomini.

L’entusiasmo degli afghani si nota anche nella valanga di domande rivolte ai candidati: gli argomenti spaziano dalla presenza delle truppe straniere, alla corruzione dell’amministrazione pubblica fino allo strapotere dei signori della guerra locali. Ci si aspetta infatti che questi ultimi piazzino i loro picciotti, con i kalashnikov a tracolla, fuori dai seggi, per fare pressione psicologica sugli elettori. Volantini e manifesti sono dappertutto: domina la faccia affilata e bonaria di Karzai, fin nel più sperduto e lercio bazar.

Gli afghani fanno a gara per accaparrarseli, soprattutto nelle zone remote dove carta e penna sono un lusso. Spesso si vedono pensosi elettori che scrutano il volantino all’incontrario, perché non sanno leggere, fino a quando non trovano la foto del candidato, e allora lo girano al verso giusto.
Secondo le stime che circolano nelle ambasciate occidentali, Karzai dovrebbe vincere al primo turno con il 57 per cento dei voti, nella peggiore delle ipotesi. La migliore gli accredita il 70 per cento.

Il suo rivale diretto, Qanooni, sarebbe assestato al 15 per cento, ma ieri ha annunciato che, prima di sabato, 14 candidati potrebbero indicare di votare per lui. Forse è soltanto una sparata propagandistica, ma impensierisce Karzai, che non può permettersi di andare al ballottaggio. In ogni caso lui e Qanooni stanno trattando sotto banco per un accordo che conceda la vittoria al primo turno al presidente in carica, senza far perdere la faccia allo sfidante: basta istruire le milizie più fedeli degli ex mujaheddin al voto, tenendo conto del rudimentale “manuale Cencelli” afghano. Qanooni chiede dieci ministeri nel futuro governo, ma Karzai, al momento, è disposto a concedergliene soltanto due.

Due fratelli, due schieramenti
La campagna elettorale afghana, come nelle migliori tradizioni del paese, riflette anche una sfida fra fratelli. Ahmed Zia, il fratello più giovane di Massoud, il leggendario comandante della resistenza contro i sovietici e i talebani, ucciso da al Qaida due giorni prima dell’11 settembre, è candidato vicepresidente con Karzai. Ahmed Walì, fratello maggiore di Massoud è, invece, numero due di Qanooni. Entrambi si contenderanno i voti tagiki e si prevedono scintille nel nord est, feudo degli eredi di Massoud.

Un’altra curiosa pratica della nascente democrazia afghana è la promessa dei capiclan locali di pacchetti di voti, in cambio di un posto nel governo. In un paese con la televisione solo a Kabul, gli elettori voteranno per la gente che conoscono o seguiranno le indicazioni dei leader locali. Ma i signorotti delle province vanno nella capitale e promettono i voti ad ambedue i candidati, così sono sicuri di poter riscuotere comunque.
Non ci si può quindi aspettare elezioni completamente libere, indipendenti e corrette, ma è meglio del sibilare delle pallottole. I dieci milioni di votanti sono stati raggiunti grazie a registrazioni multiple. Non a caso lo spauracchio maggiore, dopo le minacce dei talebani e di al Qaida, è la bassa affluenza alle urne.
_________________
Spock: We must acknowledge once and for all that the purpose of diplomacy is to prolong a crisis.

  Visualizza il profilo di ipergiorg  Invia un messaggio privato a ipergiorg  Vai al sito web di ipergiorg    Rispondi riportando il messaggio originario
ipergiorg

Reg.: 08 Giu 2004
Messaggi: 10143
Da: CARBONERA (TV)
Inviato: 09-10-2004 09:50  
Oggi si vota!!
Incrociamo le dita

Oggi si vota, e il Paese è migliore(ilgiorno)
di Colin Powell

Oggi milioni di persone si recheranno alle urne in Afghanistan per scegliere il loro presidente per i prossimi 5 anni. Dopo mesi di preparazione e un mese di campagna elettorale, gli afghani in questa terra aspra e dura, e i profughi rifugiatisi in Pakistan e Iran, potranno decidere il loro voto tra 18 candidati diversi. Per la prima volta nella storia di questo paese, il popolo afghano eleggerà il leader del paese nel segreto dell’urna e con il pieno sostegno della comunità internazionale.

Quattro anni fa, una situazione del genere sarebbe stata impensabile. I talebani tenevano saldamente in pugno le leve del potere in Afghanistan e non tolleravano alcun tipo di opposizione o dissenso. Calpestavano i diritti umani, e i diritti delle donne semplicemente non esistevano. I bambini non erano liberi di studiare mentre le donne e le ragazze erano relegate in casa. Ogni tipo di investimento, per l'economia, le strutture di base, l'istruzione e la sanità, era bloccato.

Ora i talebani non ci sono più e per il popolo afghano è l'alba di una nuova era. Grazie a duri sacrifici, e agli aiuti efficaci delle Nazioni Unite e di una cinquantina di paesi amici, i cittadini afghani possono tracciare la rotta del proprio destino politico. Il popolo afghano esprimerà il proprio voto presso oltre 4900 seggi sparsi nel paese. Le autorità provinciali ascolteranno gli elettori in caso di eventuali irregolarità mentre osservatori internazionali e nazionali saranno presenti presso molti seggi. Le schede saranno esaminate presso centri appositi alla presenza dei rappresentanti dei candidati e dei media. La commissione elettorale raccoglierà i risultati e pubblicherà il conteggio finale.

Queste elezioni, oltre ad essere molto importanti, fanno parte di un processo ormai irreversibile. Nell'arco degli ultimi due anni e mezzo, gli afghani si sono riuniti per pianificare il proprio futuro politico con gli accordi di Bonn, per instaurare un governo transitorio con la Loya Jirga d'Emergenza e per adottare una costituzione moderna e avanzata nella Loya Jirga Costituzionale. Nella primavera prossima si assisterà ad altri passi importanti: le elezioni parlamentari, seguite dalla prima seduta del parlamento, il progressivo rafforzamento delle istituzioni locali e la diffusione di una profonda educazione civica. Tutti questi passi in avanti rappresentano il consolidamento della democrazia.

Con l'appoggio della comunità internazionale, il governo afghano ha cominciato a coltivare i fondamenti della democrazia a livello locale. Viene incoraggiata la formazione di strutture amministrative locali sulle quali il popolo afghano possa creare una società ed uno stato basati su moderazione, stabilità e democrazia. Queste ed altre iniziative si fonderanno sulle salde tradizioni afghane del potere locale fondato sui consigli regionali e comunali e sul consenso.

Ci vorrà tempo per realizzare le istituzioni politiche necessarie ad uno stato moderno, e per educare le generazioni successive all'autodeterminazione politica, in modo che buon governo e democrazia diventino per loro pratica corrente. Tuttavia l'Afghanistan possiede già la componente più importante per far funzionare il processo: il fortissimo desiderio del popolo di creare una democrazia e di darsi un governo autonomo, dopo anni e anni di guerra e di devastazioni. Milioni di afghani hanno affrontato lunghi viaggi per potersi registrare negli uffici elettorali, atteso con pazienza in file interminabili e affrontato con coraggio le minacce di morte provenienti dai talebani o da altri a causa della loro aspirazione all'autogoverno. Tutto questo è l'espressione più pura di autodeterminazione politica.

Quando i talebani hanno attaccato alcuni operatori elettorali, gli afghani hanno reagito prontamente catturando rapidamente i responsabili. Quando alcuni ribelli hanno dirottato un autobus uccidendo altri afghani che si erano registrati per il voto, la reazione degli afghani e’ stata tale che il numero di registrazioni per votare superó tutti i record. Quando il governo afghano ha chiesto alla comunità internazionale di rafforzare la sicurezza nelle zone più pericolose del paese per migliorare il clima elettorale, la comunità internazionale ha tenuto conto della richiesta. Dobbiamo onorare e sostenere un simile coraggio, e gli Stati Uniti e altri paesi della comunità internazionale lo stanno facendo.

Attualmente, in Afghanistan ci sono oltre 18 mila militari della coalizione e quasi 9 mila soldati della NATO, ed altre forze sono pronte ad intervenire, se necessario. Le Nazioni Unite, le organizzazioni non governative ed altri donatori hanno contribuito generosamente per facilitare la registrazione degli elettori e il processo elettorale. A Berlino in aprile, e all'assemblea generale delle Nazioni Unite di quest'anno, i leader della comunità internazionale hanno confermato il loro incrollabile impegno verso il popolo afghano.

Come ha sottolineato il presidente Bush, gli elementi più preziosi della libertà – la tolleranza, lo stato di diritto e la tutela dei diritti civili – danno vita a società fiorenti nel mondo. In Afghanistan gli Stati Uniti appoggiano un governo di civili, il Processo di Bonn, e ogni iniziativa volta a rafforzare la sicurezza e a gettare le basi per educare le generazioni successive. Se tutti insieme manterremo l'impegno su questa strategia, l'Afghanistan si affermerà come società moderata e democratica, fedele alle sue tradizioni islamiche, e continuerà ad essere un alleato tenace nella lotta al terrorismo.
_________________
Spock: We must acknowledge once and for all that the purpose of diplomacy is to prolong a crisis.

  Visualizza il profilo di ipergiorg  Invia un messaggio privato a ipergiorg  Vai al sito web di ipergiorg    Rispondi riportando il messaggio originario
ipergiorg

Reg.: 08 Giu 2004
Messaggi: 10143
Da: CARBONERA (TV)
Inviato: 09-10-2004 10:56  
Prima elezione dopo 25 anni e fanno votare anche i residenti all'estero.

Kabul, 9 ott. (Adnkronos) -
Urne aperte oggi per le prime elezioni presidenziali della storia dell'Afghanistan indipendente. Sono 10 milioni e mezzo gli elettori chiamati a votare. Tra questi la presenza femminile e' al 41,3%. Sono registrati anche circa 400-600mila rifugiati in Iran: per loro sono stati approntati mille seggi. In Pakistan ci sono altri 600-800 mila elettori.
La votazione si svolge sotto il controllo di centomila militari. Nonostante cio' poche ore prima l'apertutra dei seggi nel paese, tre soldati dell'esercito afghano sono rimasti feriti in un attacco contro una sede del governo nella capitale Kabul. La responsabilita' dell'azione viene attribuita ai militanti Taleban. Durante lo scontro a fuoco tra assalitori e soldati un presunto Taleban e' rimasto ferito ed e' stato arrestato. A riferirlo e' stato un portavoce del ministero della Difesa afghano.
Candidato favorito, tra i 18 in lizza, e' Hamid Karzai. Il presidente afghano Hamid Karzai, 46 anni, e' attualmente alla guida di un'amministrazione provvisoria che scade entro il 2004.
Ma tra i 17 avversari del presidente Hamid Karzai almeno altri sei candidati potrebbero strappargli diversi voti, impedendogli di vincere al primo turno. Contro di lui potrebbero giocare fattori come l'alto numero di candidati, e la conseguente frammentazione del voto, nonche' la componente etnica, che avra' un peso fondamentale nel voto di una societa' tribale come quella afghana.
_________________
Spock: We must acknowledge once and for all that the purpose of diplomacy is to prolong a crisis.

  Visualizza il profilo di ipergiorg  Invia un messaggio privato a ipergiorg  Vai al sito web di ipergiorg    Rispondi riportando il messaggio originario
ipergiorg

Reg.: 08 Giu 2004
Messaggi: 10143
Da: CARBONERA (TV)
Inviato: 09-10-2004 16:20  
ISLAMABAD Moqadisa è arrivata presto. Nei suoi diciannove anni è piena di entusiasmo, anche se rifugiata afghana da quindici, anche se donna, anche se le rupie nel portafogli sono sempre troppo pochi. Moqadisa è la prima elettrice del nuovo Afghanistan. In Pakistan i seggi in «esilio» per le migliaia di profughi afghani che vivono nel Paese hanno aperto alle 7 (10 ora italiana). Ad aspettare gli oltre ventimila funzionari per il Paese, file disordinate. Manco a dirlo quelle degli uomini erano le più lunghe. Ma le circa trecentomila donne che si sono registrate nel Paese rimangono un numero importante. Moqadisa ha lasciato Kabul nel ’92 quando i mujaedin minacciarono il padre, poliziotto. Partì tutta la famiglia, settanta persone prima verso Peshawar poi a Islamabad. Ora, dopo i sacrifici fatti per studiare, sogna di tornare e diventare avvocato. «È finito il tempo delle armi, spero solo che il futuro presidente del Afghanistan sia onesto e che investa nell’istruzione. Per ricostruire il nostro Paese abbiamo bisogno di un buon sistema educativo» dice. Qui, come al di là del confine, il clima di intimidazioni ha accompagnato la campagna elettorale. Nei campi profughi la pressione è stata la costante delle ultime settimane. «Sono andate dalle persone dicendo che avrebbero tagliato il dito a chiunque avesse i segni dell’inchiostro» racconta una giovane di Kacha Abadi, uno dei campi della capitale pachistana. Per dribblare il rischio di doppi voti sul pollice sinistro di ogni elettore è stato spruzzato dell’inchiostro indelebile.
_________________
Spock: We must acknowledge once and for all that the purpose of diplomacy is to prolong a crisis.

  Visualizza il profilo di ipergiorg  Invia un messaggio privato a ipergiorg  Vai al sito web di ipergiorg    Rispondi riportando il messaggio originario
ipergiorg

Reg.: 08 Giu 2004
Messaggi: 10143
Da: CARBONERA (TV)
Inviato: 09-10-2004 16:22  
AFGHANISTAN: PRESIDENZIALI, POCHI INCIDENTI
(AGI) - Kabul, 9 ott. - Le previsioni catastrofiche della vigilia non si sono avverate: le elezioni in Afghanistan sono state accompagnate almeno nelle prime ore da pochi incidenti e tutti non gravi. Per garantire lo svolgimento delle operazioni di voto sono stati dispiegati centomila agenti, compresi 27.000 militari della Forza internazionale di assistenza alla sicurezza (Isaf) a guida Nato.
Tre soldati americani sono rimasti feriti in uno scontro con militanti circa 30 chilometri a sud di Kabul, ha riferito il portavoce del contingente Nato, il comandante Ken MacKillop.
Nella provincia di Paktiya invece sono stati lanciati due razzi contro un seggio, mentre altri tredici erano stati sparati nella notte a Kunar.
Poco dopo l'inizio delle operazioni di voto si e' diffuso il panico a Mayamana, nel nord del Paese, per l'incendio che ha distrutto un'autocisterna carica di carburante. Si e' trattato pero' di un incidente e non di una bomba, ha assicurato MacKillop.
Non ha avuto gravi conseguenze invece l'attacco contro un seggio allestito vicino a Peshawar, in Pakistan, per consentire ai profughi afghani di votare. Due granate sono esplose poco dopo mezzanotte vicino alla scuola in cui erano state sistemate le urne. Un poliziotto e' rimasto lievemente ferito. (AGI) -
091328 OTT 04
_________________
Spock: We must acknowledge once and for all that the purpose of diplomacy is to prolong a crisis.

  Visualizza il profilo di ipergiorg  Invia un messaggio privato a ipergiorg  Vai al sito web di ipergiorg    Rispondi riportando il messaggio originario
ipergiorg

Reg.: 08 Giu 2004
Messaggi: 10143
Da: CARBONERA (TV)
Inviato: 09-10-2004 16:25  
AGI) - Kabul, 9 ott. - La maggior parte dei diciotto candidati in lizza nelle storiche presidenziali in corso oggi in Afghanistan, le prime del dopo-Talebani, hanno denunciato che la consultazione e' illegittima e si sono appellati affinche' sia fermata. La richiesta e' stata dapprima ufficializzata da uno di loro, Abdul Satar Sirat, il quale sosteneva di parlare anche a nome e per conto di altri tredici.
Poi altrettanto ha fatto pure Yunus Qanooni, ex ministro della Pubblica Istruzione nonche' principale avversario del presidente ad interim uscente, il moderato Hamid Karzai.
All'orgine della contestazione, la scoperta che non sarebbe indelebile ma potrebbe essere facilmente cancellato l'inchiostro da apporre sui polpastrelli degli elettori, onde garantore che non votino piu' di una volta. Il capo portavoce delle Nazioni Unite nel Paese centro-asiatico, Manoel de Almeida e Silva, aveva in precedenza reso noto come la commissione elettorale centrale avesse gia' deciso che le operazioni di voto potessero proseguire regolarmente; si sarebbe infatti accertato che l'inconveniente sarebbe in realta' dovuto solo all'errato uso, da parte dei presidenti di seggio, di uno dei due pennarelli in loro dotazione, uno per far indicare la preferenza sulle schede e l'altro appunto per sporcare le dita di chi ha gia' espresso il proprio suffragio; individuato lo sbaglio, non vi sarebbero ragioni per non continuare. Qanooni pero', che fin dall'inizio aveva parlato di grave irregolarita', ha minacciato di boicottare la consultazione. Piu' possibilista Karzai, il quale si e' limitato ad auspicare che ogni cosa sia risolta per il meglio.
(AGI) -
_________________
Spock: We must acknowledge once and for all that the purpose of diplomacy is to prolong a crisis.

  Visualizza il profilo di ipergiorg  Invia un messaggio privato a ipergiorg  Vai al sito web di ipergiorg    Rispondi riportando il messaggio originario
ipergiorg

Reg.: 08 Giu 2004
Messaggi: 10143
Da: CARBONERA (TV)
Inviato: 10-10-2004 10:07  
da ansa.it

KABUL - Elezioni storiche, uniche, dagli sviluppi inattesi e senza le attese violenze, queste consultazioni dirette che si sono svolte oggi e dovrebbero segnare il primo passaggio pacifico di poteri nella storia dell'Afghanistan, anche se l'opposizione rigettandone la legittimita' ha gia' creato una crisi politica.

L'Afghanistan si e' svegliato con la pioggia, la neve e la tempesta di polvere. Brutto segno quest'ultimo, vento e polvere portano violenza e sangue, dice la tradizione pashtun. Ma la giornata e' passata senza le temute aggressioni di Taleban o membri della rete terroristica di al Qaida. I seggi si sono chiusi due ore dopo il previsto per il grande afflusso di elettori eccitati, confusi, divertiti, irritati per la disorganizzazione, sdegnati per le irregolarita', per quell'inchiostro che dipinto sul pollice avrebbe dovuto impedire ai furbi, malintenzionati o prezzolati di rivotare e invece scompariva facilmente.

Quell'inchiostro che i rivali di Hamid Karzai, il presidente ad interim e favorito, quattro ore dopo l'apertura dei seggi hanno portato a prova inconfutabile di frodi e, quindi, della conseguente decisione di boicottare elezioni considerate invalide. ''I rivali di Karzai avevano gia' preparato tutto prima, perche' sapevano che avrebbero perso, e hanno preso al volo la scusa dell'inchiostro'', dice un giornalista afghano.

Un solo candidato non ha partecipato alla 'congiura': l'unica donna, Massouda Jalal, che, pur non essendo perfettamente soddisfatta, non si e' voluta unire.

La Commissione congiunta elettorale, fra governo afghano e le Nazioni Unite, che i nemici di Karzai dicono e' composta solo da uomini del presidente, ha respinto la richiesta di fermare il processo elettorale. Eventuali irregolarita' verranno in seguito esaminate, ma gli afghani hanno diritto di votare, ha detto un portavoce. ''E' un po' tardi per lanciare un appello di boicottaggio delle elezioni, ora che milioni di afghani hanno affrontato pioggia, neve e tempeste di polvere per andare a votare'', ha detto Karzai ad una conferenza stampa.

E davvero gli afghani sono accorsi ai seggi, con un ingenuo entusiasmo e l'illusione di contare finalmente qualcosa, invece di essere solo obiettivi di proiettili e bombe, carne da macello in un Paese ricchissimo di risorse naturali, con la fortuna e sfortuna di essere in un punto strategicamente cruciale, nel mezzo dell'Asia centrale, invaso da Alessandro Magno, Gengis Khan, i re inglesi, gli zar sovietici, i taleban pakistani, i militanti arabi di Osama bin Laden.

Oggi hanno posato i fucili e armati della schedina elettorale plastificata, con in testa i turbanti o il pakul, si sono messi in fila dall'alba fuori dai 5.000 seggi, allestiti in moschee, scuole, edifici pubblici. Hanno sfidato le minacce dei Taleban, le intimidazioni dei signori della guerra - secondo alcuni ben piu' pericolosi dei primi - e sotto l'occhio di centomila militari, fra afghani e stranieri, sono andati a votare, a piedi, a dorso di mulo, in autobus o macchina. Anche le donne, nascoste dal burqa, molte vedove dei trent'anni di guerra, nella speranza che il nuovo ''pasha'' , il re - per molti e' difficile distinguere da presidente - portera' pace e benessere, scuole per i figli, un futuro migliore: una vita normale.

''Ho fatto una fila di tre ore - dice Abdul Jamil, 32 anni, impiegato, che nel vento e nella polvere di una giornata fredda e grigia di una Kabul deserta di automobili attende al seggio della moschea di Abdullah Ibn Massud - ma sono contento di votare, perche' penso di fare qualcosa per il futuro del mio paese... non importa se le elezioni saranno eque solo al 50 per cento, per noi e' gia' qualcosa''.

Nella scuola secondaria di Zabiullah Khan le donne si affollano davanti al seggio, si spintonano, con bambini attaccati al seno, o al burqa azzurro che le nasconde allo sguardo degli estranei. ''Votero' per uno che porti pace e sicurezza'', dice una donna di 50 anni, tornata tre anni fa dall'esilio in Pakistan dove era fuggita dopo che i sovietici le avevano ucciso uno dei figli.

''Mi piace Qanuni'', il generale, unico serio rivale di Karzai, che si e' rifiutato di votare, quando ha saputo che il famoso inchiostro non marcava come avrebbe dovuto. Nella moschea sciita, fra gli Hazara, lontano, in un quartiere periferico occidentale, la gente protesta, mancano le schede, l'inchiostro e' finito, gli elettori aspettano fuori da ore e ore. Le autorita' organizzano autobus per portarli ad altri seggi, si puo' votare ovunque in queste elezioni che nessuno pretende siano un'esemplare prova di democrazia e trasparenza. D'altronde per ragioni di sicurezza c'erano pochissimi osservatori internazionali.

E gli americani sono intervenuti con il consueto tatto, screditando con il loro smaccato sostegno il povero Karzai, che anche se fosse il migliore dirigente del mondo fa la figura di una marionetta ''buona solo a portare i soldi'', come dicono i suoi rivali.

La conta dei voti e' iniziata subito dopo la chiusura dei seggi e un'idea sul vincitore si potra' avere lunedi', ma solo fra due o tre settimane si sapra' se Karzai avra' raggiunto quel 51% dei voti necessario per evitare il ballottaggio a novembre.
_________________
Spock: We must acknowledge once and for all that the purpose of diplomacy is to prolong a crisis.

  Visualizza il profilo di ipergiorg  Invia un messaggio privato a ipergiorg  Vai al sito web di ipergiorg    Rispondi riportando il messaggio originario
ipergiorg

Reg.: 08 Giu 2004
Messaggi: 10143
Da: CARBONERA (TV)
Inviato: 12-10-2004 16:50  
Ovviamente

....
Ora che le schede elettorali afghane sono al sicuro sul dorso di più di cinquecento asinelli, o rinchiuse nei furgoni di panettieri, macellai e fruttivendoli; ora che sta per cominciare lo spoglio dei voti – commissione d’inchiesta permettendo – ora si può dire che l’“election day” in Afghanistan è andato bene, “un grande giorno”, come l’ha definito sulla Stampa Ahmed Rashid, uno dei maggiori conoscitori della realtà afghana, un giorno che “rimarrà nella storia al di là dei dettagli sull’inchiostro e della questione dei voti multipli”. Un evento storico che ha fatto la felicità di molti, non soltanto degli Stati Uniti che, come sottolineava Repubblica ieri, “hanno investito energie, soldi e prospettive” e “non possono perdere la partita”. Erano felici soprattutto le donne, come Alimà Alizada che al Giornale ha detto: “Possiamo andare a lavorare, usciamo di casa da sole camminando liberamente e le nostre figlie vanno a scuola.

Per questo siamo venute così in tante a votare”. E come la studentessa Shafiqa Danushwar che, in una testimonianza sul Corriere, ha definito il voto come “il primo passo per il mio e il nostro futuro”, un futuro nel quale “potermi scegliere io il marito, il lavoro, la laurea”. Ma, poiché questa è soprattutto la “partita” degli americani e del loro pupillo, Hamid Karzai – “rimasto in sella per due anni” grazie agli americani, scriveva ieri l’Unità, “senza i quali verrebbe rapidamente inghiottito dal vortice furioso delle rivalità etniche e tribali sopravissute intatte all’esportazione di democrazia generosamente offerta dal presidente Bush” – alcuni quotidiani non sono proprio riusciti a manifestare entusiasmo. Repubblica ha fatto una scelta radicale: non ha parlato di Afghanistan.

Venerdì scorso, giorno precedente il voto, c’era una pagina dedicata all’addio del re della Cambogia e una che raccontava la vicenda del Tatarstan che vuole abbandonare l’uso del cirillico nonostante la resistenza del Cremlino, ma dell’“evento storico” afghano neppure l’ombra. Sabato, giorno del voto, una foto-notizia e un trafiletto annunciavano le elezioni. Domenica, finalmente, due pagine a colori: una per dire “il voto nel caos tra rischio brogli e minacce” e l’altra per un’intervista al principale sfidante di Karzai, Yunus Qanooni, “leader dei candidati che denunciano i brogli”, che nel titolo dice: “Consultazioni illegittime, c’è già chi prepara le armi”, e nel testo: “Organizzare delle elezioni soltanto per dire che l’Afghanistan ha votato mi sembra riduttivo oltre che offensivo”. Ieri però Qanooni ha detto di rinunciare al boicottaggio del voto e di aspettare l’esito della commissione dell’Onu.

..........

il foglio
_________________
Spock: We must acknowledge once and for all that the purpose of diplomacy is to prolong a crisis.

  Visualizza il profilo di ipergiorg  Invia un messaggio privato a ipergiorg  Vai al sito web di ipergiorg    Rispondi riportando il messaggio originario
  
0.121813 seconds.






© 1999-2020 FilmUP.com S.r.l. Tutti i diritti riservati
FilmUP.com S.r.l. non è responsabile ad alcun titolo dei contenuti dei siti linkati, pubblicati o recensiti.
Testata giornalistica registrata al Tribunale di Cagliari n.30 del 12/09/2001.
Le nostre Newsletter
Seguici su: