FilmUP.com > Forum > Attualità - Donna che rifiuta l'amputazione viene interdetta...vittoria dei media?
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Autore Donna che rifiuta l'amputazione viene interdetta...vittoria dei media?
Hellboy

Reg.: 22 Ago 2003
Messaggi: 4287
Da: Rio Bo (es)
Inviato: 02-03-2004 18:30  
quote:
In data 2004-03-01 15:48, seanma scrive:
Io prima di scrivere di una tale questione berrei,se non fossi astemio,due o tre bicchierini di whisky.Qui non sono in gioco noccioline,la tragedia è che qualunque "parte" si prenda,qualunque opinione si abbia,si rimane tristi ed egualmente scornati.Mi spiego.Vogliamo lasciare la libertà "giuridica"alla persona?Bè,ne avremo che questa persona,pur fermamente convinta della propria scelta,lascerà questo mondo in poco tempo.Siamo filantropici o semplicemente impietositi?Non permettiamo alla donna di disporre della propria vita e gliela salviamo?Bene,benissimo...però avremo calpestato la sua dignità,e siamo disposti a un tale carico?

Io no.E voi?Buon bicchierino a tutti.





Seanma certo che e' difficile esprimere un parere.
il bicchierino lo accetto, ma di acqua minerale, sono astemio anch'io.
il mio "incaponimento" concerneva solo l'ipotesi buttata li' che un giudice, in quanto tale, si faccia condizionare dall'opinione pubblica.
ed anche una rinuncia e' risibile.
ma , allora, nel campo penale, non civilistico, se tutti i giudici per processi di mafia e terrorismo si facessero condizionare e rinunciassero all'incarico...che fine farebbe la gia' malandata e claudicante giustizia italiana?
e' questo che non accetto.

su tutto il resto ognuno e' libero di pensare cosa sia giusto o sbagliato secondo la propria coscienza. e non e' facile.
bisognerebbe, come sempre, essere toccati direttamente.
prosit!




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gmgregori

Reg.: 31 Dic 2002
Messaggi: 4790
Da: Milano (MI)
Inviato: 02-03-2004 19:35  
In risposta a Moxo:
una cosa è mettere in discussione cosa sia la normalità. Decidere il confine tra "normalità" e "patologia" è molto diffcile se vogliamo discutere sulle varie sfaccettature o sfumature filosofico-etico-esistenziali ed umanistiche della questione.
Se invece intendiamo la normalità "in virtù di una pulsione all'autorealizzazione, definibile come la capcità di attualizzare e portare a compimento le proprie potenzialità individuali nel migliore modo possibile", dobbiamo prendere in considerazione i parametri della moderna psicodiagnostica che purtroppo è molto limitata ai sintomi e non alle cause.
La pz in questione può essere normale, può sentirsi normale, può soffrire, può non soffrire, ma è l'argomentazione che porta a non voler vivere che viene presa in considerazione e soprattutto l'esposizione di essa. Se viene diagnosticata una forma di psicosi o di disturbo di personalità da più persone, giuridicamente la possono interdire.
La libertà di scelta in psichiatria ambulatoriale non esiste per la "vittima".
Possono averla imbottita di neurolettici o qualsiasi altra cosa. Non è sbagliata la legge in sè, quanto lo strapotere della scienza psichiatrica.
Da continuare... perchè la mia tesi di laurea verteva proprio sugli abusi che in passato e tuttora vengono attuati sui disabili e sugli anziani non autosufficienti.

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Hellboy

Reg.: 22 Ago 2003
Messaggi: 4287
Da: Rio Bo (es)
Inviato: 02-03-2004 20:11  
quote:
In data 2004-03-02 19:35, gmgregori scrive:
In risposta a Moxo:
una cosa è mettere in discussione cosa sia la normalità. Decidere il confine tra "normalità" e "patologia" è molto diffcile se vogliamo discutere sulle varie sfaccettature o sfumature filosofico-etico-esistenziali ed umanistiche della questione.
Se invece intendiamo la normalità "in virtù di una pulsione all'autorealizzazione, definibile come la capcità di attualizzare e portare a compimento le proprie potenzialità individuali nel migliore modo possibile", dobbiamo prendere in considerazione i parametri della moderna psicodiagnostica che purtroppo è molto limitata ai sintomi e non alle cause.
La pz in questione può essere normale, può sentirsi normale, può soffrire, può non soffrire, ma è l'argomentazione che porta a non voler vivere che viene presa in considerazione e soprattutto l'esposizione di essa. Se viene diagnosticata una forma di psicosi o di disturbo di personalità da più persone, giuridicamente la possono interdire.
La libertà di scelta in psichiatria ambulatoriale non esiste per la "vittima".
Possono averla imbottita di neurolettici o qualsiasi altra cosa. Non è sbagliata la legge in sè, quanto lo strapotere della scienza psichiatrica.
Da continuare... perchè la mia tesi di laurea verteva proprio sugli abusi che in passato e tuttora vengono attuati sui disabili e sugli anziani non autosufficienti.





cavolo Gm....tesi interessantissima!!!
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Hellboy

Reg.: 22 Ago 2003
Messaggi: 4287
Da: Rio Bo (es)
Inviato: 02-03-2004 20:15  
mi piacerebbe approfondire la materia. io , infatti , dopo il diploma mi sono iscritto a giurisprudenza e ho dato 10 esami...poi un po' per il lavoro, un po' perche' mi sarebbe piaciuto affrontare anche altre materie o argomentii che non rientravano nel piano di studi, ho lasciato ...e da autodidatta mi sono interessato, o almeno ho tentato, su cio' che piu' mi piaceva.
ho preferito spaziare in piu' campi che specializzarmi ...quasi fortamente ...in uno solo.


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aralis

Reg.: 18 Ott 2003
Messaggi: 3151
Da: bolzano (BZ)
Inviato: 03-03-2004 08:13  
Notizia di ieri: un anziano, ricoverato all'ospedale di Trento, ha rifiutato l'amputazione del piede anche se sa che morirà. Familiari e medici hanno accettato la decisione.
Questo si chiama diritto di scelta sulla propria vita. E amare vuol anche dire lasciare che una persona, specialmente quando comunque è arrivata verso la fine della propria vita, decida liberamente di se stessa. Io ho una nonna di 86 anni,
ancora abbastanza autosufficente, ogni volta che la vado a trovare si fa promettere che in caso di malattia grave, o comunque quando la sua ora arriverà,non permetterò che la "tirino avanti" ad ogni costo. E, pur volendole bene, quello che farò sarà esattamente quello che mi chiede. Amare vuol anche dire dimenticarsi gli egoismi e lasciar andare.
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Midknight

Reg.: 18 Ott 2003
Messaggi: 3555
Da: Perugia (PG)
Inviato: 03-03-2004 08:56  
Ha ragione gm,non si può giudicare cosi senza sapere le cose come stanno veramente.Magari la signora di 65 anni è rincoglionita e non riesce a capire la gravità della situazione,sarebbe giusto condannarla a morte certa?Se uno è capace di intendere e di volere e decide di non volersi curare nessuno gli lo può imporre e qui siamo d'accordo,però non sappiamo se nel caso specifico le cose sono cosi,quindi occhio ai giudizi affrettati.
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moxfurbona

Reg.: 04 Mar 2003
Messaggi: 1194
Da: lucca (LU)
Inviato: 05-03-2004 00:39  
quote:
In data 2004-03-03 08:56, Midknight scrive:
Ha ragione gm,non si può giudicare cosi senza sapere le cose come stanno veramente.Magari la signora di 65 anni è rincoglionita e non riesce a capire la gravità della situazione,sarebbe giusto condannarla a morte certa?Se uno è capace di intendere e di volere e decide di non volersi curare nessuno gli lo può imporre e qui siamo d'accordo,però non sappiamo se nel caso specifico le cose sono cosi,quindi occhio ai giudizi affrettati.



Non so se hai capito il discorso di GM,cioè o lo hai capito tu o l'ho capito io...
Io ho capito che secondo lui ,ed è quello che gli avevo chiesto,il semplice fatto di non voler continuare a vivere può essere considerato dagli psichiatri un segno di squilibrio (e che oltretutto se ti vogliono interdire ti imbottiscono di quello che vogliono e perDio,matto ti ci fanno diventare..).Ho capito male GM? Se ho capito bene purtroppo mi hai confermato quello che pensavo,ossia che in sostanza è un giudizio morale (vivere come obbligo) a determinare l'idea di malattia mentale...

Aralis sono pienamente d'accordo con te.A me è morta la nonna dopo alcune settimane in cui ci dicevano che la situazione era sotto controllo e allora la imbottivamo di farmaci,le facevamo fare una dieta apposta etc...Ma vaffanculo,se ci ripenso mi riviene da piangere...

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Midknight

Reg.: 18 Ott 2003
Messaggi: 3555
Da: Perugia (PG)
Inviato: 05-03-2004 07:56  
quote:
In data 2004-03-01 22:32, gmgregori scrive:
si dovrebbe conoscere molto meglio la situazione di cui sopra per poterne parlare ed esprimere giudizi, tanto è complesso il sisteme in materia e l'etica a proprosito. Per questo non esprimo giudizi e non credo che nessuno di noi abbia gli strumenti necessari per dare opinioni su ciò che misconosciamo. Tendiamo spesso a sopravvalutare il potere dei media che screditano o al contrario enfatizzano positivamente posizioni e fatti di vita, dei quali noi conosciamo solo la punta dell'iceberg.



Questo è il punto dove mi trovo d'accordo con gm,il fatto che non sappiamo come stanno realmente le cose.
L'obbligo di vivere esiste in senso che non ti puoi suicidare.E' invece tutelato il diritto di non curarsi (che è un po un controsenso visto che a volte equivale al suicidio) e non puoi essere giudicato matto per il solo motivo di rifiutare le cure.Se però uno psichiatra ti chiede "Perchè non vuoi curarti?" e tu rispondi "Perchè mi stanno sulle balle i fratelli Coen" allora ci sono le basi per l'interdizione.
Quindi nessuno ti può costringere ad imbottirti di farmaci per farti diventare matto,e nessuno può costringerti all'amputazione di un piede,almeno in teoria.Tutto ciò non vale se l'individuo non è capace di intendere e volere,come FORSE è accaduto in questo caso.
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