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FilmUP Forum Index > Cinema > Critica il critico > Che cosa ricercate nei pezzi d'oggi?   
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Autore Che cosa ricercate nei pezzi d'oggi?
NancyKid
ex "CarbonKid"

Reg.: 04 Feb 2003
Messaggi: 6860
Da: PR (PR)
Inviato: 12-07-2004 16:52  
Che cosa offre esattamente il panorama attuale dei giornalisti cinematografici (online e non)?
Io sono dell'idea che un critico (quindi uno catalogato come tale, anche se non fa critiche) non dovrebbe servire a dire se un film è valido o meno, ma dovrebbe, attraverso un'analisi anche e soprattutto metafilmica, farci capire meglio il film.
Stando a questo, ritengo inutile gran parte dei pezzi che si leggono oggi, come ciak, filmtv, 35mm, lo stesso filmup(nulla di personale), dato che si rivolgono ad un pubblico di massa (esperti di cinema e non), ognuno coi propri gusti e tendenze. Una recensione (non distinguerò "recensione" e "critica" per non andare sull'estremo) che dica "Un film è valido perchè" o "Un film non è valido perchè", anche se argomentata molto bene, non avrebbe senso, in quanto occupa quella soggettività anche nella pseudo oggettività. In senso pratico, uno anche esperto, potrebbe dirmi "X è un grande attore", ma a me potrebbe fare schifo come attore. E magari tutti e due crediamo di essere oggettivi (i criteri filmici purtroppo possono dare obiettività tecnicamente, ma per la recitazione il tutto si fa più difficile). Molte recensioni di oggi quindi, sono per lo più opinioni (condivisibili o meno) argomentate in modo più o meno bene. A mio parere il giornalista cinematografico, più che giudicare un film, dovrebbe unicamente analizzarlo, trarne tutti gli spunti e le riflessioni possibili, e facendoci capire da ciò, l'utilità e la validità o meno di un'opera. Allora, giungiamo al nocciolo, quali riviste (online e non) offrono esattamente quello che cerco? e quello che cercate voi?
_________________
eh?

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NancyKid
ex "CarbonKid"

Reg.: 04 Feb 2003
Messaggi: 6860
Da: PR (PR)
Inviato: 12-07-2004 19:03  
Posto ora un pezzo da quello che ritengo il miglior sito di cinema online (per recensioni o come volete chiamarle, critiche), il sito è REVISION

HULK di Ang Lee
Quando il sogno di bambino è perpetuamente infranto di fronte a una crescita impossibile, l’unica alternativa è la sopravvivenza tra i cocci dolorosi del passato. Hulk rappresenta il luogo eterno della tragedia (che si ripete). Il trauma della separazione dei genitori, e poi, l’uccisione del padre, inevitabile, per dare un senso preciso, compatto, solido all’identità dell’uomo nuovo. Il film procede dal lutto non vissuto, rimosso, della madre, fino alla lotta conclusiva col padre, simbolo del peccato originale, nel suo ostinato rifiuto del Paradiso e delle Leggi di Dio. Adamo e anche Caino, hanno commesso i crimini imperdonabili per orgoglio del sé, tentano di superare i limiti della Natura con la tecnologia (biotecnologia, modificazioni genetiche). Se quindi il padre Nick Nolte figura in modo manifesto questa ribellione dell’Uomo, dall’altra parte l’umanità dei governi, degli eserciti, delle burocrazie, di tutte le gerarchie, esprime l’avidità e la corruzione per un sogno di potere e potenza assoluti. Così Ang Lee trova perfettamente lo spazio "aperto" per far agire questa lotta, umiliando alla fine la logica delle armi. I carri armati diventano dei giocattoli con i quali Hulk si diverte, fino a torcere il cannone anteriore e portarlo a ridosso della porta d’ingresso della macchina bellica. La lotta con gli aerei è ancora più eccitante con le bombe che inseguono ovunque il gigante verde, i proiettili che rimbalzano sulla pelle, gli elicotteri che precipitano come insetti colpiti, la distruzione della terra, dei deserti di roccia. Infine la bomba atomica, la risorsa "giusta" (utilizzabile come unico rimedio) che dovrebbe sommergere il mostro per sempre. Parodia della forza bruta contro l’energia spirituale che rifiorisce, diventa di nuovo verde, fiorisce negli angoli di un’Amazzonia, vessata dalle brutalità di altri spietati oppressori.

Hulk è l’inno contro la violenza esteriore, superficiale, perpetrata dalle menti ottuse, prive di sentimenti: amore, pietà, compassione. Per questo è legittimo l’uso non tanto improprio di una figura femminile (Connelly) come possibilità di cura, recupero (da quella malattia di cui è affetta la specie umana: la violenza), guarigione. Le attenzioni tenere, commoventi di una donna, tra lacrime, sospiri, gemiti, sguardi dolorosi, e che richiamano anche l’innocenza ed il sacrificio di un’altra donna: la madre di Hulk, ferocemente assassinata dal marito.
Su questi pensieri Lee articola quasi cinicamente un’altra "tempesta di ghiaccio", tra personaggi che sembrano gli stereotipi e le caricature dell’ottanta per cento dei blockbuster americani (affaristi spietati, militari e soprattutto il Presidente che riceve le chiamate "urgenti", mentre è intento a una serena, pacifica, pesca nel fiume). E ancora di più, l’assalto finale, laddove Hulk è circondato da poliziotti, pompieri, paracadutisti, altri cecchini appostati sugli edifici, e forse vigili urbani di una San Francisco che può essere violentata e scossa da qualsiasi tipo di onda (non sismica).
Rimane negli occhi la corsa saettante, aerea, leggera, di Hulk, l’abbraccio estremo al bolide jet che lo porta nella stratosfera tra le stelle, e la caduta inevitabile, dell’uomo, che infine deve abbracciare il più umile luogo terreno, rinascere dalle proprie ceneri, quando ha trovato la chiave, il segreto della propria interiorità, equilibrio tra passato e presente. Solo così può finalmente (sperare di) vivere realmente

COMMENTO: Come avrete letto, il film non esprime un giudizio in modo diretto, non dice nè Eric Bana è inespressivo nè che è un grande attore, non dice nè Ang Lee è visionario nè Ang Lee si è fottuto il cervello, solo coglie molti lati metafilmici che magari noi non abbiamo notato (si sa che quando si vedono film come questo, l'attenzione è rivolta altrove), dandoci quindi una chiave di lettura per comprendere meglio l'opera.
_________________
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misterx76

Reg.: 12 Gen 2004
Messaggi: 2312
Da: carsoli (AQ)
Inviato: 12-07-2004 19:36  
Premetto che io le recensioni le ho sempre lette pochissimo, preferendo sempre leggere una critica, ma solo dopo aver visto il film.
Io leggerei una recensione solo se chi la scrive non mi dà un giudizio sul film, perché il giudizio è un fattore molto soggettivo, e che alla fine può finire con l' influenzare uno spettatore medio come me, non tanto sulla qualità del film ma piuttosto se andarlo a vedere o meno. Io in una recensione vorrei poter leggere una descrizione dell' atmosfera filmica senza scendere nei particolari, non vorrei leggere frasi del tipo Tarantino di qua, o Seon Penn di là....preferisco essere io stesso a giudicare l' opera nei suoi particolari, che ne sia in grado oppure no questo non fà differenza.

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Il segreto dell'anima rediviva
vivere i sogni sognando la vita.

www.paroledautore.3go.it

[ Questo messaggio è stato modificato da: misterx76 il 12-07-2004 alle 19:39 ]

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ilaria78

Reg.: 09 Dic 2002
Messaggi: 5055
Da: latina (LT)
Inviato: 12-07-2004 22:18  
penso nancy, che in un discorso del genere la differenza tra critico e recensore, come ho già detto in un altro topic è FONDAMENTALE.
un recensore guarda il film e scrive quello che gli è piaciuto, quello che non gli è piaciuto e via dicendo, la sua opinione sarà evidentemente influenzata dal tipo di cultura e formazione, quindi sarà scritta meglio o peggio, guarderà l film da più o meno punti di vista, ma è sempre l'impressione della prima visione di un film, quindi un parere soggettivo.
per fare una critica e un analisi di un film, come si deve, occorre fare un decoupage, ovvero la divisione inquadratura per inquadratura del film, e lo studio di ognuna di esse e non si fa certo in un paio di giorni, un sunto di quanto enumerato ed evidenziato che porterà poi alla formulazioe di teorie sul film,sui significati, simboli, linguaggio usato, da contestualizzare al periodo in cui è girato(sia dal punto di vista economico che sociale), al regista, alla sua formazione, cultura, posizione politica, estetica e chi più ne ha più ne metta, una recensione la possono fare un po' tutti, ecco perchè su giornali tipo ciak si legge di tutto, per fare una critica occorre studiare molto, e avere una certa umiltà e rispetto di ciò che si ha davanti, ma soprattutto amore.

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...quando i morti camminano signori..bisogna smettere di uccidere...

[ Questo messaggio è stato modificato da: ilaria78 il 12-07-2004 alle 22:19 ]

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NancyKid
ex "CarbonKid"

Reg.: 04 Feb 2003
Messaggi: 6860
Da: PR (PR)
Inviato: 12-07-2004 22:44  
quote:
In data 2004-07-12 22:18, ilaria78 scrive:
penso nancy, che in un discorso del genere la differenza tra critico e recensore, come ho già detto in un altro topic è FONDAMENTALE.
un recensore guarda il film e scrive quello che gli è piaciuto, quello che non gli è piaciuto e via dicendo, la sua opinione sarà evidentemente influenzata dal tipo di cultura e formazione, quindi sarà scritta meglio o peggio, guarderà l film da più o meno punti di vista, ma è sempre l'impressione della prima visione di un film, quindi un parere soggettivo.
per fare una critica e un analisi di un film, come si deve, occorre fare un decoupage, ovvero la divisione inquadratura per inquadratura del film, e lo studio di ognuna di esse e non si fa certo in un paio di giorni, un sunto di quanto enumerato ed evidenziato che porterà poi alla formulazioe di teorie sul film,sui significati, simboli, linguaggio usato, da contestualizzare al periodo in cui è girato(sia dal punto di vista economico che sociale), al regista, alla sua formazione, cultura, posizione politica, estetica e chi più ne ha più ne metta, una recensione la possono fare un po' tutti, ecco perchè su giornali tipo ciak si legge di tutto, per fare una critica occorre studiare molto, e avere una certa umiltà e rispetto di ciò che si ha davanti, ma soprattutto amore.

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...quando i morti camminano signori..bisogna smettere di uccidere...

[ Questo messaggio è stato modificato da: ilaria78 il 12-07-2004 alle 22:19 ]



Certo Ila, questo lo sapevo già. La mia domanda era un'altra: dove cercare delle critiche, oggi? Perchè per esempio ho trovato persino duellanti molto di giù. Ho avuto la fortuna di aver scoperto Revision, ma poi? consigli?
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eh?

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ilaria78

Reg.: 09 Dic 2002
Messaggi: 5055
Da: latina (LT)
Inviato: 12-07-2004 23:10  
no non mi pare che tu abbia capito.. quelle non sono critiche.....

non posso consigliare nulla, non le leggo le recensioni, mi guardo il film e l'opinione me la faccio da sola dopo,e se riesco,ne parlo qui.

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...quando i morti camminano signori..bisogna smettere di uccidere...

[ Questo messaggio è stato modificato da: ilaria78 il 12-07-2004 alle 23:12 ]

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OneDas

Reg.: 24 Ott 2001
Messaggi: 4394
Da: Roma (RM)
Inviato: 12-07-2004 23:23  
quote:
In data 2004-07-12 19:03, NancyBoy scrive:
Posto ora un pezzo da quello che ritengo il miglior sito di cinema online (per recensioni o come volete chiamarle, critiche), il sito è REVISION

HULK di Ang Lee
Quando il sogno di bambino è perpetuamente infranto di fronte a una crescita impossibile, l’unica alternativa è la sopravvivenza tra i cocci dolorosi del passato. Hulk rappresenta il luogo eterno della tragedia (che si ripete). Il trauma della separazione dei genitori, e poi, l’uccisione del padre, inevitabile, per dare un senso preciso, compatto, solido all’identità dell’uomo nuovo. Il film procede dal lutto non vissuto, rimosso, della madre, fino alla lotta conclusiva col padre, simbolo del peccato originale, nel suo ostinato rifiuto del Paradiso e delle Leggi di Dio. Adamo e anche Caino, hanno commesso i crimini imperdonabili per orgoglio del sé, tentano di superare i limiti della Natura con la tecnologia (biotecnologia, modificazioni genetiche). Se quindi il padre Nick Nolte figura in modo manifesto questa ribellione dell’Uomo, dall’altra parte l’umanità dei governi, degli eserciti, delle burocrazie, di tutte le gerarchie, esprime l’avidità e la corruzione per un sogno di potere e potenza assoluti. Così Ang Lee trova perfettamente lo spazio "aperto" per far agire questa lotta, umiliando alla fine la logica delle armi. I carri armati diventano dei giocattoli con i quali Hulk si diverte, fino a torcere il cannone anteriore e portarlo a ridosso della porta d’ingresso della macchina bellica. La lotta con gli aerei è ancora più eccitante con le bombe che inseguono ovunque il gigante verde, i proiettili che rimbalzano sulla pelle, gli elicotteri che precipitano come insetti colpiti, la distruzione della terra, dei deserti di roccia. Infine la bomba atomica, la risorsa "giusta" (utilizzabile come unico rimedio) che dovrebbe sommergere il mostro per sempre. Parodia della forza bruta contro l’energia spirituale che rifiorisce, diventa di nuovo verde, fiorisce negli angoli di un’Amazzonia, vessata dalle brutalità di altri spietati oppressori.

Hulk è l’inno contro la violenza esteriore, superficiale, perpetrata dalle menti ottuse, prive di sentimenti: amore, pietà, compassione. Per questo è legittimo l’uso non tanto improprio di una figura femminile (Connelly) come possibilità di cura, recupero (da quella malattia di cui è affetta la specie umana: la violenza), guarigione. Le attenzioni tenere, commoventi di una donna, tra lacrime, sospiri, gemiti, sguardi dolorosi, e che richiamano anche l’innocenza ed il sacrificio di un’altra donna: la madre di Hulk, ferocemente assassinata dal marito.
Su questi pensieri Lee articola quasi cinicamente un’altra "tempesta di ghiaccio", tra personaggi che sembrano gli stereotipi e le caricature dell’ottanta per cento dei blockbuster americani (affaristi spietati, militari e soprattutto il Presidente che riceve le chiamate "urgenti", mentre è intento a una serena, pacifica, pesca nel fiume). E ancora di più, l’assalto finale, laddove Hulk è circondato da poliziotti, pompieri, paracadutisti, altri cecchini appostati sugli edifici, e forse vigili urbani di una San Francisco che può essere violentata e scossa da qualsiasi tipo di onda (non sismica).
Rimane negli occhi la corsa saettante, aerea, leggera, di Hulk, l’abbraccio estremo al bolide jet che lo porta nella stratosfera tra le stelle, e la caduta inevitabile, dell’uomo, che infine deve abbracciare il più umile luogo terreno, rinascere dalle proprie ceneri, quando ha trovato la chiave, il segreto della propria interiorità, equilibrio tra passato e presente. Solo così può finalmente (sperare di) vivere realmente

COMMENTO: Come avrete letto, il film non esprime un giudizio in modo diretto, non dice nè Eric Bana è inespressivo nè che è un grande attore, non dice nè Ang Lee è visionario nè Ang Lee si è fottuto il cervello, solo coglie molti lati metafilmici che magari noi non abbiamo notato (si sa che quando si vedono film come questo, l'attenzione è rivolta altrove), dandoci quindi una chiave di lettura per comprendere meglio l'opera.



Premesso che il pezzo è veramente ben scritto e piacevole a leggersi, il giudizio però c'è, solamante che è più mediato e meno diretto. E' questione di stile, ma sempre di recensione trattasi.
La critica è altra cosa. Mi riporto all'intervento di Ilaria in proposito, che condivido pienamente.
_________________
tu che lo vendi, cosa ti compri di migliore ?

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gatsby

Reg.: 21 Nov 2002
Messaggi: 15032
Da: Roma (RM)
Inviato: 12-07-2004 23:41  
anche io sono d'accordo con ilaria.
L'unica differenza tra il pezzo da te citato ed altri tipid di recensioni, dicaimo più comuni, è che qui non vengono utilizzati aggettivi per descrivere l'attributo, quanto le cause che lo farebbero dedurre. E così non avrai un giudizio esplicito, ma la deduzione di quel che si leggerà è comunque mirata alla soggettività del recensore.

Poi comunque bisogna veramente capire che ogni recensione ha il suo target.e ciò non solo influenza i gusti, ma anche lo stile e la quantità di battute.
Generalizzare e portare tutto sullo stesso piano non è possibile.
_________________
Qualunque destino, per lungo e complicato che sia, consta in realtà di un solo momento : quello in cui l'uomo sa per sempre chi è

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NancyKid
ex "CarbonKid"

Reg.: 04 Feb 2003
Messaggi: 6860
Da: PR (PR)
Inviato: 13-07-2004 00:11  
quote:
In data 2004-07-12 23:23, OneDas scrive:
quote:
In data 2004-07-12 19:03, NancyBoy scrive:
Posto ora un pezzo da quello che ritengo il miglior sito di cinema online (per recensioni o come volete chiamarle, critiche), il sito è REVISION

HULK di Ang Lee
Quando il sogno di bambino è perpetuamente infranto di fronte a una crescita impossibile, l’unica alternativa è la sopravvivenza tra i cocci dolorosi del passato. Hulk rappresenta il luogo eterno della tragedia (che si ripete). Il trauma della separazione dei genitori, e poi, l’uccisione del padre, inevitabile, per dare un senso preciso, compatto, solido all’identità dell’uomo nuovo. Il film procede dal lutto non vissuto, rimosso, della madre, fino alla lotta conclusiva col padre, simbolo del peccato originale, nel suo ostinato rifiuto del Paradiso e delle Leggi di Dio. Adamo e anche Caino, hanno commesso i crimini imperdonabili per orgoglio del sé, tentano di superare i limiti della Natura con la tecnologia (biotecnologia, modificazioni genetiche). Se quindi il padre Nick Nolte figura in modo manifesto questa ribellione dell’Uomo, dall’altra parte l’umanità dei governi, degli eserciti, delle burocrazie, di tutte le gerarchie, esprime l’avidità e la corruzione per un sogno di potere e potenza assoluti. Così Ang Lee trova perfettamente lo spazio "aperto" per far agire questa lotta, umiliando alla fine la logica delle armi. I carri armati diventano dei giocattoli con i quali Hulk si diverte, fino a torcere il cannone anteriore e portarlo a ridosso della porta d’ingresso della macchina bellica. La lotta con gli aerei è ancora più eccitante con le bombe che inseguono ovunque il gigante verde, i proiettili che rimbalzano sulla pelle, gli elicotteri che precipitano come insetti colpiti, la distruzione della terra, dei deserti di roccia. Infine la bomba atomica, la risorsa "giusta" (utilizzabile come unico rimedio) che dovrebbe sommergere il mostro per sempre. Parodia della forza bruta contro l’energia spirituale che rifiorisce, diventa di nuovo verde, fiorisce negli angoli di un’Amazzonia, vessata dalle brutalità di altri spietati oppressori.

Hulk è l’inno contro la violenza esteriore, superficiale, perpetrata dalle menti ottuse, prive di sentimenti: amore, pietà, compassione. Per questo è legittimo l’uso non tanto improprio di una figura femminile (Connelly) come possibilità di cura, recupero (da quella malattia di cui è affetta la specie umana: la violenza), guarigione. Le attenzioni tenere, commoventi di una donna, tra lacrime, sospiri, gemiti, sguardi dolorosi, e che richiamano anche l’innocenza ed il sacrificio di un’altra donna: la madre di Hulk, ferocemente assassinata dal marito.
Su questi pensieri Lee articola quasi cinicamente un’altra "tempesta di ghiaccio", tra personaggi che sembrano gli stereotipi e le caricature dell’ottanta per cento dei blockbuster americani (affaristi spietati, militari e soprattutto il Presidente che riceve le chiamate "urgenti", mentre è intento a una serena, pacifica, pesca nel fiume). E ancora di più, l’assalto finale, laddove Hulk è circondato da poliziotti, pompieri, paracadutisti, altri cecchini appostati sugli edifici, e forse vigili urbani di una San Francisco che può essere violentata e scossa da qualsiasi tipo di onda (non sismica).
Rimane negli occhi la corsa saettante, aerea, leggera, di Hulk, l’abbraccio estremo al bolide jet che lo porta nella stratosfera tra le stelle, e la caduta inevitabile, dell’uomo, che infine deve abbracciare il più umile luogo terreno, rinascere dalle proprie ceneri, quando ha trovato la chiave, il segreto della propria interiorità, equilibrio tra passato e presente. Solo così può finalmente (sperare di) vivere realmente

COMMENTO: Come avrete letto, il film non esprime un giudizio in modo diretto, non dice nè Eric Bana è inespressivo nè che è un grande attore, non dice nè Ang Lee è visionario nè Ang Lee si è fottuto il cervello, solo coglie molti lati metafilmici che magari noi non abbiamo notato (si sa che quando si vedono film come questo, l'attenzione è rivolta altrove), dandoci quindi una chiave di lettura per comprendere meglio l'opera.



Premesso che il pezzo è veramente ben scritto e piacevole a leggersi, il giudizio però c'è, solamante che è più mediato e meno diretto. E' questione di stile, ma sempre di recensione trattasi.
La critica è altra cosa. Mi riporto all'intervento di Ilaria in proposito, che condivido pienamente.




infatti non dicevo "non giudicare", ma farlo in modo indiretto con l'analisi, e trarre dalle riflessioni scaturibili, la validità o meno di un'opera. Cosa che molti oggi non fanno.
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NancyKid
ex "CarbonKid"

Reg.: 04 Feb 2003
Messaggi: 6860
Da: PR (PR)
Inviato: 13-07-2004 00:13  
quote:
In data 2004-07-12 23:10, ilaria78 scrive:
no non mi pare che tu abbia capito.. quelle non sono critiche.....

non posso consigliare nulla, non le leggo le recensioni, mi guardo il film e l'opinione me la faccio da sola dopo,e se riesco,ne parlo qui.

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[ Questo messaggio è stato modificato da: ilaria78 il 12-07-2004 alle 23:12 ]



penso che quello di revision sia una via di mezzo tra recensione e critica, che più che sul razionale, punta sulla filosofia, cercando di estrapolare dal film delle chiavi di lettura (cosa che una comune recensione non fa, e cosa a cui non si limita una critica, quindi appunto una via di mezzo)
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ilaria78

Reg.: 09 Dic 2002
Messaggi: 5055
Da: latina (LT)
Inviato: 13-07-2004 09:36  
credo che tu confonda ancora, una recensione forbita o completa, o comunque che cerca di dare un punto di vista altro rispetto a quello comune, e suggerisca chiavi di lettura ulteriori rispetto alla visione superficiale è sempre una recensione, un' analisi non si fa con una sola visione del film, è ben altra cosa.
come dice das questo tuo apprezzare più un tipo o l'altro di recensione è dato dal diverso stile del recensore,e dal tuo gusto personale.
è vero che chiunque vede un film può scrivere il suo parere, come chiunque può scrivere un racconto, ma vuoi mettere una cosa scritta da calvino o pasolini o manzoni la differenza che ha?
tutti possiamo improvvisarci recensori, ma i risultati non sono certo i medesimi...

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[ Questo messaggio è stato modificato da: ilaria78 il 13-07-2004 alle 09:38 ]

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Pythoniana

Reg.: 06 Lug 2004
Messaggi: 1257
Da: Gorizia (GO)
Inviato: 13-07-2004 09:42  
Scusate se porto il discorso ad un livello + terra-terra: se ho capito bene la distinzione operata da Ilaria, probabilmente devo dire di leggere poche critiche e svariate recensioni. Queste ultime soprattutto xché, non potendomi permettere di vedere (e di proporre) tutti i film che ad un approccio superficiale mi interessano, il parere di una persona che si presume competente può essermi d'aiuto nello scremare. Ad una recensione chiedo cmq poche cose: quel tanto che basta di trama, pregi e difetti del film, qualche considerazione di carattere tematico, tecnico, ecc. (magari che trascenda il film in sé). Molto semplicemente. Cmq, x quella che è la mia limitata esperienza, concordo con la validità delle recensioni di Revision. Il pezzo è x caso della Liverani?
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"Riempi il tuo cranio di vino prima che si riempia di terra, disse Kayam." Nazim Hikmet

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NancyKid
ex "CarbonKid"

Reg.: 04 Feb 2003
Messaggi: 6860
Da: PR (PR)
Inviato: 13-07-2004 14:26  
stando alla definizione di Ila, oggi, c'è ancora qualche rivista che effettivamente fa della critica? O la critica, è morta?
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ilaria78

Reg.: 09 Dic 2002
Messaggi: 5055
Da: latina (LT)
Inviato: 17-07-2004 13:41  
in questa cosa mi trovi davvero molto ignorante, di solito le critiche le leggo sui libri, però i famosi cahier du cinema ancora esistono, non so come sono adesso, riviste militanti del passato come filmcritica, segno cinema, in libreria si trovano, ma, mea culpa, non saprei dirti di che livello sono oggi perchè fin'ora non le ho ancora lette.
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facess

Reg.: 18 Lug 2004
Messaggi: 29
Da: ewqq (AL)
Inviato: 18-07-2004 13:47  
Come dice anche Ilaria, le migliori riviste di critica oggi sono: Filmcritica (in libreria), che è sempre avanti di 20 anni, e pickpocket.it .
Date un'occhiata a quest'ultima (i loro redattori hanno scritto fior di libri), potrà sembrarvi un po' agli antipodi, ma come analizzano loro i film lo fanno in pochi.
I Cahiers, per tornare a Ilaria, sono sempre in forma, tra l'altro sono proprio questi che qualche mese fa hanno citato pickpocket.it come la migliore critica in italia oggi.

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