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FilmUP Forum Index > Cinema > Critica il critico > Un modo diverso di vedere Dogville   
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Autore Un modo diverso di vedere Dogville
DonVito
ex "quentin83"

Reg.: 14 Gen 2004
Messaggi: 11488
Da: torino (TO)
Inviato: 18-02-2004 11:17  
quote:
In data 2003-11-11 23:33, arancino scrive:
Datemi un voto sincero da 1 a 10

DOGVILLE

Dogville , la villa del cane , di un cane finto , inesistente , che si limita ad abbaiare a chi arriva , impaurito dall’estraneo.Che sta li , fermo , disegnato in una cuccia disegnata per terra , senza speranza.
Cos’è questo cane , cos’è se non una magistrale rappresentazione di un sentimento che accomuna tutti gli abitanti di una piccola cittadina , la paura.
Ecco cos’è Dogville , una fattoria , una fattoria dove c’è il maiale , la mucca , la gallina , ci sono tutti , e quando vedono l’agnello , quell’essere che incarna la perfezione , la bontà assoluta , il perdono incondizionato , si impauriscono , hanno paura delle sue qualità e che fanno , lo distruggono , lo insultano , lo deridono e compiono anche la più difficile delle imprese :Lo cambiano.
Si , l’agnello cambia , diventa cattivo e per il fato , per il destino , per quella cosa che chiamiamo giustizia divina , l’agnello non si limita a togliere i peccati , lui i peccati li commette.
E si signori cari , basta con questa pietà autolesionista , basta a perdonare e a volgere l’altra guancia , non è il diluvio universale , i peccati non vengono estirpati alla radice , viene tolto proprio il terreno, uccidiamo tutti i pulcini dinanzi agli occhi della gallina , pecchiamo pure perché tanto il mondo non si cambia.




..."interessante ma.....non mi hai convinto...dì un pò marcellus wallace ke aspetto ha...?" scusa mi ero fatto prendere da uno dei miei soliti momenti pulp....cmq effettivamente la tua è un'interpretazione interessante...intendo la fattoria xk per quanto riguarda il cane anke io avevo pensato una cosa del genere...c'è da dire ke cmq è un film antiamericano al massimo quindi già solo x questo merita un 8....
_________________
Regista: "Digli che mi chieda qualsiasi altra cosa, ma questo é un favore che non posso fare"
Tom Hagen: "Lui non chiede un secondo favore se gli si rifiuta il primo, capisci?"

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RoyBatty82

Reg.: 16 Feb 2004
Messaggi: 312
Da: Tyrell Corp. (es)
Inviato: 18-02-2004 12:27  
5.
Film che si autopromuove....cioè un film che sembra valere molto di più di ciò che in realtà vale.

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kiaroscuro

Reg.: 11 Apr 2004
Messaggi: 80
Da: roma (RM)
Inviato: 11-04-2004 11:13  
beh? ma come si fa a interpretare dogville in chiave religiosa?!?!?
_________________
"E' paradossale che la libertà tolleri tutto tranne chi ha una diversa idea di libertà"

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rambler

Reg.: 16 Apr 2004
Messaggi: 1
Da: Nociglia (LE)
Inviato: 16-04-2004 22:45  
Magistrale rappresentazione del comportamento occidentale.Ottima l'interpretazione della fattoria..

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naly01

Reg.: 26 Nov 2001
Messaggi: 2248
Da: Rignano Sull'Arno (FI)
Inviato: 29-07-2004 18:34  
[spoiler]
Dogville, uno dei migliori film dell'anno, è sicuramente un film complesso che merita di essere studiato ed analizzato, e che offre molteplici livelli di lettura.
E' un film beffardo, ingannatore...nascono domande sofferenti dalla visione di quest'opera. Dogville è dappertutto, Dogville siamo noi. Fra i vari spunti che offre, credo che uno dei più interessanti sia l'assoluzione del personaggio di Grace. Ovvero, come lo spettatore reagisce di fronte alla tremenda vendetta che mette in atto. Un atto che non può non essere paragonato alla cattiveria dimostrata dagli abitanti dei paesi. Tutti siamo pronti a condannarli per la loro ferocia, ma quanti, alla fine, condannano Grace? Lars Von Tier tradisce. Convinti che gli abitanti meritino punizione, la vendetta di Grace arriva come atto purificatore e liberatorio. Grace non è diversa da tutti gli altri. Grace è come Dogville. Nessuno nella storia viene perdonato, e il paradosso nasce perché per tutto il film il tema ricorrente è proprio il perdono. Non c'è via di uscita, non c'è via di fuga. Gli esseri umani sono pronti a sottomettersi a vicenda, a condannarsi, ad uccidersi. Tutto quello che rimane è solo un cane che abbaia, l'unico che fin dall'inizio rivela la sua vera natura senza ipocrisie. L'unico che si salva.

E a breve, dopo una terza visione, aggiungerò.

Intanto, invito tutti a leggere l'ultimo numero di SegnoCinema. Vi è un'interessantissima analisi del film, dove Dogville viene paragonato a Barry Lyndon di Kubrick (film preferito di Von Trier).

Ecco i titoli, tanto per capire di cosa parlano:
Dogville come doppio speculare di Barry Lyndon
L'iconoclasta e dogmatico Lars Von Tier rende omaggio al visionario Stanley Kubrick.
Un'analisi comparata in un prologo e nove capitoli: affinità e differenze tematiche e stilistiche

[Nel quale ci si chiede se Dogville somigli a Barry Lyndon più di quanto se ne differenzi, e dove ci si imbatte in Haendel e in David Bowie, in narratori longevi e narratori celesti, in personaggi che ascendono ed altri che discendono, in grandi Rivoluzioni e in Crisi altrettanto grandi, e dove i registi "viaggiano" di qua e di là dell'Atlantico, ma in direzioni opposte.]

Prologo. Nel quale si ipotizza che Dogville sia come Barry Lyndon, ma anche come il suo rovescio
1 dove si parla di un viaggio uguale ma all'incontrario, dello spazio della cultura e del tempo nella Storia
2 Doe si vede come Pergolesi omaggi Haendel ma Bowie gli faccia uno sberleffo
3 Dove si scopre che ai titoli dei capitoli non sempre deve essere prestata fede fino in fondo
4 Dove si rivelano narratori che tutto sanno e tutto vedono e si scopre quale sta al di là del tempo della vita e quale al di là dello spazio del mondo
5 Dove si scopre che per vedere meglio bisogna guardare l'invisibile
6 Dove si scopre che nel cinema, come nella vita, v'è chi scende e v'è chi sale
7 Dove Barry e Grace imbracciano le armi, ma si vede che non tutti i colpi vanno a bersaglio
8 Dove si vedono all'opera la strategia della conquista e quella della seduzione...
9 ...ma alla fine si scopre che è il denaro quello che conta

Riguardo proprio al discorso su Grace, il capitolo 7 dice:
"Prima di salire sulla carrozza o sull'automobile che li inghiottirà per farli sparire dalla scena, entrambi impugnano le armi e sparano. Tutti e due, facendo fuoco, negano il loro carattere e le loro aspirazioni, determinando un mutamento radicale del loro destino, ma in senso opposto l'uno all'altro. Barry spara a terra; contraddicendo le proprie ambizioni e i propri interessi, Barry accetta il rischio in uno slancio di nobiltà e di generosità che lo perde. Grace, al contrario, impugna l'arma perché non vuole lasciare agli altri il compito di giustiziare l'amato Tom; Grace si vendica di propria mano, rinnegando la propria natura buona ed incline al perdono. Dopo gli spari, Barry, mutilato ed esiliato, precipita nell'anonimato e nell'indigenza, Grace ascende al fianco del padre, super-donna al di sopra del bene e del male, capace di decidere della vita e della morte."

E in una nota relativa all'articolo si legge: "Le onde del destino (di Von Trier) si compone di un prologo, sette capitoli ed un epilogo; Dogville di un prologo e nove capitoli: complessivamente quindi, un'unità narrativa in più: quella eccedente in cui Grace esce dallo schema vontreriano che la vorrebbe votata al sacrificio e al martirio e si vendica dei suoi aguzzini."

SegnoCinema - Nunero 127 di maggio-Giugno.

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Sono impossibile da dimenticare
e difficile da ricordare.


IOMA 2007

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facess

Reg.: 18 Lug 2004
Messaggi: 29
Da: ewqq (AL)
Inviato: 29-07-2004 18:39  
Tanto per cambiare discorso, l'autore di questo speciale su Dogville scrive su Pickpocket.

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DAV333


Reg.: 27 Lug 2004
Messaggi: 118
Da: Milano (MI)
Inviato: 29-07-2004 18:52  
Io ho visto l'intera storia come una metafora dell'america e del comportamento che secodo il regita (Lars von Trier non ci è mai stato)assume nei confronti di altri paesi (in via di sviluppo)o nei confronti delle minacce esterne.
Io l'ho visto così ma non sono ancora riuscito ad arrivare ad una conclusione: la vedettaè giusta? La situazione ritratta dal film è reale?
Un film che riesce a porti tali questioni e con una perla nel cast come Nicole Kidman non può che essere da 10 e lode!

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edywan78

Reg.: 13 Gen 2004
Messaggi: 645
Da: edywan (AO)
Inviato: 29-07-2004 22:41  
A proposito di turbe mentali dovute alla visione di Dogville, ecco la mia personalissima brainstorm:

DOGVILLE. Il Cinema come compimento del Teatro. Il Teatro come complemento del Cinema. Dogville esiste solo in quanto dogville-cinematografica. Dogville si perde nel nulla, il nulla che è intorno a Dogville. Dove l’unica strada di dogville che può essere un collegamento con Georgetown-altrove, si perde nel nulla, e quegli altrove rimangono solo parole, solo aria, nulla. Dogville che come un buco nero fagocita se stessa e si suoi abitanti, riciclandoli ad ogni assemblea cittadina. Kidman, cucciolo di cane trovato e allevato, educato al rispetto dell’unico padrone Dogville. kidman che cresce, viene punita e si ribella in un impeto di vendetta che è invece propriamente umano. Dogville è la quotidianità, il grigiore del quieto vivere, il torpore dei sentimenti più animaleschi. Dogville inconsciamente chiede disperatamente di essere bruciata e uccisa da qualcuno che scateni gli eventi, da una Grace che porti a compimento l’opera di purificazione di Dogville. Una morte inevitabile, come la fine di Elm Street. Dogville, dog-ville: una carrellata di buone intenzioni. Gretto, vomitevole, rivoltante, disturbante, bastardi, meritate di crepare tutti. Soddisfazione, fastidiosa impertinente sazietà, riprovevole sentimento di vendetta compiaciuta. Kidman diventa bulldog e sbrana il suo padrone. Kidman, il dito di Dio. Kidman Dio di Godville. Dio che riconosce una sua creatura malata e deforme e infelice e pericolosa che no può e non deve esistere, per non alterare l’armonia del nulla che la circonda. Kidma l’apocalisse che purifica e libera lo spazio Dogville dalla sua stessa ipocrisia e lo consegna all’equilibrio del nulla che la circonda. Trier che usa tela-fotogramma impressionando-dipingendo una stupenda-imperfetta opera d’arte. Non è possibile adattare dio a dogville. non è abbastanza quello che fanno a dogville, dogville è l’inferno, un concentrato di cattiveria e grettezza che attira tutti i mali dal nulla che la circonda, come grace. A dogville no si può far altro che aspettare di morire. A dogville si muore, e la morte è liberazione, cancella i segni delle case, i nomi dei vicoli e l’esistenza stessa tridimensionale di una passata dogville viene celata-negata. Dio non lo si può educare violentandolo! Mosè il cane, è il profeta, il traghettatore di dogville verso la sua prossima forma. Lui che lascia che dio entri nel cuore di dogville e che si compia il destino. Spazio dogville che sembra continuare ad esistere nonostante l’assenza dei suoi abitanti. Dogville, una miniera che sprofonda dolcemente sciogliendosi nel palco. Una guglia di campanile che sembra come voler scappare, ma non può, obbligata a rendere servizio nel indicizzare tutta dogville con la sua ombra.


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naly01

Reg.: 26 Nov 2001
Messaggi: 2248
Da: Rignano Sull'Arno (FI)
Inviato: 30-07-2004 16:06  
quote:
In data 2004-07-29 22:41, edywan78 scrive:



Complimenti sinceri per quello che hai scritto, molto interessante.

E' davvero affascinante notare come Dogville sia composto da varie chiavi di lettura, anche contraddittorie, il che lo rende, al di là della sua validità cinematografica, degno oggetto di studio.
Io l'ho visto principalmente, come già detto, come una parabola sul perdono e l'ipocrisia. Gli abitanti di Dogville all'inizio sono convinti di saper aiutare il prossimo, di essere persone aperte e disponibili. Ma quando Tom li mette davvero di fronte alla possibilità di aiutare qualcuno, ecco che la loro vera natura si rivela. In principio nessuno accetta di aiutare Grace. Solo dopo la volontà d'aiuto di Grace tutti cominciano ad essere disponibili, accogliendo la proposta "magari posso fare quello che non vi serve". E man mano che la storia procede, l'aiuto che sembrava essere superfluo diventa sempre più fondamentale, cadendo presto nello sfruttamento. Gli abitanti di Dogville chiedono sempre di più a Grace, non curanti della sua persona. Aumentano le ore di lavoro, diminuiscono i salari, e Grace accetta tutto questo perché davvero convinta di voler essere accettata nella comunità. Una disponibilità abusata, fino agli sfruttamenti sessuali. Dogville, la città dei cani, abitanti che abusano di un angelo. Ma ecco, verso la fine, la rivelazione. Grace non è affatto un angelo. Grace è scappata dal padre perché stanca della sua arroganza e del suo potere. Fino a che non riesce a vedere con luce chiara la vera identità degli abitanti. E la vendetta, spietata, cadrà su di loro. Troppo ha sopportato, troppo male potrebbero ancora fare. Meglio per tutti che Dogville scompaia dal mondo. Grace si eleva, quindi, a dimensione di Dio, donna arrogante che può decidere chi è degno di vivere, contravvenendo alla sua natura di angelo dedito al perdono. Vorrei però mettere in luce il primo dialogo tra Grace e suo padre, che analizza da un'altro punto di vista l'arroganza:

Grace: "Se non vuoi uccidermi perché sei venuto?"
Padre: "La nostra ultima conversazione, quella in cui mi hai detto cos'è che non ti piace di me, non si è mai veramente conclusa, visto che sei scappata. A mia volta vorrei dire io a te cosa non mi piace di te. Questa, mi pare, è la regola di una conversazione civile, no?"
(...)
G: "Allora, qual'è la cosa che non ti piace di me?"
P: "E' stata una parola che hai usato a provocarmi. Tu mi hai chiamato "arrogante".
G: "Depredare, diciamo, di un sacrosanto diritto è arroganza, papà."
"Ma è esattamente quello che non mi piace di te. Sei tu che sei arrogante!"
(...)
G: "Non sono io che sputo sentenze, papà, tu lo fai."
P: "Oh no! Tu non sputi sentenze perché simpatizzi con la gente. Un'infanzia di privazioni e un omicidio non è necessariamente un vero omicidio, giusto? A chi puoi dare la colpa? Alle circostanze! Stupratori e omicidi, forse sono le vittime secondo te, ma io...li chiamo cani. E se si lappano il loro stesso vomito, il solo modo di fermarli è con la frusta."
G: "Ma i cani obbediscono solo alla loro natura perciò...perché non dovremmo perdonarli?"
P: "Ai cani si possono insegnare molte cose utili, ma non se li perdoniamo ogni volta che obbediscono alla loro natura."
G: "E così sono arrogante. Sono arrogante perché perdono le persone?"
P: "Mio Dio! Non vedi quanto sussiego c'è in te quando dici così? Insomma, tu hai questo preconcetto assurdo che nessuno possa assolutamente avere lo stesso alto livello etico che hai tu. Così esoneri tutti! Io non riesco a pensare ad un'altra cosa più arrogante di questa. Tu, mia figlia, la mia cara figlia, perdoni gli altri con delle scuse che poi mai al mondo permetteresti a te stessa."
G: "Perché non dovrei essere clemente? Perché?"
P: "No, no, dovresti. Dovresti essere clemente quando è il momento di essere clemente. Ma devi mantenerti sul tuo livello. Devi questo alla gente. La pena che tu meriti per le tue trasgressioni loro la meritano per le loro."
G: "Sono esseri umani, papà."
P: "Ogni essere umano deve rendere conto delle proprie azioni? Certamente. Ma non gliene dai neanche la possibilità! E questo è estremamente arrogante. Ti voglio bene, ti voglio bene da morire. Ma sei l'essere più arrogante che personalmente abbia mai conosciuto."

Grace quindi non è arrogante nel vendicarsi. Grace è arrogante elevandosi a persona che può perdonare perché ha il potere di farlo. Arrogante nel suo ritenersi superiore agli altri, arrogante perché non dà la possibilità agli abitanti di giustificare e rimediare alle loro azioni. Arrogante perché a sé stessa non avrebbe mai perdonato un comportamento simile, decidendo per la punizione. E allora è solo mettendosi al loro pari, chiedendosi se anche lei non si sarebbe comportata come loro, che può fare la sua scelta: Grace capisce che al posto loro non si sarebbe mai perdonata.
"...non avrebbe potuto difendere neanche una sola delle sue azioni
e non avrebbe potuto condannarle con sufficiente asprezza.
Era come se la afflizione e il suo dolore avessero
finalmente trovato la giusta collocazione.
No, quello che avevano fatto non era abbastanza buono.
E se qualcuno aveva il potere di rimettere a posto le cose
era suo dovere farlo. Per il bene delle altre città,
per il bene dell'umanità e, non ultimo, per il bene
dell'essere umano...che era Grace stessa."

Grace non avrebbe perdonato sé stessa, e mancando quindi di arroganza nell'essere superiore, decide che come l'avrebbe meritata lei anche gli stessi abitanti di Dogville la meritano. Il film quindi diventa ricattatorio: è giusta la vendetta? Dal nostro punto di vista Grace è arrogante perché si fa padrona di decidere del destino di altre persone. Ma è arrogante anche nel perdonarle. E' più giusta l'arroganza del perdono o della vendetta? Da qui nasce la parte più interessante di Dogville. Grace decide di essere umana.

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IOMA 2007

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facess

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Messaggi: 29
Da: ewqq (AL)
Inviato: 31-07-2004 09:25  
Un altro modo diverso per guardarlo sarebbe quello di girarsi di spalle. Sicuramente ne guadagnerebbe in bellezza.

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edywan78

Reg.: 13 Gen 2004
Messaggi: 645
Da: edywan (AO)
Inviato: 31-07-2004 13:19  
quote:
In data 2004-07-31 09:25, facess scrive:
Un altro modo diverso per guardarlo sarebbe quello di girarsi di spalle. Sicuramente ne guadagnerebbe in bellezza.




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edywan78

Reg.: 13 Gen 2004
Messaggi: 645
Da: edywan (AO)
Inviato: 31-07-2004 13:21  
[quote]In data 2004-07-30 16:06, naly01 scrive:

grazie per avermi dato la possibilità di rileggere queste battute. devo ammettere che al cinema non ne avevo colto il senso.

_________________

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facess

Reg.: 18 Lug 2004
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Da: ewqq (AL)
Inviato: 01-08-2004 12:17  
[quote]In data 2004-07-31 13:21, edywan78 scrive:
quote:
In data 2004-07-30 16:06, naly01 scrive:

grazie per avermi dato la possibilità di rileggere queste battute. devo ammettere che al cinema non ne avevo colto il senso.





Eh, certo, se dai le spalle allo schermo ci credo che non cogli il senso.


Ma meglio così, Trier è un masochista che cerca di depravare anche il suo pubblico, di tirarlo dalla sua parte con biechi e ri-triti stilemi, piuttosto che invitarlo con raffinati meccanismi filmici.
Chi ancora ci casca è un sacripante!

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edywan78

Reg.: 13 Gen 2004
Messaggi: 645
Da: edywan (AO)
Inviato: 05-08-2004 15:13  
[quote]In data 2004-08-01 12:17, facess scrive:
quote:
In data 2004-07-31 13:21, edywan78 scrive:
quote:
In data 2004-07-30 16:06, naly01 scrive:

grazie per avermi dato la possibilità di rileggere queste battute. devo ammettere che al cinema non ne avevo colto il senso.





Eh, certo, se dai le spalle allo schermo ci credo che non cogli il senso.


Ma meglio così, Trier è un masochista che cerca di depravare anche il suo pubblico, di tirarlo dalla sua parte con biechi e ri-triti stilemi, piuttosto che invitarlo con raffinati meccanismi filmici.
Chi ancora ci casca è un sacripante!




ritriti stilemi? Trier è l'originalità fatta cinema!

raffinati meccanismi filmici? Sono alla base della Poesia che scaturisce dai film di Trier!


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