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Il muro in Israele: deciderà (?) la corte dell'Aja |
moxfurbona
Reg.: 04 Mar 2003 Messaggi: 1194 Da: lucca (LU)
| Inviato: 24-02-2004 17:31 |
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Ieri è iniziata alla corte di giustizia dell'Aja il dibattito sulla legittimità del muro di Israele in Cisgiordania.Sarebbe bello ,secondo me ,seguire gli sviluppi della vicenda fino al verdetto senza scannarci o parlare esclusivamente di chi abbia ragione fra i palestinesi e gli ebrei.Oltre a questo ci sono infatti una marea di spunti di riflessione.Ad esempio Israele si è rifiutata di mandare i rappresentanti sul banco degli imputati perchè secondo il paese questa corte non è legittimata a decidere delle sorti del muro.Vi sembra giusto? Io da un lato penso di no ma dall'altro credo che dire 'no il muro non lo fai' sarebbe un po' come se ci dicessero 'no il ponte sullo stretto è vietato'.Insomma nel mio territorio costruisco quello che voglio...
Ci sono poi tutta una serie di interrogativi sulle possibilità che questi 700 chilotreti di rete e cemento servano davvero.C'è chi sostiene che servirebbe solo a Israele per tenere ancor più in scacco i palestinesi ma non per l'effettiva sicurezza della nazione.
100 km.sono già pronti.Ieri su Repubblica c'era la mappa di questo muro e francamente non mi sembra geniale visto che cerca di comprendere gli insediamenti ebraici in Palestina ma riesce a rinchiuderne solo la metà ,all'incirca...Qualcuno di voi l'ha vista?
Nel caso poi la corte si pronunci? Che ne sarà del muro? Se ci fosse un ordine di abbattimento e Israele rifiutasse di eseguirlo gli scenari che si prospettano potrebbero anche essere drammatici...che si fa? Si invade il paese e si butta giù il muro di forza? E con gli amiconi in Usa come la mettiamo?
Insomma mi pacerebbe che fioccassero pagine di discussioni sull'argomento che spero sia interessante per voi quanto lo è per me. |
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Tenenbaum
Reg.: 29 Dic 2003 Messaggi: 10848 Da: cagliari (CA)
| Inviato: 24-02-2004 20:03 |
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seduti a casa a guardare gli avvenimenti in televisione è un conto essere palestinese o ebreo e vivere sul posto è un altro.
Se avessi visto di persona i pezzi di corpo sparsi per effetto di una bomba forse sarei favorevole al muro.
_________________ For relaxing times make it Suntory time |
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gatsby
Reg.: 21 Nov 2002 Messaggi: 15032 Da: Roma (RM)
| Inviato: 24-02-2004 22:29 |
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Israele commette un grosso sbaglio a non riconoscere la legittimità della Corte.
La sua nascita proviene proprio dalle grosse istituzioni internazionali, e adesso rinnegarne una manifestazione non solo comprometterà la sua credibilità, rendendoli presuntuosi davanti al resto del mondo, ma rischia anche di decellerare al massimo i presunti progetti di pace.
Effettivamente come dice Teneumbam il muropè nel confine isralelit, ma la questione non nasce dalla volontà di interferire su di un progetto edilizio, quanto quella di pronunciarsi sugli intenti veri o illusori che Isralele ha nei confrointi dei Palestineis.
E' una questione che trascende il semplice fatto, e che riguarda i disequilibri medioorientali. Isralele è colpita in prima persona dal conflitto, ma tutto il mondo occidentale seppur in maniera proporzionalmente minuscola è protagonista e vittima di quel processo di pace.
Sull'utilità del muro non ho grosse opinioni, sicuramente sarà stato fatto dopo attenti studi, ma i significati celati sono tanti.
Gli israeliani avranno fatto i loro calcoli di convenienza, io non so valutarli.
_________________ Qualunque destino, per lungo e complicato che sia, consta in realtà di un solo momento : quello in cui l'uomo sa per sempre chi è |
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gatsby
Reg.: 21 Nov 2002 Messaggi: 15032 Da: Roma (RM)
| Inviato: 13-03-2004 01:00 |
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Il muro di Israele
Un palestinese scrive frasi di protesta sulla "barriera di difesa"
di Paolo Wilhelm
Per gli israeliani è una “barriera di sicurezza”, per arabi e palestinesi è invece la prova che Israele vuole risolvere la pluridecennale questione mediorientale con la costruzione di un enorme ghetto. Il muro che Israele sta costruendo a ridosso della linea di demarcazione lungo il confine con la Cisgiordania divide opinione pubblica e coscienze, e non solo tra i diretti interessati. La questione è giunta sino alla Corte internazionale di Giustizia dell’Aja, che al termine di tre fitti giorni di incontri e deposizioni dovrà redigere un “parere non vincolante” sulla questione. Il governo israeliano ha già fatto sapere che non parteciperà alla discussione perché non ritiene competente la Corte internazionale di Giustizia.
La costruzione del muro è iniziata nel giugno 2003. Per l’ex ministro laburista della Difesa di Tel Aviv Benjamin Ben-Eliezer “la barriera protettiva non è un confine geo-politico ma solo una misura di sicurezza contro gli attentati”. Il muro, una volta terminato, sarà lungo 364 chilometri, 52 dei quali soltanto nell’area di Gerusalemme. Il percorso non sarà interamente composto da un vero e proprio muro, ma per alcune decine di chilometri sarà composto “soltanto” da reticolati, filo spinato e cavalli di frisia. Il muro in cemento vero e proprio è invece alto circa tre metri ed è dotato di un complesso sitema elettronico e di videocamere per imperdire ogni tipo e tentativo di forzatura. I quasi quattrocento chilometri non saranno poi un unico continuum, ma prevedono una serie di aperture “militarizzate” che permettano il passaggio. Il costo per le casse israeliane è notevole: oltre 360 milioni di dollari, più di un milione di per chilometro. Finora è stata disposta la copertura finanziaria per 110 chilometri, che potrebbero essere terminati entro luglio 2004. Il percorso seguito dalla “barriera difensiva” dovrebbe ricalcare il confine con la Cisgiordania in vigore dal 1967, ma i palestinesi sostengono che in alcuni casi entra in quello che dovrebbe essere il territorio controllato dall’Autorità palestinese anche per qualche chilometro. E in un caso, quello della regione di Gilboa, il governo di Tel Aviv ha approvato un “allargamento” in seguito alle proteste dei coloni.
La costruzione del muro
Il dibattito attorno a questa costruzione è divampato subito dopo l’annuncio dato dal governo israeliano, e dalla scorsa estate sono iniziate anche delle proteste ufficiali ai massimi livelli internazionali: il 15 ottobre 2003 gli USA hanno posto il veto ad una risoluzione del Consiglio di Sicurezza dell'Onu che condannava Israele per la costruzione del muro. I rappresentanti palestinesi hanno risposto al veto di Washington chiedendo all'Assemblea generale di esprimersi sulla questione. L’8 di dicembre 2003 una risoluzione che chiedeva alla Corte internazionale di Giustizia di pronunciarsi sulla legalità del Muro – proposta da quasi tutti i paesi arabi – è passata a larga maggioranza: soltanto 7 i voti contrari, tra cui quello di Israele e degli Stati Uniti. In più è deciso che la corte dell’Aja avrebbe affrontato la questione a partire dal 23 febbraio 2004. Tel Aviv ha disconosciuto la competenza, annunciando la non partecipazione alle sessioni di lavoro.
Ma che cos’è la Corte internazionale di Giustizia? È un corpo di giudici indipendenti, eletti dall'Assemblea generale e dal Consiglio di Sicurezza dell'Onu. Composta da 15 membri senza alcun riguardo alla loro nazionalità (ma non possono esserci due rappresentanti di uno stesso Stato) scelti tra tra giuristi di riconosciuta preparazione nel diritto internazionale, ha competenza su tutte le controversie e su tutti i casi espressamente previsti dallo Statuto dell'Onu, o dai trattati e dalle convenzioni in vigore. I procedimenti processuali comprendono due fasi: una scritta con la comunicazione di memorie, contro-memorie e una caratterizzata dalle audizioni di testimoni, esperti, consulenti e avvocati. La carica dei membri della Corte, oggi presieduta da un presidente cinese e un vicepresidente malgascio, è di nove anni e non prevede possibilità di rielezione. La Corte è nata nel 1946 sulle ceneri della Corte permanente internazionale di Giustizia. Creata dalle nascenti Nazioni Unite, venne ufficialmente istituita con lo Statuto dell’Onu e soltanto i 191 paesi oggi facenti parte della massima istituzione internazionale possono farvi ricorso e partecipare ai processi.
_________________ Qualunque destino, per lungo e complicato che sia, consta in realtà di un solo momento : quello in cui l'uomo sa per sempre chi è |
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