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Autore Garibaldi, Mazzini, il Pd'az. e Carlo Marx
mariano

Reg.: 01 Nov 2003
Messaggi: 2282
Da: san remo (IM)
Inviato: 12-07-2004 22:03  
ricordo che tempo fa Ginestra citò (in che merito nn mi viene in mente) Indro Montanelli e una sua celeberrima opera (Storia d'Italia) x riportare la seguente frase:"come al solito reazionari e rivoluzionari si trovarono d'accordo x il giungere in Europa di Giuseppe Garibaldi: da Marx alla regina d'Inghilterra (ignoro quale) tutti ugualmente sdegnati" (dubito che l’aspetto lessicale sia stato rispettato pienamente..)
questa frase mi colpì molto.
più che la frase in se, l'aspetto inerente a Marx.
mi pareva paradossale che un uomo come Carlo Marx disprezzasse il personaggio di Giuseppe Garibaldi; ma poi ho capito che un senso doveva esserci (confidando nella parole data da Ginestra, poiché la fonte materiale mi mancava) ed ho iniziato nel mio piccolo una ricerca autarchica, che mi ha portato ad una fonte autorevole, data la forte reverenza dell'autore (Antonio Gramsci), che mi ha aiutato a dare un senso filologico in questione.
c'è da premettere che la fonte è un’ infinita miscellanea di questioni connesse l’un l’altra, e sono dunque impossibilitato dal riportarlo materialmente.
l'articolo discorre un aspetto poco conosciuto della spedizione dei mille nel meridione, ma soprattutto, fermo nell'analisi etico-storica del partito d'azione (Pd'az): il disprezzo delle forze risorgimentali x la questione meridionale e il loro totale disinteresse alla sorte dei proletari soppressi dai proprietari latifondisti, con conseguenti fucilazioni di massa dei contadini riottosi da parte dei garibaldini.
stando al verbo di Gramsci, Garibaldi e il suo fedele colonnello Nino Bixio man mano che avanzavano nel territorio siciliano operavano con azioni repressive nei confronti dei contadini ancora timorati dai "baroni" borbonici, o che cmq diffidavano dal riconoscere il lavoro degli invasori-liberatori.
tutto ciò ha un precedente nella storica “repubblica romana”, e nei caratteri repressivi di Giuseppe Mazzini e Felice Orsini nelle Marche e nella Romangne verso il cosiddetto “brigantaggio”, che in quel periodo era inteso verso i contadini ribelli alle proprietà latifondiste e borghesi.
(in materia documentarsi sulla corrispondenza allarmata tra Marx ed Engels in merito alla “quistione” agraria italiana dal ’48 al ’60)

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Io accetto il caos, non so se il caos accetta me.

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ginestra


Reg.: 02 Mag 2003
Messaggi: 8862
Da: San Nicola la Strada (CE)
Inviato: 12-07-2004 22:52  
Garibaldi, secondo i benpensanti(soprattutto per Cavour) era un avventuriero senza bandiera né ideologia.Agiva d'istinto e secondo l'impulso anelante alla libertà di tutti i popoli, molte furono le lettere di sostegno e di conforto che inviò ai vari popoli oppressi di tutto il mondo.
Era un puro nell'anima e senza desiderio pecuniario, oltre questo,non era nessuno, aveva promesso ai contadini quello che gli avevano riferito al governo di Torino, ma dovette combattere contro l'ignoranza dei siciliani che vedevano di malocchio i nuovi intrusi e contro il governo latitante e traditore.
Fu costretto ad opere di rappresaglia, di cui il maggior fautore fu proprio Bixio,ma solo perché altrimenti non poté.
Le vicende in Sicilia sono note e sono riportate in alcuni libri di testo scolastici,tratte anche da una novella di Verga"Libertà".
Ti riporto le parole del conte Camillo Benso di Cavour:"Garibaldi è un ispirato,inebriato da successi insperati.Egli crede di aver ricevuto una missione provvidenziale.Ora egli s'immagina che è con gli uomini della rivoluzione che deve marciare.Ne consegue che egli semina sulla sua strada il disordine e l'anarchia".
Quello stesso Cavour che lo usò per i suoi scopi e poi lo gettò via come una pezza vecchia.
Gli uomini come l'eroe dei due mondi non possono essere amati né da una parte né dall'altra, perché costituiscono un pericolo per l'ordine costituito o che si vuole costituire, sia esso di origine conservatrice sia esso di origine progressista.
Da qui la mala accettazione su tutti i fronti, compresa l'Inghilterra pur liberale e Carlo Marx pur sostenitore delle classi misere.
_________________
E tu, lenta ginestra,che di selve odorate queste campagne dispogliate adorni, anche tu presto alla crudel possanza soccomberai del sotterraneo foco, che ritornando al loco già noto, stenderà l'avaro lembo su tue molli foreste.......

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Julian

Reg.: 27 Gen 2003
Messaggi: 6177
Da: Erbusco (BS)
Inviato: 13-07-2004 08:51  
quote:
In data 2004-07-12 22:29, Window scrive:
bhe, ma che vo' dire sto' topic "insulso" come dite voi sinistra snobbista e acculturata???


Appunto,lascia che a leggere siano quelli
della sinistra che tanto disprezzi..
Ciao

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REWIND

Reg.: 19 Apr 2004
Messaggi: 604
Da: roma (RM)
Inviato: 13-07-2004 11:26  
Qui puo' leggere chiunque e ognuno puo' esprimere il suo parere....
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MI ALZO DAL LETTO E PENSO AL POVERO MIO FEGATO FEGATO FEGATO SPAPPOLATO!!!

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Julian

Reg.: 27 Gen 2003
Messaggi: 6177
Da: Erbusco (BS)
Inviato: 13-07-2004 12:13  
Non volevo dire che non è così!

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mariano

Reg.: 01 Nov 2003
Messaggi: 2282
Da: san remo (IM)
Inviato: 13-07-2004 19:11  
quote:
In data 2004-07-12 22:52, ginestra scrive:
Garibaldi, secondo i benpensanti(soprattutto per Cavour) era un avventuriero senza bandiera né ideologia.Agiva d'istinto e secondo l'impulso anelante alla libertà di tutti i popoli, molte furono le lettere di sostegno e di conforto che inviò ai vari popoli oppressi di tutto il mondo.
Era un puro nell'anima e senza desiderio pecuniario, oltre questo,non era nessuno, aveva promesso ai contadini quello che gli avevano riferito al governo di Torino, ma dovette combattere contro l'ignoranza dei siciliani che vedevano di malocchio i nuovi intrusi e contro il governo latitante e traditore.
Fu costretto ad opere di rappresaglia, di cui il maggior fautore fu proprio Bixio,ma solo perché altrimenti non poté.
Le vicende in Sicilia sono note e sono riportate in alcuni libri di testo scolastici,tratte anche da una novella di Verga"Libertà".
Ti riporto le parole del conte Camillo Benso di Cavour:"Garibaldi è un ispirato,inebriato da successi insperati.Egli crede di aver ricevuto una missione provvidenziale.Ora egli s'immagina che è con gli uomini della rivoluzione che deve marciare.Ne consegue che egli semina sulla sua strada il disordine e l'anarchia".
Quello stesso Cavour che lo usò per i suoi scopi e poi lo gettò via come una pezza vecchia.
Gli uomini come l'eroe dei due mondi non possono essere amati né da una parte né dall'altra, perché costituiscono un pericolo per l'ordine costituito o che si vuole costituire, sia esso di origine conservatrice sia esso di origine progressista.
Da qui la mala accettazione su tutti i fronti, compresa l'Inghilterra pur liberale e Carlo Marx pur sostenitore delle classi misere.



oltre il Verga e il Gramsci, esistono anche le testimonianze di G.C. Abba ne "storielle di uno dei mille".
sinceramente io ignoravo la questione, anche xchè a scuola certe cose nn le insegnano, e dunque mi si richiede un maggior approfondimento x esprimermi
tu che sei un'insegnante di storia,cosa ne pensi delle soppressioni Mazziniane contro il "brigantaggio" nelle Romagne e nelle Marche.
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mariano

Reg.: 01 Nov 2003
Messaggi: 2282
Da: san remo (IM)
Inviato: 13-07-2004 19:12  
quote:
In data 2004-07-13 11:26, REWIND scrive:
Qui puo' leggere chiunque e ognuno puo' esprimere il suo parere....



e xchè nn ti sei espresso??
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ginestra


Reg.: 02 Mag 2003
Messaggi: 8862
Da: San Nicola la Strada (CE)
Inviato: 13-07-2004 20:21  
Sui libri di scuola non si scrivono molte cose,purtroppo.Per esempio si legge tantissimo sul brigantaggio del meridione, accennando pochissimo su quello dell'Emilia Romagna.In realtà la delusione del nuovo Stato monarchico toccò tutti i contadini italiani, dall'uno all'altro capo della penisola.Dovunque scoppiarono ribellioni contro la politica esosa del parlamento "piemontese".Se la causa fu legittima, lo fu a maggior ragione per gli abitanti delle due Sicilie, se si considera che al momento dell'unificazione italiana,il debito pubblico dello stato sabaudo era enorme di fronte a quello irrilevante del regno borbonico.Praticamente l'Italia del sud dovette sobbarcarsi di risanare debiti che non erano suoi e, in più, pagare onerose tasse.
Questo è il classico: stavamo meglio quando stavamo peggio.
Per quanto riguarda la repressione di cui parli, ne ho poco sentore, sono scarsamente informata su questi episodi.Fu fatta sicuramente in modo illegale, visto che ambedue i personaggi erano perseguitati, banditi e considerati "terroristi" dallo Stato Italiano.
La vera repressione fu compito dell'esercito regolare e a tal fine ti posto le parole di cronologia:
"Fin dai primi mesi del 1860, il fenomeno del brigantaggio assunse dimensioni dilaganti e costrinse i piemontesi a portare il numero dei soldati impiegati nel Sud dagli iniziali 22.000 a un contingente di 50.000 nel dicembre del 1861, aumentato a 105.000 unità l'anno successivo fino a raggiungere il numero di 120.000 nel 1863. La lotta armata fra briganti meridionali e truppe dell'esercito regolare in cinque anni fece un'ecatombe di vittime assumendo le proporzioni di una guerra civile. Si calcola che tra il 1861 e il 1865 rimasero uccisi in combattimento o passati per le armi 5212 briganti e che ne siano stati tratti in arresto 5044. Occorsero misure severissime di pubblica sicurezza per stroncare definitivamente il brigantaggio e fu determinante al riguardo la "Legge Pica" del 15 agosto 1863, che sottopose alla giurisdizione militare le zone di maggiore attività dei banditi.Venne proclamato lo stato d'assedio, con rastrellamenti di renitenti alla leva, di sospetti, di evasi e pregiudicati. Le rappresaglie furono atroci e sanguinose da entrambe le parti e spesso le masse furono coinvolte loro malgrado negli scontri pagando con la distruzione di interi villaggi e le fucilazioni senza processo di centinaia di contadini ritenuti a torto fiancheggiatori dei briganti".
Ritornando a Mazzini,lo ritengo un grande ideologo ma anche un grande aristocratico,poco incline a volgere lo sguardo in basso e poco aderente alla realtà,(da qui i suoi fallimenti e il volersi incaponire con una Repubblica a cui il popolo italiano non era per nulla preparato) quindi che abbia appoggiato la politica di repressione dei briganti non c'è da meravigliarsi.Felice Orsini era un violento che manifestò un'indole ribelle già molto giovane, alcuni lo ritengono un eroe, gli è stata persino dedicata una lapide commemoratrice.Il suo attentato alla carrozza dell'imperatore provocò morti e feriti innocenti, sconvolgendo i disegni italiani di alleanza con la Francia e fu, perciò, controproducente.
Mi rendo conto che il discorso diventerebbe troppo lungo,poiché occorrerebbe fare una più ampia dissertazione su tutta la vicenda risorgimentale, sulle aspettative deluse e sulle verità non dette.Per ora mi fermo qui.


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[ Questo messaggio è stato modificato da: ginestra il 13-07-2004 alle 20:24 ]

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REWIND

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Da: roma (RM)
Inviato: 14-07-2004 10:29  
quote:
In data 2004-07-13 19:12, mariano scrive:
quote:
In data 2004-07-13 11:26, REWIND scrive:
Qui puo' leggere chiunque e ognuno puo' esprimere il suo parere....



e xchè nn ti sei espresso??




Perche' è un argomento che non mi interessa, il mio intervento era per rispondere a Julian a cui traparentesi volevo dire che il mio intervento precedente è in toni tranquilli e non polemico, questo per evitare incomprensioni.
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ginestra


Reg.: 02 Mag 2003
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Da: San Nicola la Strada (CE)
Inviato: 14-07-2004 14:22  
quote:
In data 2004-07-14 10:29, REWIND scrive:
quote:
In data 2004-07-13 19:12, mariano scrive:
quote:
In data 2004-07-13 11:26, REWIND scrive:
Qui puo' leggere chiunque e ognuno puo' esprimere il suo parere....



e xchè nn ti sei espresso??




Perche' è un argomento che non mi interessa, il mio intervento era per rispondere a Julian a cui traparentesi volevo dire che il mio intervento precedente è in toni tranquilli e non polemico, questo per evitare incomprensioni.




Certo, non ti interessa, fa parte del passato,ma non sai che dal passato si costruisce il presente.Forse non ti tocca da vicino perché abiti a Roma, una città comunque privilegiata.Viceversa, chi vive nel Sud, paga ancora la cattiva politica dei secoli scorsi, quella di tutti i successori di Cavour, compreso Giolitti.In poche parole la "Questione meridionale" è un problema ancora drammaticamente attuale.
Nel basso Lazio, in special modo la città di Gaeta,odiano tutti i grandi del Risorgimento,i motivi sono facili da capire, sono stati impietosamente bombardati,durante la lotta al brigantaggio, e si contano migliaia di vittime in quella città, vittime di cui non si parla ufficialmente.
Ancora oggi per quanto riguarda l'amministrazione del sud e del nord, si fanno due pesi e due misure.
Ma dimenticavo che non esiste paese più disunito dell'Italia e le tue parole ne sono una conferma.

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[ Questo messaggio è stato modificato da: ginestra il 14-07-2004 alle 15:58 ]

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Julian

Reg.: 27 Gen 2003
Messaggi: 6177
Da: Erbusco (BS)
Inviato: 15-07-2004 08:33  
Io abito a Brescia,una città industriale
sviluppata che non vede nel complesso certo
di buon occhio i "terroni"(scusa il termine)
visti come "mafiosi e gente con poca voglia
di lavorare":la differenza culturale fra
Nord e SUd è evidente,tanto che si potrebbe
parlare di due paesi diversi..il problema
è che come giustamente dici tu oggi al
sud si paga ancora le conseguenze di
secoli di latifondismo nonchè dell'Unità
d'Italia che portò benefici solo al Nord.

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