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Autore Rifiuti campani al delirio
ipergiorg

Reg.: 08 Giu 2004
Messaggi: 10143
Da: CARBONERA (TV)
Inviato: 12-08-2004 16:56  
2316 assunti per giocare a carte
Mandato da Il Legno Storto Martedì, 10 Agosto 2004, 17:07.

di RENATO FARINA - La crème di giornalisti beve un cafferino e pontifica di sociologia con Bassolino (50 milioni a chiacchierata). Più modestamente gli addetti all'immondizia si accontentano di tre milioni al mese per giocare a carte. Accade tutt'ora a Napoli e Campania. Abbiamo scoperto a che cosa serve la corte imparruccata dei 21 intellettuali di Re Bassolino: con il luccichio delle teorie velano la pura e semplice infamia istituzionalizzata, il finanziamento del malcostume travestito da opera sociale. Di questa robaccia, più schifosa dei rifiuti che sono il pretesto di questo sperpero, non c'è traccia nei verbaloni degli (inconsapevoli, ovvio) professori. In compenso l'abbiamo trovata noi nel posto più ufficiale d'Italia: i testi stenografici della Camera dei deputati. Da quelle pagine si può apprendere che, dal 2000 fino alla consumazione dei tempi, abbiamo speso, spendiamo e spenderemo ogni anno 100 miliardi di lire, 50 milioni di euro, in crescendo infinito e progressivo, per stipendiare 2316 incaricati ufficialmente a 3 milioni il mese, per 14 mensilità, di occuparsi dei rifiuti di Napoli e province vicine.

I quali però ("tranne 200") non fanno nulla e non vogliono far nulla. Anzi minacciano. Sono infiltrati dalla camorra. Il tribunale ne prevede il licenziamento per l'illiceità dell'assunzione. Figuriamoci. Non se ne parla. Anzi, vogliono che siano assunti anche i loro amici e parenti. Nulla accade. La denuncia è in Parlamento.
«Gli onorevoli e senatori di tutti i partiti», ci garantisce l'onorevole Paolo Russo di Forza Italia, «erano sgomenti». Tutto fermo, nessuno si è ammanettato fuori dal palazzo della Regione di Napoli. Nessuno sciopero della fame. Antonio Bassolino discorre amabilmente bevendo il caffè con Ilvo Diamanti che offrirà a suo tempo splendide riflessioni ai lettori di Repubblica, gli altri di Mattino, Corriere del Mezzogiorno, Stampa e Sole pittureranno quadri affascinanti del nuovo Rinascimento napoletano. Invece qui c'è il saccheggio non solo dei nostri denari, ma della buona fede. Chiariamo subito i fatti e le responsabilità trasversali. Durante gli anni dell'emergenza rifiuti, la giunta di centrodestra (presieduta da Antonio Rastrelli) assunse 2316 lavoratori socialmente utili. A tempo determinato però. Nel 2000, dopo un ribaltone, il centrosinistra guidato da Andrea Losco, li confermò in pianta stabile.
Un comportamento contro la legge, un cedimento pazzesco alla camorra che voleva esattamente questi stipendi perché rendessero perenne l'emergenza rifiuti, cioè non lavorassero.

Il Tar ha stabilito che quelle assunzioni sono nulle. Ma chi ha il coraggio di licenziarli? Nessuno, né a sinistra né a destra. Devono campare pure gli onorevoli e i sindaci. E così andremo avanti per sempre. Per il racconto di queste vicende incredibili attingiamo alle carte della Commissione d'inchiesta che in Italia si dedica al «ciclo dei rifiuti e alle attività illecite ad esso connesse», indicateci dal coraggioso presidente Russo (coraggioso perché sappiamo che rischia). È il 27 luglio. Convocato alla Camera, Corrado Catenacci inizia a parlare alle 14.10. Finirà alle 16.05, dicono gli atti. Commissario per l'emergenza spazzatura in Campania, è la terza volta che va a riferire da quando s'è insediato, succedendo a Bassolino (marzo 2004). Ha lasciato il suo ufficio diNapoli ed è felice quando se ne va. Infatti sotto le sue finestre ci sono casse da morto esposte da quelli che stipendia e vorrebbe far lavorare e lo prendono pure per i fondelli.
Vive blindato come Carlo Alberto Dalla Chiesa ai tempi delle Brigate Rosse, Giovanni Falcone ai tempi del pool. Quelli erano minacciati da gente in clandestinità. Questi invece gli vogliono far la pelle alla luce del sole. A lui e pure a Bassolino, mica si metta contro. Qui lasceremo perdere l'incredibile racconto dell'inefficienza in cui s'è trovato catapultato il povero Catenacci. Non c'è discarica che funzioni. I rifiuti finiscono dalle parti di Bari o a Orvieto. Politici di tutti i partiti fanno a gara a non volere nei territori di comuni del loro collegio elettorale il pattume. Catenacci è disperato. Fa ciò che può: cerca di fregare le altre regioni, lo confessa pure. Ed è il massimo dei risultati.

Bassolino gli aveva lasciato una situazione spaventosa. S'era limitato a nominare i subcommissari ultrapagati, i quali hanno mantenuto questa schiera di nullafacenti professionisti. In tutto, dall'11 febbraio '94 a oggi, lo Stato ha versato 1.250 miliardi. Non solo sono stati gettati via, masono stati incassati dal nemico.
Possibile che tutto fili liscio senza che intervenga la magistratura, senza che ci sia un repulisti politico o una rivolta dell'opinione pubblica? Ah già, dimenticavamo che gli opinionisti maggiori della Regione sono a libro paga 3; Alle 15 del 27 luglio, Catenacci si lascia andare. «Abbiamo, infine, il gravissimo problema dei 2.400 lavoratori assunti dalla precedente gestione con un contratto a tempo determinato per le esigenze della raccolta differenziata. Questo rapporto di lavoro è stato inopinatamente trasformato in rapporto a tempo indeterminato: ho avuto notizia di una sentenza del Tar della Campania con la quale il Tar avrebbe annullato le ordinanze commissariali che prevedevano nel 2000 questo cambio di tipologia del rapporto. Questa gente, inquadrata con un contratto di lavoro di Federambiente e che quindi riscuote oltre 3 milioni al mese, molto difficilmente accetterà di perdere il posto di lavoro.
La situazione è drammatica, tanto che nei primi giorni delmio insediamento sono stato aggredito più volte per cui si è ritenuto necessario tutelarmi adeguatamente: sotto gli uffici del commissariato non è difficile vedere 20, 30, 40, 50 poliziotti, secondo i momenti più o meno caldi. Questi dipendenti avrebbero dovuto lavorare per la raccolta differenziata che sarebbe dovuta partire: sono stati spesi centinaia di miliardi ma non è partita». Cinquanta poliziotti per difenderlo dai lavoratori che non lavorano e che vogliono garantito comunque il posto per sé e per altri loro cari. Bel regalo gli ha fatto Bassolino.
Racconta di come per disperazione abbia rifilato vere e proprie truffe alle altre Regioni, come se fosse normale: «Abbiamo fatto un "paccotto" alle Regioni, come si dice in napoletano, cioè abbiamo mandato loro i rifiuti ma non le abbiamo pagate. Bisogna anche dire che la regione migliore sotto questo aspetto è stata l'Umbria che ci ha dato veramente una mano e che, per colpa nostra, è andata sotto processo». Viva la sincerità. Però non pratica più clientele: «Da quando io sono nella struttura commissariale, ho scelto i miei collaboratori, parte dei quali erano nella precedente struttura: si tratta di circa 70 persone (prima erano molte di più). Controllo personalmente coloro che lavorano con me: non lavorano presso assessori, onorevoli, parlamentari, lavorano solo per me». Interviene il ds Donato Piglionica: «E i 2.400?». Catenacci risponde: «Se di questi 2.316, ne lavorano 200 è un miracolo. Gli altri non fanno niente e me lo contestano pure. Vengono da me coi sindacati. Mi dicono che sono un padre di famiglia e non dovrei consentire che loro uscendo vadano al bar a giocare con gli amici dove magari spendono tutti i soldi a zecchinetta ». Zecchinetta, un gioco delle carte napoletano.

Lo Stato finanzia la zecchinetta.
Catenacci prova a dar da lavorare, ma rifiutano, e vengono a prenderlo in giro: noi giochiamo a zecchinetta... Continua: «Fuori dell'ufficio del commissario ci sono 60 persone che non furono assunte. A suo tempo ci fu una selezione romanzesca, su cui sta indagando la magistratura, fatta con una società di fiducia della regione. Il risultato è stato che là dentro c'è di tutto, anche elementi non buoni. Uno di quelli che mi minacciò era un camorrista della peggior risma. Come dicevo 60 persone che volevano essere assunte, e non lo sono state, sono rimaste per 2 mesi sotto il mio ufficio con una cassa da morto dentro la quale hanno messo dei fantocci ai quali davano il nome di Bassolino, Catenacci e Facchi (il commissario precedente, ndr), i 3 cattivi della situazione ». Facchi e Bassolino hanno lasciato che le cose continuassero, Catenacci non ci sta. L'audizione è finita. I deputati vanno in vacanza
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Spock: We must acknowledge once and for all that the purpose of diplomacy is to prolong a crisis.

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ipergiorg

Reg.: 08 Giu 2004
Messaggi: 10143
Da: CARBONERA (TV)
Inviato: 14-08-2004 10:22  
ALTRO DELIRIO. Complimenti ancora a Bassolino


L'aiutino ai Romiti? Altro che 400 milioni(libero)
Mandato da Il Legno Storto Venerdì, 13 Agosto 2004, 18:21.
di RENATO FARINA

Destra e sinistra sono d'accordo. Dice Paolo Russo, Forza Italia, presidente della Commissione parlamentare d'inchiesta sui rifiuti: «È ora che la magistratura prenda il toro per le corna. Non è tollerabile che sia la Regione stessa, cioè i cittadini, a garantire su un finanziamento che le banche hanno fatto alla società della famiglia Romiti». Gli fa eco Michele Vinello, diessino, vicepresidente della stessa commissione: «È incredibile. Ha ragione il titolo di Libero: "400 miliardi pronti per i Romiti". Bassolino, travolto dall'emergenza, ha sbagliato. E ha firmato la garanzia alle banche così che la Fibe potesse levargli le castagne dell'emergenza dal fuoco. La beffa è che ha avuto i finanziamenti, ma la situazione non è affatto risolta. Avrà ancora denari fino a mille miliardi ».

In buona sostanza: se la Fibe dovesse fallire, le banche potrebbero rivalersi sulla Regione? Vianello: «Questo è uno dei punti dolenti. E la mia risposta è: sì, temo proprio di sì». Aggiunge: «Non so come finirà, ma complimenti. Avete avuto coraggio a toccare un simile potentato. Nessuno aveva osato. Il Corriere della Sera, ovviamente, non ha mai sfiorato questi affari. È uscito un solo articolo sull'Unità un mese fa sulla Fibe, roba piccola. Poi niente. Scommettiamo? Vi fermeranno>.
Russo: «È una storia di capitalismo alla bulgara. La Fibe, che fa capo all'Impregilo dei Romiti, non aveva sufficienti capitali. Il capitale di rischio, invece dell'imprenditore, alla fine lo mette lo Stato tramite l'ente locale. Si è regalato un monopolio enormemente redditizio come quello dei rifiuti, e del loro utilizzo per produrre energia, a chi in fondo non rischia nulla. Oltretutto senza ottenere risultati decenti per la cittadinanza, senza rispettare - a giudizio della nostra Commissione - i parametri contrattuali. Insomma: la Fibe è inadempiente, ma nessuno osa muovere un dito. Ci ha provato il commissario straordinario Corrado Catenacci. Ha nominato una società per fare verifiche sui materiali prodotti: e ha scoperto che faceva melina».
Rincara Vianello: «Se proprio non lo si vuole stracciare, per non causare traumi, questo contratto che non ha uguali al mondo per il privilegio concesso alla Fibe, si può rinegoziare. Ridare un po' di autonomia alle province, comunque finirla con questo capitolo indecente, senza lasciare morti sul campo». Le responsabilità di questa trash-story? Vianello è propenso a dare la maggior parte delle colpe alla giunta di centrodestra guidata da Rastrelli (An) che ha stabilito i criteri della gara d'appalto, anche se non assolve Bassolino per le mosse filo-Romiti, determinate però dal timore per l'ordine pubblico. Russo invece punta il dito più decisamente sull'attuale amministrazione: «È Bassolino che ha firmato i contratti. E poi ha incredibilmente mancato ai suoi doveri garantendo i prestiti bancari ai Romiti.
Che capitalismo è? Qui si va contro l'interesse dei cittadini. E la cifra è si di 400 miliardi ma ha letto le dichiarazioni Catenacci?». Ho letto e trascrivo: «Esiste una convenzione firmata da Bassolino, Fibe e le banche 3; il consorzio di banche ( è sul campo con circa mille miliardi ». Insomma: non sono 400 ma 1000, i miliardi! Gli chiedo: avete interessato la magistratura? Risposta di Russo: «Un commissario domandò di trasmettere la deposizione del commissario straordinario Corrado Catenacci alla magistratura. L'ho prontamente messa a disposizione della Procura di Napoli. Non ho notizie. Ma i fatti sono enormi». Rivediamoli. Ieri Libero, semplicemente leggendo gli atti della Commissione, ha scoperto che, oltre al caso scandaloso dei 2.316 operai assunti a 3 milioni al mese per giocare a carte, più precisamente a zecchinetta, c'è questa faccenda del prestito anomalo alla Fibe.

E c'è voluto un po' a capire, nonostante l'incredibile omertà dei mass media, che i padroni del vapore sono una grande famiglia del capitalismo italiano. Con molti interessi in Campania. Al momento in cui si apre l'asta, nel 1998, il Corriere della Sera ha aperto da un annetto il Corriere del Mezzogiorno. Quando nel 2000 il contratto è siglato la (quasi) universalità dei mass media o è di orientamento filo-bassoliniano o è nell'orbita di Romiti. Poi nel 2002 ci sono le famose nomine dei 21 professori e giornalisti (firme di Repubblica, Corriere del Mezzogiorno, Mattino, Stampa, Sole 24 ore): li scelse Bassolino in persona come gemme della sua corona, li ha pagati 50 milioni a chiacchierata. Difficile immaginare poderose inchieste su rifiuti finite in mani potenti e amichevoli.
Noi proviamo a procedere. Andiamo alla gara d'appalto. La commissione giudicatrice ha stilato la graduatoria il 23 dicembre 1998. Un bel regalo di Natale ai Romiti. Dovuto? La loro società ha vinto pur avendo meritato un sonoro 4 (precisamente 4,2 su 10) quanto a valore tecnico delle opere. Come dire: si prevedeva già che i famosi impianti non sarebbero stati capolavori. Il 4 anche per la riforma Berlinguer era una bocciatura, ci si salvava con il 5. Come ha fatto a vincere? Hanno dato un 7,4 al "merito tecnico dell'impresa", insomma al pedigree di Impregilo. Ma decisivo è stato il prezzo basso, 83 - 85 lire per chilogrammo "conferito all'impianto di produzione Cdr". Cdr sono le ecoballe, cioè rifiuti trasformati in combustibile da infilare poi nei "termovalorizzatori" per produrre energia elettrica. Ma i termovalorizzatori sono ancora lontani dall'essere installati. E, secondo i periti della magistratura, le balle non sono molto ecologiche. Il contratto rischia di saltare. Ma i Romiti sono in una botte di ferro, anzi d'oro. Gliel'ha fornita Bassolino;
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fassbinder

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Da: reggio emilia (RE)
Inviato: 14-08-2004 10:30  
Certo che chi scrive queste sciocchezze non conosce vergogna proprio !
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ipergiorg

Reg.: 08 Giu 2004
Messaggi: 10143
Da: CARBONERA (TV)
Inviato: 14-08-2004 10:32  
Come ho già detto se la sinistra te lo mette in quel posto tu dici anche grazie! Bravo!
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ipergiorg

Reg.: 08 Giu 2004
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Da: CARBONERA (TV)
Inviato: 17-08-2004 16:42  
Acerra - Sgombero forzato del blocco
ACERRA - La polizia è intervenuta per rimuovere il blocco che impediva l’attività delle ruspe nel cantiere di Acerra per il termovalorizzatore. Le forze dell’ordine stanno prelevando di peso i manifestanti che vengono portati via dal cantiere. Tra i manifestanti allontanati anche il sindaco, Espedito Marletta, ed alcuni componenti della giunta.

Il primo cittadino, alcuni assessori e altri membri del comitato di lotta contro il termovalorizzatore sono stati accompagnati dalla polizia presumibilmente in questura per l’identificazione.
Raggiunto al telefono dai giornalisti il sindaco ha detto di essere a bordo di un cellulare sull’asse mediano (una delle strade a grande viabilità della Campania).
«Non so dove ci stanno portando. Presumibilmente - ha aggiunto Marletta - in questura». Non si sa, al momento, se le persone caricate sul cellulare vengano condotte in qualche luogo per la semplice identificazione o se sarà contestato loro qualche reato. Intanto in località Pantano di Acerra c’è molta tensione, con numerosi presidi fatti dai componenti del movimento cittadino di lotta contro l’inceneritore che innalzano cartelli con le scritte «no all’inceneritore - sì alla salute».
Il sindaco, gli assessori e un’altra quindicina di persone avevano superato uno dei numerosi sbarramenti fatti dalla polizia in tutta la zona e si erano portati sul posto dove dovrà sorgere l’impianto per contestarne la costruzione.
Intanto all’esterno da un megafono vengono gridati slogan del tipo «dobbiamo vincere e si può vincere, come hanno vinto quelli di Scanzano. E’ necessario mantenere i presidi, non dobbiamo abbandonare».

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FINALMENTE IL PUGNO DURO! (sarà perchè siamo lontanissimi dalle elezioni)
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