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Autore pessimismo di destra (storica e attuale)
mariano

Reg.: 01 Nov 2003
Messaggi: 2282
Da: san remo (IM)
Inviato: 22-09-2004 12:22  
Ricordare cosa disse Guizot nel 1847: “mai sorgerà una società e un mondo ove le donne potranno esprimere il loro suffragio elettorale, mai si leverà l’alba in cui tutte le creature umane, senza distinzione di classe e di spirito, potranno esercitare i sacri diritti della politica.
Maledetti siano i rivoluzionari e le loro deliranti e tracotanti pretese.”
Si, osserva Thiers, è vero “32 milioni di persone sono governate dal voto di 240.000.i 240.000 governano i 32 milioni. può sembrare in effetti una sproporzione e forse lo è, ma si è gia scesi troppo in basso con i diritti, verso una classe impotente di vigore e di cultura e di tempo libero (questa è veramente bella…) x dedicarsi alle travagliate quistioni politiche”.
Ricordare ora cosa disse Tocqueville nel 1864 “è certo che l’operaio si trova sotto una forte stretta umana nei rispetti del datore del lavoro. E questa stretta comincia ancor prima che il lavoro inizi, esattamente quando il disperato proletario cerca il ricevimento dal Padrone. Il lavoratore è privo della sua paga salariata e della propria dignità umana. Il datore è allora padrone oltre che del suo corpo anche della sua esistenza xchè può negargli il lavoro e la speranza.
[…] è certamente appurato che oggi questa che io chiamo “la schiavitù del bisogno” costringe una moltitudine della massa, esattamente la moltitudine senza cultura e fortuna a sottomettersi a schiavizzo, verso una condizione priva di libertà.
Tutto ciò è maledettamente ingiusto, ma è al contempo folle e liberticida assorgere la preveggenza dello stato verso una causa persa in partenza. Nn vi è nulla che giustifichi l’intromissione dello Stato verso il sociale o il civile; e il problema del manifesto (Marx ed Engels) è questo: loro credono che sia possibile una rivoluzione di classe attraverso processi politici. Dunque che la politica,o come meglio loro sostengono, l’economia socialista sia la soluzione a un male ingiusto ma sempre necessario x lo stato e il suo cammino”.

Bisogna prima di tutto intendere che i personaggi citati sono personalità dell’800 e spero quindi che vi sia chiaro che essi, esattamente come lo erano Marx ed Engels, erano privi di esperienze ed esempi storici-politici di massa popolare.
Addirittura tocqueville, che era un liberale e niente affatto un super falco , nn riesce a carpire il messaggio che era invece arrivato ai rivoluzionari del Manifesto; ossia l’irreprensibile simbiosi tra il “sociale” e il “politico” che i tumulti di fine ‘800 stavano concependo.
Quella che a noi oggi pare un’endiadi incontestabile, il politico-sociale, appunto, x tocqueville era “una follia liberticida”.
Da questa premessa si capisce benissimo che esiste tutt’oggi una contiguità secolare tra il pessimismo della destra storica e della destra attuale.
Un pessimismo scaturito da una teoria “positivista” che induce le masse piccolo-borghesi all’astratta idea che il mondo esistente, in qualunque travaglio storico esso sia, è di certo il migliore dei mondi possibili.
andare più in là rappresenterebbe l’ignoto dunque il folle e insieme il suicida.
“L’ideale” in perenne e perpetua lotta al cosiddetto “reale”.
La sinistra dal canto suo dovrebbe oggi creare la sua rivoluzione culturale in contrapposizione alla rivoluzione liberale degli anni 80 che ha decisamente minato gli equilibri umani e sociali della nostra società e della stessa sinistra, e poi, ma solo in conseguenza , determinare i confini invalicabili della cosiddetta “teoria socialista-riformista” (termine che io stesso, oggi come oggi, detesto in maniera viscerale): da una parte il massimalismo, dall’altra il moderatismo.



_________________
Io accetto il caos, non so se il caos accetta me.

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Julian

Reg.: 27 Gen 2003
Messaggi: 6177
Da: Erbusco (BS)
Inviato: 22-09-2004 13:08  
E' molto interessante quel che scrivi.
Io cmq più che di pessimismo parlerei di ideologia strumentale alla tutela dei propri interessi:gli operai sono inferiori
e quindi è giusto che rimangano nella loro
condizione di inferiorità.Dalla quale consegue che non possono partecipare alla
vita politica perchè non ne sono capaci.
Concezione come giustamente dici positivista,classista,volta unicamente
a tutelare i propri privilegi.Concezione
non ancora totalmente superata,anche se
oggi è diffusa anche nella piccola borghesia(professionisti,lavoratori dipendenti che
hanno uno stipendo tale da potersi permettere uno stile di vita borghese pur
rimanendo proletari nella concezione marxista,appunto perchè non proprietari
di mezzi di produzione).

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mariano

Reg.: 01 Nov 2003
Messaggi: 2282
Da: san remo (IM)
Inviato: 23-09-2004 23:32  
quote:
In data 2004-09-22 13:08, Julian scrive:
E' molto interessante quel che scrivi.
Io cmq più che di pessimismo parlerei di ideologia strumentale alla tutela dei propri interessi:gli operai sono inferiori
e quindi è giusto che rimangano nella loro
condizione di inferiorità.Dalla quale consegue che non possono partecipare alla
vita politica perchè non ne sono capaci.
Concezione come giustamente dici positivista,classista,volta unicamente
a tutelare i propri privilegi.Concezione
non ancora totalmente superata,anche se
oggi è diffusa anche nella piccola borghesia(professionisti,lavoratori dipendenti che
hanno uno stipendo tale da potersi permettere uno stile di vita borghese pur
rimanendo proletari nella concezione marxista,appunto perchè non proprietari
di mezzi di produzione).


nn sono d'accordo con ciò che affermi.
piuttosto alla destra manca una cognizione reale e tangibile con la realtà esistente, con il storicismo-sociale in particolare, e con l'internazionalismo oggi.
ciò scaturisce in un'alienazione con le pulsioni esistenziali-sociali (i movimenti agnostisici, o perlomeno che loro credono agnostici al loro teismo personale ) e con il presente in maniera astratta e distratta.
quello che praticamente ho ribadito nel primo post:"x la destra l'ideale è in continua e perpetua contrapposizione al reale" nn è una sciocchezza o uno scherzo che ho buttato giù così per fare.
tu discuti classismo e settarismo sociale generalizzandolo nel male oscuro, la borghesia, ma che in realtà oggi è più riconducibile al potere capitalistico e oligarchico, che niente è se nn la forma partitica organizzativa della borghesia.
come diceva togliatti nessuna forma sociale può pretendere di governare governando unicamente se stessa.
ieri, nel 800, nel periodo storico nelle citazioni da me fatte in apertura, la borghesia avanzava sfruttando, operai, contadini e proletariato in generis.
oggi la middle-class, decisamente eterogenea socialmente,culturalmente e politicamente, comprende benissimo che i propri privilegi sono ricavabili dal proprio comitato organizzativo che è esattamente la forma politica-partitica cosiddetta democratica
ciò dovrebbe indurci ad una riflessione: ieri era il potente, il signorotto, il marchese di turno che calava le proprie azioni despote (i privilegi) sulla sua amministrazione; oggi la forma di rapina capitalistica è riuscita a scardinare gli equilibri e a sfruttare "la politica" x le proprie meschinità e ingiustizie sociali.
questo è secondo me importante, ed è altrettanto importante che ci sia una sinistra attiva e intellettuale pronta a contrastare la rivoluzione culturale- liberale che la destra sta protraendo oramai da + di 20anni.

proletari di tutto il mondo unitevi!!!
_________________
Io accetto il caos, non so se il caos accetta me.

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Julian

Reg.: 27 Gen 2003
Messaggi: 6177
Da: Erbusco (BS)
Inviato: 24-09-2004 20:46  
Sinceramente,a parte alcuni passaggi poco
chiari del tuo post,l'unica differenza che
vedo nelle nostre concezioni sta nel fatto
che tu disserti di cultura,io più prosaicamente di economia(se ho ben capito).
Affermare che oggi non esista più una classe
dominante solo perchè il livello medio delle
condzioni di vita dei lavoratori dipendenti
in occidente è molto migliorato è un grave
errore che la nostra sinistra parlamentare
compie sempre.Per classe dominante ovviamente non intendo il proprietario di
una fabbrica con 10 dipendenti che non ha
alcun peso nella vita politica di un paese.
Io parlo delle imprese di grandi dimensioni
che volenti o nolenti indirizzano in campo
economico e di politica estera le decisoni
del governo,qualunque sia la forza politica
al potere.Ciò è dimostrato dagli ultimi 50
anni di storia,non c'è bisogno di spiegarlo.
Tu parli di massimalismo e moderatismo:io credo che il moderatismo sia solo una forma
di opportunismo.I partiti moderati si schierano,sempre e cmq,cn la classe dominante nei momenti decisivi.La rivoluzione culturale di cui parli non è
attuabile e soprattutto sarebbe di scarsa
utilità.L'unica cosa fattibile?Far sì che
i lavoratori dipendenti si rendano conto
del fatto di avere un interesse proprio
diverso da quello dei propri datori di lavoro.Io non parlo di rivoluzioni inattuabili,parlo di tutela di interessi concreti che oggi non avviene per il fatto
che quasi tutti i lavoratori sono per così
dire offuscati dall'ideologia dominante che
anche il nostro centro-sinistra propugna
e sostiene sotto la maschera di un ridicolo
socialismo.


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gatsby

Reg.: 21 Nov 2002
Messaggi: 15032
Da: Roma (RM)
Inviato: 27-09-2004 09:56  
Che la destra fondi le sue basi su un certo pragmatismo, che altyro non è che la negazione della speranza, di una propulsione verso un ignoto, è furo di dubbio.
E' quindi giusto parlare in un certo senzo di "pessimismo".
Non a caso uno dei concetti principali della destra, quando c'è da affronatre ddelicate temaiche è farlo seguendo "l’ottimismo della volontà senza dimenticare, però, il sempre opportuno pessimismo della ragione".

Rapportando tutto al mondo "politico", è ben cpomprensibile come tali principi ben siano adattai ad un oligarchia del potere sociale da parte di chi detiene già quello economico.
Chi sarà più conservatore di chi stà bene in quetse condizioni?
Quato però avviene una volta che si saranno cristllizzate le posizioni. La destra di cui discutiamo astrattamnete si dovrebbe però trovare in un contesto "liberistico" in cui le posizioni di ricchezza e povertà sono aperte a tutti, un modello in cui la conservazione è sinonimo di eguale possibilità per chiunque di sfruttare la ricchezza del proprio paese(parlaimo di nazioni ricche, occidentali). Vista in questa ottica purtropppo utopistica, il pessimismo della destra si potrebbe definire "individualistico"( riguarda cioè la singola persona che si dovrà battere per arrivare all'apice del sistema), mentre attorno si avrà una generale constatazione di benessere da conservare.
Quindi: stato ricco(da conservare) nel quale ogni individuo può emeregere.
Estrapolare il pensiero della destra da questo quadro generale traviserebbe qualsiasi considerazione.
Rapportando tutto al reale, si nota però come tali concetti rimangano solo teorici.
Le possibilità di emergere sono minime, e il sistema è talmente abituato a logorarsi che non bastano le positive eccezzioni per risollevarlo. Tutta la teoria di prima applicata a qeusto contesto, diventa solo uno strumento per i più ricchi di detenere il potere, un potere così vasto che si permettono di delegare a personaggi, i politici, che fasullamente eletti dal basso, sono invece imposti dall'alto.
In una tale situazione, parlare di destra attraverso filosofi,economisti e storici del passato diventa purtroppo una facile opportunità per perdersi dietro a quelle parole che tanto hanno da distrarre chi dovrebbe invece vigilare.
Destra?Sinistra?
bah....
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Qualunque destino, per lungo e complicato che sia, consta in realtà di un solo momento : quello in cui l'uomo sa per sempre chi è

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