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Autore Documentario si o no?
DjSanJohn

Reg.: 24 Set 2003
Messaggi: 33
Da: Cosenza (CS)
Inviato: 03-10-2003 04:47  
Durante un esame di "Istituzioni di regia" mi si viene posto il quesito:
Da cosa capisci che ciò che vedi è un documentario o un film?
Dopo tante vie di fuga e cmq spiegazioni anche plausibili il docente mi ferma e dice:
"Quando si tratta di un documentario viene detto prima che inizi, altrimenti non lo potresti capire se è montaggio o no ciò che viene fatto" (montaggio che cmq è presente anche nel documentario sotto forma però di vero e SOLO montaggio)

Topic: Nel caso in cui un documentario viene parzialmente modificato con parti cmq non vere, crolla secondo voi al 100% il discorso di documentario o si può parlare di un film basato su un documentario? O di cosa?!?!?!?
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TINTOBRASS

Reg.: 25 Giu 2002
Messaggi: 5081
Da: Roma (RM)
Inviato: 03-10-2003 13:49  
Esiste un' etica del documentario. Sta a noi autori scegliere.
Frederick Wiseman, ad esempio, non corrompe la realtà. Si pone con la macchina da presa a media distanza dai soggetti e ne riprende azioni, reazioni.
Vittorio De Seta (il mio documentarista preferito), in ogni suo film, vanta una cura formale straordinaria. Le geometrie ed i colori sono sempre stupefacenti, per questo mi ha sempre sorpreso. Se Wiseman, per nessere più vicino alla realtà, adotta uno stile sporco e antiestetico (camera a spalla che cerca i personaggi e le situazioni), De Seta si comporta come se stesse realizzando un film di finzione. Per questo, alcune sequenze di "Un anno in Barbagia" ti lasciano nel dubbio: realtà o finzione?
Negli anni sessanta, Cesare Zavattini (che molti anni prima, parlò di "teoria del pedinamento") supervisionò il film documentario "I misteri di Roma", diretto collettivamente da 10-15 registi. Uno di questi registi, Luigi Di Gianni, che conosco bene, mi ha detto di aver più volte fatto ricorso a "ricostruzioni". E mi ha sempre detto di non aver paura a falsare la realtà. Questo è il parere di uno dei più attivi documentaristi italiani del dopoguerra.
Gianfranco Pannone, il più importante documentarista italiano contemporaneo, invece, si pone ad una certa distanza: nulla va corrotto, il regista si limita a filmare la realtà, il resto va lasciato all'imprevedibilità del caso. Questa era la tesi anche di Alberto Grifi.
Se poi si parla di documentari come "Zelig" di Woody Allen, "Forgotten Silver" di Peter Jackson o "Simone Lecca" di Piero Tomaselli, il discorso cambia...
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"La giovinezza è una conquista dello spirito che si raggiunge solo ad una certa età" (Proust)


Il sito della mia personalissima rivoluzione: http://www.vueling.com

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misscinema


Reg.: 20 Set 2003
Messaggi: 53
Da: bologna (BO)
Inviato: 13-10-2003 04:20  

Non mi stupisce più il fatto che tutti i docenti di Istituzione di regia sono particolari....Studi al dams?
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Domani è nuovo giorno

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Presapoco

Reg.: 24 Set 2003
Messaggi: 218
Da: Concesio (BS)
Inviato: 13-10-2003 19:47  
Ma secondo voi...buena vista social club è un documentario o un musical?...perchè da alcune parti c'è scritto in un modo da altre in un altro...

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FabryDivx
ex "ometto"

Reg.: 27 Apr 2003
Messaggi: 1788
Da: Palermo (PA)
Inviato: 13-10-2003 23:59  
Buena Vista Social CLub... ma certo che è un documentario!!!!
DOcumentario: videoclip o filmato che raccoglie testimonianze o elemento per comunicare realta in modo del tutto trasperente...

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""Solo chi teme di non essere mai citato evita di citare" S. M. Ejzenstejn"

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picasso

Reg.: 16 Ott 2003
Messaggi: 3
Da: roma (RM)
Inviato: 16-10-2003 18:52  
Qualcuno conosce la definizione esatta di film a soggetto e qual'è la differenza con il film documentario?

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pietro2004


Reg.: 28 Mag 2004
Messaggi: 1909
Da: Roma (RM)
Inviato: 07-05-2005 16:54  
stando alla definizione di legge, il documentario è

“il prodotto cinematografico e audiovisivo che, a partire dalla stesura di un trattamento e/o di una sceneggiatura generalmente derivati da un lavoro di ricerca - basato su documenti ed elementi pertinenti a una visione-rappresentazione della realtà nei suoi complessivi aspetti -, stia in relazione a temi, soggetti, ambienti che riguardino individui, gruppi sociali, popoli e paesi”. Temi ed ambienti devono, inoltre, essere “attinenti alla società, al costume, alla scienza, alla cultura e all'arte contemporanee oltre che alla storia e alla ricostruzione storica, anche attraverso l'utilizzo di materiali d'archivio e/o di tecniche multimediali, di epoca e no. Tutto questo sta alla base del documentario e rappresenta con un linguaggio narrativo peculiare e specifico la visione creativa dell'autore, la cui trasposizione in immagini è resa possibile dal complesso di operazioni di tipo economico, giuridico, contrattuale, organizzativo e commerciale tipiche di ogni processo produttivo finalizzato alla realizzazione di un prodotto cinematografico e audiovisivo e destinato alla diffusione e circolazione nel mercato e alla fruizione dello spettatore”.

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doromus

Reg.: 20 Ago 2005
Messaggi: 1
Da: Roma (RM)
Inviato: 20-08-2005 14:46  
quote:
In data 2003-10-03 13:49,
Sono abbastanza d'accordo con te Tinto...
Ma chi è Piero Tomaselli? Un regista? E Simone Lecca?
Peter Jackson dovrebbe essere quello che ha fatto il Signore degli anelli, Woody, va beh,lo conosciamo, ma gli altri due mi sfuggono...
A meno che Simone Lecca non sia quello che ha diretto "Il Teorema del delirio", e allora ho capito chi è. Grande film davvero...

TINTOBRASS scrive:

Esiste un' etica del documentario. Sta a noi autori scegliere.
Frederick Wiseman, ad esempio, non corrompe la realtà. Si pone con la macchina da presa a media distanza dai soggetti e ne riprende azioni, reazioni.
Vittorio De Seta (il mio documentarista preferito), in ogni suo film, vanta una cura formale straordinaria. Le geometrie ed i colori sono sempre stupefacenti, per questo mi ha sempre sorpreso. Se Wiseman, per nessere più vicino alla realtà, adotta uno stile sporco e antiestetico (camera a spalla che cerca i personaggi e le situazioni), De Seta si comporta come se stesse realizzando un film di finzione. Per questo, alcune sequenze di "Un anno in Barbagia" ti lasciano nel dubbio: realtà o finzione?
Negli anni sessanta, Cesare Zavattini (che molti anni prima, parlò di "teoria del pedinamento") supervisionò il film documentario "I misteri di Roma", diretto collettivamente da 10-15 registi. Uno di questi registi, Luigi Di Gianni, che conosco bene, mi ha detto di aver più volte fatto ricorso a "ricostruzioni". E mi ha sempre detto di non aver paura a falsare la realtà. Questo è il parere di uno dei più attivi documentaristi italiani del dopoguerra.
Gianfranco Pannone, il più importante documentarista italiano contemporaneo, invece, si pone ad una certa distanza: nulla va corrotto, il regista si limita a filmare la realtà, il resto va lasciato all'imprevedibilità del caso. Questa era la tesi anche di Alberto Grifi.
Se poi si parla di documentari come "Zelig" di Woody Allen, "Forgotten Silver" di Peter Jackson o "Simone Lecca" di Piero Tomaselli, il discorso cambia...



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farmaci generici - doromus

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concupio

Reg.: 10 Gen 2007
Messaggi: 2
Da: pescara (PE)
Inviato: 10-01-2007 23:04  
questa di Simone Lecca è una clamorosa bufala... guardate un po' il sito:
http://www.nuct.com/dettaglioDocente.aspx?docente=TOMASELLIfoto

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concupio

Reg.: 10 Gen 2007
Messaggi: 2
Da: pescara (PE)
Inviato: 10-01-2007 23:06  
è un invenzione di Piero Tomaselli, docente della Nuct...
Nn esiste nessun Simone Lecca!

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ermejofico

Reg.: 17 Ago 2005
Messaggi: 662
Da: roma (RM)
Inviato: 10-01-2007 23:32  
Documentario è "trattamento creativo della realtà". Dunque direi che è documentario tutto quello che si filma e si monta, senza ricostruzione dell'oggetto filmato.
Wiseman, come unico "espediente" girava moltissime volte la stessa scena affinchè il soggetto si comportasse come se la mdp non ci fosse stata (cosa impossibile nelle prime riprese). L'ultimo film di De Seta è completamente di finzione; se vogliamo resta l' "occhio documentaristico" (qualcosa che non saprei ben definire nemmeno io, in realtà).
Il documentario può anche essere una storia di fantasia. Herzog in "The wild blue yonder" narra addirittura di una odissea spaziale fallimentare con la tecnica del film di montaggio.

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"E io so Arvaro! Er guardiano der faro..."

[ Questo messaggio è stato modificato da: ermejofico il 10-01-2007 alle 23:37 ]

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DjSanJohn

Reg.: 24 Set 2003
Messaggi: 33
Da: Cosenza (CS)
Inviato: 30-03-2007 13:45  
e dopo 4 anni rieccomi!

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sandrix81

Reg.: 20 Feb 2004
Messaggi: 29115
Da: San Giovanni Teatino (CH)
Inviato: 30-03-2007 14:07  
dò una definizione del tutto personale.
Documentario è un film che tenta di attribuire status di verità a quello che narra.
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Quando mia madre, prima di andare a letto, mi porta un bicchiere di latte caldo, ho sempre paura che ci sia dentro una lampadina.

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nboidesign

Reg.: 18 Feb 2006
Messaggi: 4789
Da: Quartu Sant'Elena (CA)
Inviato: 30-03-2007 14:39  
avrei una domanda..

F-for fake di Welles che cos'è?
è un documentario? un film? una via di mezzo?

Lo stesso Welles all'inizio del film fa una promessa e ci dice che tutto ciò di cui si parlerà nella prossima ora son fatti veri.
Passata l'ora però inserisce la parte su Picasso, che lui stesso ammette essere inventata.

Come collocare questo film allora?
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sandrix81

Reg.: 20 Feb 2004
Messaggi: 29115
Da: San Giovanni Teatino (CH)
Inviato: 30-03-2007 15:07  
io direi decisamente documentario.
poi è ovvio che ogni classificazione e incasellamento lascia il tempo che trova, comunque il film di welles è evidentemente improntato secondo i criteri del cinema-veritè e in maniera dichiarata, enunciata. tralaltro secondo me F for fake riprende alcune intuizioni di Rohmer, particolarmente evidenti ne L'amore il pomeriggio. senza comunque assolutamente nulla togliere a welles, anzi F è il suo film che preferisco.
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Quando mia madre, prima di andare a letto, mi porta un bicchiere di latte caldo, ho sempre paura che ci sia dentro una lampadina.

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