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Autore Diario
nespola74

Reg.: 17 Gen 2005
Messaggi: 1006
Da: Civitavecchia (RM)
Inviato: 02-06-2005 12:55  
02-06-2005:Mani pulite 2", tutti assolti

Terzi: contro me denuncia politica Ds"Tutto partì dalla denuncia di un consigliere comunale Ds, che quando, in seguito, è diventato sindaco ha approvato il mio progetto urbanistico". L'architetto Giovanni Terzi, di Milano, ancora non festeggia: da 7 giorni è in sciopero della fame per Clementina Cantoni. Ma ne avrebbe tutti i motivi: è stato assolto, infatti, con altre 6 persone, dall'accusa di tangenti legate ad appalti nella zona di Bresso.

L'inchiesta, nota con il nome di "Mani pulite due", era finita sulle prime pagine di tutti i giornali che, per l'occasione, avevano coniato l'espressione "Mattoni puliti". Terzi, il principale imputato dell'inchiesta, fu arrestato il 13 ottobre 1998 per corruzione, abuso d'ufficio e falso. Rimase in carcere per tre mesi, prima in isolamento a Opera e poi a Novara. Contro di lui l'accusa di un architetto, Michele Ugliola, che sosteneva di avergli pagato una mazzetta da 100 milioni di lire per sbloccare un piano integrato d'intervento, cioè una grossa variazione al piano regolatore del comune di Bresso


C'erano interventi di edilizia popolare e residenziale, più un parco regalato alla città di Bresso, dove una volta c'era l'Isotta Fraschini", dice adesso. Con lui finirono sotto inchiesta gli imprenditori Igino, Angelo e Walter Bottani. Poco prima del Natale di quello stesso anno, la Cassazione annullò gli ordini di custodia giudicando regolare l'intervento urbanistico. Ma la Procura chiese lo stesso il rinvio a giudizio per tutti gli indagati. In primo grado, l'architetto Terzi, esponente di Forza Italia, venne condannato a due anni e messo. Ma martedì la Corte d'appello lo ha assolto. E ha assolto anche gli altri imputati, perché - hanno deciso i giudici - "il fatto non sussiste".

"Questa storia mi ha lasciato un vuoto incolmabile: la morte di mio padre - dice adesso Terzi -. Papà era un importante dirigente della Rizzoli, questa vicenda lo ha amareggiato e, secondo me, l'ha fatto morire. In quel periodo gli è letteralmente esploso un tumore che l'ha portato alla tomba. E' stato terribile ed è difficile andare avanti anche sul piano professionale: in questi anni ho perso molte commesse".

Una brutta vicenda. Nella quale, però, l'architetto Terzi non è stato abbandonato dai suoi amici e colleghi. "Il coordinatore di Forza Italia, Sandro Bondi - dice - mi è stato vicino sin dall'inizio e anche il presidente Berlusconi mi ha ricevuto ad Arcore e mi ha sempre fatto sentire la sua solidarietà".



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Non esiste l'amore: esistono solo prove d'amore.

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ipergiorg

Reg.: 08 Giu 2004
Messaggi: 10143
Da: CARBONERA (TV)
Inviato: 16-06-2005 15:51  
i Danilo Taino-Forse, George Bush ha ragione a fare il tirchio con gli africani. E Bob Geldof e Bono torto marcio. Uno studio appena pubblicato mostra che, dal 1970, il volume di aiuti ricevuti dai Paesi in via di sviluppo è stato inversamente proporzionale alla crescita di questi ultimi. Meglio: che gli aiuti hanno frenato lo sviluppo, sono stati controproducenti. L’economista svedese Fredrik Erixon, autore dello studio, ne è convintissimo. Secondo Erixon, la ragione per la quale, dopo decenni di dichiarazioni di buona volontà e 400 miliardi di dollari di sostegno occidentale, l’Africa resta in condizioni economiche e sociali pessime è che gli aiuti non funzionano quando si è fortunati, fanno del male nella maggior parte dei casi. A poche settimane dal G8 di luglio in Scozia, che avrà al centro delle discussioni la lotta alla povertà, e a pochi giorni dalle marce e dalla serie concerti di beneficenza, previsti in tutto il mondo, che lo accompagneranno, questo è l’attacco finora più forte alla Rock Star Economics , quel complesso di teorie rese popolari da musicisti e attori che sostengono la necessità di raddoppiare subito gli aiuti ai Paesi più poveri.

«Gli economisti-rock star vedono il mondo attraverso occhiali rosa - sostiene Julian Morris, direttore dell'International Policy Network (Ipn), l’istituto britannico che ha pubblicato l’analisi -. La loro convinzione che gli aiuti vadano a beneficiare i poveri è mal posta. La realtà è che gli aiuti premiano il fallimento e rafforzano regimi che diversamente sarebbero stati fatti fuori». I dati portati da Erixon mostrano che via via che gli aiuti all’Africa aumentavano dal 5% del Pil continentale (1970) al 18% (1995), la crescita del Pil pro-capite crollava dal 15-17% a negativa; per riprendere a metà Anni Novanta quando gli aiuti sono tornati a calare. Lo studio sostiene che se i governi occidentali facessero come richiesto da Jeffrey Sachs, l’economista che ha studiato la strategia Onu per eradicare la povertà, e come proposto dal primo ministro britannico Tony Blair, cioè se aumentassero gli aiuti all'Africa di 25 miliardi di dollari l’anno, «le conseguenze potrebbero essere devastanti. Troppo spesso gli aiuti hanno fatto più male che bene, specialmente in Africa. Hanno ingigantito le élite politiche e tolto potere all’uomo comune».

Erixon confuta alla radice la teoria indiscussa da decenni secondo la quale gli aiuti esteri avrebbero la forza di dare la spinta iniziale a un’economia e rompere così il «circolo vizioso della povertà». In realtà, dice l’economista, «i Paesi non sono poveri perché mancano di strade, scuole o ospedali. Mancano di queste cose perché sono poveri. E sono poveri perché non hanno le istituzioni di una società libera, le quali creano le condizioni di base per lo sviluppo economico». In altri termini, a condannare alla povertà è l’assenza di diritti di proprietà, di leggi e norme, di mercati aperti, di governi onesti e non invadenti, di commercio estero. Gli aiuti, al contrario, hanno due tipi di effetti negativi: spostano l'attenzione dal problema vero, cioè dalla creazione di istituzioni che funzionano; e soprattutto spingono ai margini gli investimenti privati, danno risorse a regimi dispotici per continuare a opprimere, minano la democrazia, perpetuano la povertà.

Qualche esempio nella storia moderna dell’Africa? Tra gli altri, i casi dello Zimbabwe, dell’Uganda, del Congo.
Lo studio dell’Ipn - che è stato pubblicato assieme a centri di ricerca di Sudafrica, Hong Kong, India, Ghana, Israele e Nigeria - analizza gli effetti degli aiuti sulla crescita in generale e scopre che sono sempre negativi. E come esempio da seguire porta (a parte Cina e India) il Botswana, il quale si è dato buone istituzioni economiche e ha avuto una bassa «interferenza» di aiuti esteri, con il risultato che il suo tasso di crescita negli scorsi 30 anni è stato «tra i più alti del mondo» e il reddito pro-capite è oggi di ottomila dollari l'anno, contro i meno di mille di molti Paesi africani. Non è detto, insomma, che il concerto più virtuoso sia quello rock.
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Spock: We must acknowledge once and for all that the purpose of diplomacy is to prolong a crisis.

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gatsby

Reg.: 21 Nov 2002
Messaggi: 15032
Da: Roma (RM)
Inviato: 08-07-2005 08:30  
7/7/2005

Nuovo allarme a Londra. Secondo quanto ha riferisce Sky News la polizia ha fatto allontanare la gente dalla Victoria Station stazione dopo che é stato trovato un pacco sospetto su un autobus vicino alla stazione.
Stamani una serie di quattro esplosioni ha colpito, metropolitana e bus nel centro di Londra, causando una strage. 37 i morti finora accertati. Secondo Scotland Yard i feriti gravi sono 45: hanno subito amputazioni di arti, ustioni e fratture.
I feriti sono 700, tra questi anche due italiani ma in modo lieve, come ha riferito la Farnesina. Alcune decine sono invece in fin di vita.

La polizia britannica ha sollecitato i londinesi a rimanere vigili e ha detto di non essere certa che la serie di attentati sia finita.

Gli attentati sono giunti all'indomani della scelta di Londra quale sede delle Olimpiadi del 2012 e mentre, a qualche centinaio di chilometri di distanza a Gleneagles, in Scozia, i grandi della terra sono riuniti per il G8.

Pisanu ha detto che gli attentati sarebbero opera di kamikaze e frutto di una lunga preparazione e sicuramente collegati alla celebrazione del G8 a Gleneagles.

LA RICOSTRUZIONE DELLA POLIZIA, NESSUN AVVERTIMENTO
Quattro esplosioni nell'arco di meno di un'ora, 37 i morti. E' questo il primo bilancio dato da Scotland Yard durante una conferenza stampa. La prima detonazione si è verificata alle 8.51 (9.51 italiane) nei tunnel sotterranei che collegano le stazioni di Aldgate East, Moorgate e Liverpool Street, nel pieno della City.
Cinque minuti dopo, alle 8.56, è toccata alla Piccadilly Line, con un'esplosione tra le stazioni di King's Cross e Russell Square. Questo l'attacco che finora ha registrato più vittime. La terza detonazione è avvenuta invece alle 9.17, all'interno della stazione di Edgware Road. L'ordigno esplosivo collocato su un treno è detonato con forza tale da fare un buco nel treno di fianco.
L'ultima esplosione si è infine verificata sull'autobus numero 30 a Tavistock Place, nei pressi di Russel Square, alle 9.47. La polizia non è ancora in grado di dichiarare con certezza quante siano state le vittime di questa esplosione. "La polizia non ha ricevuto alcun avvertimento o informazione di intelligence su questi attacchi e nessuno ne ha rivendicato la responsabilità ", ha dichiarato Brian Paddick, vice assistente del commissario capo di Scotland Yard. "Al momento non sappiamo se si è trattato di attentatori suicidi o di pacchi bomba lasciati sull'autobus ed in metropolitana", ha precisato Paddick. La fonte ha aggiunto che ci vorrà tempo prima che i trasporti londinesi tornino alla normalità.

LONDRA: AGGIORNAMENTO BILANCIO, 37 MORTI E 700 FERITI (ANSA) - LONDRA, 7 LUG - La polizia ha aggiornato il bilancio delle vittime degli attentati di oggi: i morti sono 37 ed i feriti 700, 300 dei quali trasportati in ospedale in autoambulanza. Nell'esplosione di Kings Cross/Russel square hanno trovato la morTe 21 persone, sette ad Edgware road, sette a Liverpool Street e due sull'autobus esploso in Upper Woburn Place.

Solo quando il quadro generale ha cominciato a delinearsi, il capo di Scotland Yard, Ian Blair, ha detto di pensare che le esplosioni a Londra siano un'azione terroristica.
Uno schema - bombe in metropolitana e su bus - che ricorda quello attuato dalla cellula integralista islamica che colpì i treni carichi di pendolari che stavano raggiungendo le stazioni di Madrid.


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Qualunque destino, per lungo e complicato che sia, consta in realtà di un solo momento : quello in cui l'uomo sa per sempre chi è

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sgamp2003


Reg.: 21 Ago 2004
Messaggi: 11260
Da: Roma (RM)
Inviato: 02-08-2005 11:31  
01/08/2005: Arabia Saudita: è morto il re Fahd

La famiglia reale saudita ha annunciato la morte di Re Fahd. Il reggente dell'Arabia Saudita era gravemente malato da tempo. Come da prassi nei paesi arabi, tutte le televisioni saudite hanno interrotto le trasmissioni per mandare in onda versi del Corano. A Fahd succede il nuovo sovrano, Abdullah, noto per le sue posizioni conservatrici e meno filo-occidentali. Mercoledì l'incoronazione a Riad.


Fadh bin Abdul Abdul Aziz era stato nominato quinto re del suo Paese, il solo al mondo che prenda il nome dalla famiglia regnante, nel 1982, ma ricopriva cariche istituzionali fin dal 1953, quando era stato nominato ministro ministro per l'istruzione. Da allora è stato poi ministro dell'interno e vice premier.

Durante il suo regno ha traghettato l'Arabia Saudita attraverso eventi che hanno più di una volta scosso gli equilibri della regione. Basti pensare alla guerra Iran-Iraq, la guerra civile libanese, gli accordi di pace tra Egitto e Israele, la rivoluzione khomeinista, la guerra del Golfo, l'ascesa dei taleban in Afghanistan.

Nel 1995 è stato però colpito da un ictus e nel 1999 ha subito nuovi pesanti problemi di salute. Da allora, il suo fratellastro Abdullah, considerato meno filo occidentale e più conservatore di lui, gestisce l'amministrazione del Regno. La sua azione di governo si è caratterizzata per alcune aperture di carattere economico e per una serrata lotta alla corruzione negli apparati dello Stato, oltre che al terrorismo, che negli ultimi anni ha colpito in varie zone del Paese. In Arabia Saudita è peraltro nato il leader di al Qaida: Osama bin Laden

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tesserò i tuoi capelli come trame di un canto,
conosco le leggi del mondo e te ne farò dono...

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ipergiorg

Reg.: 08 Giu 2004
Messaggi: 10143
Da: CARBONERA (TV)
Inviato: 05-08-2005 10:51  
Mosul (AsiaNews) – Per 2 mesi hanno attraversato check point, rischiato la vita tra bombe e scontri quotidiani, ma alla fine hanno vinto. Sono 81 bambini di Mosul, nord Iraq, che il 29 luglio scorso hanno ricevuto la Prima comunione nella chiesa dello Spirito Santo; la parrocchia è vicino alla chiesa di san Paolo, oggetto di un attentato terroristico proprio il 1 agosto scorso insieme ad altre 4 chiese irachene.

P. Ragheed Ganni, il parroco, ammira i suoi piccoli fedeli: “In circostanze fuori dalla norma hanno avuto il coraggio di comportarsi anche meglio di come avrebbero fatto in situazioni ordinarie”.

Il sacerdote racconta ad AsiaNews che i bambini - tra gli 11 e i 14 anni - hanno iniziato i 2 mesi di preparazione al “loro grande giorno” subito dopo la fine della scuola. “A volte i ragazzi rimanevano bloccati tra le truppe americane - dice p. Ragheed - altre volte non potevano arrivare in chiesa perché le strade erano sbarrate, ma hanno accettato la sfida anche se la paura era tanta e hanno vinto”. Nei giorni degli attentati a 2 moschee nel paese, una sunnita e una sciita (12 e 16 luglio) anche nella chiesa dello Spirito Santo si è pregato per le vittime: “La preghiera è l’arma dei credenti”.

La cosa che ha permesso ai bambini di andare avanti e non scoraggiarsi è stato tenere sempre presente lo scopo ultimo del loro sacrificio: “Conoscere Gesù da vicino e essere con lui, non importa come o quale sia il prezzo, Gesù è sufficiente”.

La messa di venerdì è stata presieduta da mons. Paulos Faraj Rahho, vescovo caldeo di Mosul. Durante la funzione il presule ha invitato i bambini della Prima comunione a “ricordare sempre che non c’è vita senza l’eucarestia, non c’è vita senza Gesù; dobbiamo sempre ripetere a Gesù le parole che gli hanno rivolto i due discepoli di Emmaus: Resta con noi” (Lc 24, 29).

Per uno dei bambini, però, la Prima comunione ha coinciso con la perdita della mamma, il giorno precedente; era l’ultimo genitore rimastogli dopo la morte del padre 2 anni fa. "I parenti - racconta il parroco - non sapevano come comportarsi a causa degli usi sociali e delle tradizioni che impongono un lungo lutto". "Molti cristiani in Iraq - continua - hanno perso il significato spirituale di un simile evento e rimangono legati solo all'aspetto sociale. Come da anni fa la Chiesa, abbiamo cercato di far capire loro che si possono mettere da parte alcuni costumi e attenersi invece ai valori del Vangelo: così tutti hanno partecipato, anche 3 cugini del piccolo orfano hanno ricevuto la loro Prima comunione".

L’ultimo desiderio della madre è stato l’eucarestia. “Il Corpo di Cristo che questi bambini hanno ricevuto per la prima volta – commenta il sacerdote - è anche l’ultima cosa di cui abbiamo bisogno nel momento della morte”.
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ipergiorg

Reg.: 08 Giu 2004
Messaggi: 10143
Da: CARBONERA (TV)
Inviato: 23-08-2005 15:23  
MAGDI ALLAM

Si tratta di un compromesso in extremis per tentare di ottenere l'adesione della minoranza sunnita all'atto fondante del nuovo Stato iracheno libero e democratico, avallato dalla maggioranza degli sciiti e dei curdi che detengono 215 dei 275 seggi del Parlamento. La riserva principale dei sunniti è sull'ordinamento federale del nuovo Iraq. Per il timore che l'indebolimento del potere centrale possa tradursi in un impoverimento del Centro del Paese sunnita che non dispone delle ingenti risorse di greggio presenti nel Nord curdo e nel Sud sciita. Ma è proprio sulla federazione che curdi e sciiti hanno fondato la loro intesa, imprimendo una svolta storica non solo per l'Iraq ma per l'insieme del Medio Oriente. D'altro canto, secondo le indiscrezioni trapelate, il nuovo Iraq non sarà una teocrazia islamica. Il riferimento all'Islam come «una fonte principale della legislazione» è una connotazione presente nelle Costituzioni di altri Paesi arabi laici, tra cui Siria ed Egitto. Ugualmente laddove si afferma che «nessuna legge contraria ai principi dell'Islam potrà essere approvata», subito dopo si aggiunge che «nessuna legge sarà adottata se contraddice i diritti umani e i principi democratici».

Prima della doccia fredda del rinvio di tre giorni, annunciato dal presidente del Parlamento, il sunnita Hajem al Hassani, dieci minuti prima della scadenza del tempo disponibile per l'approvazione della bozza della Costituzione alla mezzanotte di ieri, gli iracheni ci hanno regalato un'immagine di grande civiltà. Da un lato le masse in festa nel Sud sciita e nel Nord curdo. Dall'altro le formazioni sunnite del Centro del Paese che hanno invitato la gente a partecipare al referendum sulla Costituzione, il prossimo 15 ottobre, per dire «no». Tra loro perfino il gruppo terroristico di Ansar al Sunna. Se pensiamo che lo scorso gennaio la maggioranza dei sunniti boicottò le elezioni legislative mentre il tagliagole Al Zarkawi scatenò i suoi kamikaze contro le fila di votanti, ci rendiamo conto che alla fine ha prevalso la logica del coinvolgimento nel processo democratico. E ora che la minoranza di critici e oppositori si è convinta a confrontarsi con la maggioranza nel rispetto delle regole, l'Iraq ha realizzato un notevole passo in avanti verso l'acquisizione di una democrazia compiuta.

Il vero problema dei sunniti è il pesante condizionamento dei gruppi terroristici saddamiani e binladiani. Ieri il Guardian ha descritto come le città di Haditha e Qaim siano state trasformate in «emirati talebani» dove i tribunali islamici giustiziano gli «infedeli» in pubblico e le donne sono costrette a imbacuccarsi da cima a fondo. Il fatto che gli esponenti sunniti abbiano comunque preso parte all'elaborazione della bozza di Costituzione, che abbiano lanciato un appello agli Stati Uniti e all'Onu affinché siano tutelati i loro diritti e che intendano partecipare alle elezioni rappresenta certamente un gesto di sfida ai terroristi che rifiutano pregiudizialmente di riconoscere le istituzioni del nuovo Stato iracheno.

In ogni caso dopodomani conosceremo il testo ufficiale della bozza della nuova Costituzione. Che testimonia il successo della strenua volontà degli iracheni alla libertà e alla democrazia. Ora non ci resta che sperare che anche da noi, in Italia, in Europa e in Occidente, si aprano definitivamente entrambi gli occhi per vedere la realtà irachena per quella che è, non per quella che immaginiamo con i filtri ideologici che ce la fanno rappresentare come una successione di attentati terroristici che taluni hanno ancora l'ardire di qualificare come atti di «resistenza».
Invito tutti a osservare le scene di giubilo di tanti iracheni, trasmesse dalle televisioni Al Arabiya, Al Iraqiya e Al Fayhaa, per l'approvazione della bozza della Costituzione. C'è una maggioranza di iracheni che, dopo essersi liberata da una delle più sanguinose dittature della Storia, esulta per aver riscattato il proprio diritto alla vita. Concentriamoci su questa maggioranza e smettiamola di farci del male enfatizzando e mitizzando la minoranza che propugna lo scontro, l'odio e la morte.
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seanma

Reg.: 07 Nov 2001
Messaggi: 8105
Da: jjjjjjjj (MI)
Inviato: 01-09-2005 12:03  

CAGLIARI - Ha avuto la forza di denunciarli, e così una coppia di coniugi è finita in manette con un'accusa pesante: avrebbero adescato e sottoposto a violenza una ragazza adolescente. L'uomo di 40 anni, invalido sulla sedia a rotelle, e la moglie sarebbero riusciti a far salire sulla loro autovettura, offrendole un passaggio. La ragazzina sarebbe stata poi costretta ad avere rapporti sessuali con l'uomo mentre la moglie la teneva con forza.

Le immediate indaginidei carabinieri hanno portato, grazie anche ad alcuni particolari, all'emissione, per entrambi i coniugi, di un provvedimento di custodia cautelare in carcere emesso dalla Procura della repubblica di Cagliari. I due presunti responsabili del fatto sono stati rinchiusi nel carcere del capoluogo a disposizione della magistratura.
01 settembre 2005


www.corriere.it

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ipergiorg

Reg.: 08 Giu 2004
Messaggi: 10143
Da: CARBONERA (TV)
Inviato: 06-09-2005 17:41  
I giudici l’hanno definita "discriminatoria" ed "incostituzionale"
L'Arcivescovo di Lahore: “Ottima decisione, la legge era contraria alla libertà personale”. Un legale musulmano dice ad AsiaNews: “Era una legge sbagliata, promulgata per rendere i fondamentalisti padroni della provincia”.
“Accogliamo con calore la decisione della Corte Suprema del Pakistan che rende nullo l’Hasba Bill, una legge contraria alla libertà delle persone”. Con queste parole mons. Lawrence John Saldanha, arcivescovo della diocesi di Lahore, commenta la decisione presa dal più alto organo giudiziario del Pakistan ed aggiunge che “questo tipo di leggi sono contrari alla natura umana ed andrebbero sempre condannate”.
I 9 membri della Corte hanno emesso il 4 agosto un documento di 106 pagine con cui rendono nulla la legge, approvata il 14 luglio scorso dal governo della Frontiera del nord ovest (Nwfp, al confine con l’Afghanistan), che istituiva la figura del muhtasib, una sorta di garante religioso per vigilare sull’aderenza dei cittadini ai valori islamici. “Nella sentenza esplicativa – continua il presule – è scritto chiaramente che la vita privata, i pensieri personali ed il credo individuale dei cittadini non possono essere contrastati da leggi impositive”. “I giuristi islamici – dice mons. Saldanha – sono unanimi nel dire che, a parte la preghiera e l'elemosina (salat e zakat), nessun altro obbligo previsto dall’Islam deve essere attuato con forza dallo Stato”.

I giudici definiscono la legge “discriminatoria” ed “incostituzionale” dato che consente l’istituzione di un garante “che interferisce nella vita dei cittadini” e prevede “l’istituzione di uffici giudiziari ed esecutivi paralleli a quelli del governo”.
Il provvedimento era stato istituito dopo le insistenze del Muttehida Majlas-e-Amal (Mma, coalizione al governo, formata da 6 partiti islamici): i suoi rappresentanti avevano definito la sua messa in vigore una “grande vittoria, il primo storico passo verso una vera applicazione della legge islamica in accordo con norme democratiche”. La Corte Suprema è stata chiamata in causa dal presidente pakistano Pervez Musharraf dopo le proteste di molti gruppi politici e religiosi.

Shahbaz Bhatti, presidente dell’All Pakistan Minorities Alliance [Apma, organismo che riunisce le minoranze del Paese ndr] dice ad AsiaNews che quella della Corte “è una buona decisione, che dimostra come le politiche portate avanti dal Mma sono contrarie alle norme democratiche ed alla Costituzione del Pakistan”.
Sheikh Mansoor, legale musulmano ed attivista per i diritti umani, sostiene che “non vi possono essere dubbi sull’incostituzionalità del provvedimento, contrario allo stesso tempo anche ai veri insegnamenti dello stesso Islam”. “Questa legge – continua – è stata promulgata perché i religiosi vogliono divenire i padroni della provincia e vogliono vincere le elezioni locali: non certo per un miglioramento della situazione delle persone che vivono lì.

Qaiser Felix www.asianews.it
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calciofilo

Reg.: 04 Ott 2005
Messaggi: 104
Da: san paolo (NA)
Inviato: 07-10-2005 11:31  
Il Polo in Calabria ricorre contro la legge votata insieme all’Unione
No ai portaborse (per averne di più)
È in ballo, dicono quelli della Cdl, il rapporto di fiducia necessario tra il politico e il «reggipanza»

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Triste destino, per i portaborse calabresi. I papà, gli zii, i cugini, i fratelli e i cognati che in veste di consiglieri regionali li avevano assunti togliendoli dal precariato per metterli a carico della Regione col famoso «concorsone», non li voglion più. Meglio: ne chiedono di nuovi. Magari altri figli, nipoti e cugini. È in ballo, dicono, il rapporto di fiducia necessario tra il politico e il reggipanza. E così, udite udite, i partiti del centrodestra hanno fatto ricorso al Tar contro la leggina che loro (loro, complice la sinistra) avevano voluto e votato. E tutti quei raccomandati presi allora con la scusa che si sarebbe risparmiato? Ormai che ci sono...
Un passo indietro. È l’ottobre del 2001. Mentre il governatore polista Giuseppe Chiaravalloti governa «con il benevolo sostegno divino» (parole del suo portavoce Fausto Taverniti) i partiti hanno una bella pensata. Stabiliscono che i gruppi presenti nel Consiglio possano essere composti anche da una sola persona. E che ad ogni gruppo siano dati sedi, soldi, assistenti. Idea che porterà nel giro di un anno alla frammentazione dell’assemblea (42 membri) in 19 gruppi consiliari dei quali 12 composti da una sola persona. Dodici presidenti di sé medesimi che si auto-convocano e si auto- consultano sparpagliati in una miriadi di sedi prese in affitto in giro per tutta la città per ospitare ciascuna lo staff dei mono-gruppi. Mono-gruppi, sia detto incidentalmente, aboliti a partire da questa legislatura.
Il meglio, però, è la «Legge 25» là dove si occupa dei portaborse. Cioè delle persone che ogni parlamentare sceglie sulla base di un rapporto fiduciario. Rapporto che ovviamente, fondato com’è sulla libera scelta (senza concorsi né graduatorie...) del politico eletto in «quella» legislatura, non può che essere a termine.
È lì il giochetto. Sospese le risse sulle cose serie, i partiti varano un ritocco (voluto dalla maggioranza di destra ma accettato anche dall’opposizione di sinistra) che prevede di assumere tutti i portaborse, 86, in pianta stabile.
E perché mai? Perché, risponde una nota ufficiale dell’allora presidente Luigi Fedele rinfacciata ieri da Giuseppe Baldessarro, il cronista del Quotidiano autore dello scoop di allora e di ieri, «si punta a pervenire a un contenimento complessivo dei costi gestionali dal momento che la costituzione di questa struttura non solo non comporterà alcun costo aggiuntivo per le casse regionali, dovendo essere autofinanziata dai gruppi stessi,ma potrà comportare addirittura un risparmio». Insomma: nasce un comparto «portaborse», a disposizione dei gruppi consiliari, legislatura dopo legislatura. «Tali finalità», insisteva un documento del Consiglio, «sono state condivise da tutti i gruppi politici consiliari, che pur di realizzarle, hanno rinunciato ad una consistente quota di finanziamento».
Tutto chiaro? Macché: un codicillo spiega che non è detto che gli assunti debbano per forza fare i portaborse. Intanto entrino, poi si vedrà. Già che ci sono, i deputati confezionano per loro un contratto con la paga integrata da 80 ore straordinarie e 8 missioni forfetizzate al mese. E chi vota contro? Nessuno. Manco i bertinottiani o i cossuttiani. Tanto che il Quotidiano pubblica la lettera dei militanti di un circolo: come possiamo fare certe battaglie, chiedono schifati, se «gli unici a poter aspirare ad un lavoro regolare sono gli amici e i parenti che partecipano al concorso dei portaborse? ». E così va, infatti: entrano quasi esclusivamente amici e parenti.
Prendiamo dal Corriere di allora. «Raffaele Raso è figlio di Michele, assessore comunale reggino dell’Udeur. Teresa Pezzimenti sorella di Giuseppe, consigliere regionale di Sgarbi. Irene Maria Sgrò cugina del deputato regionale para-dc Pasquale. Grazia Suraci, nipote del consigliere regionale buttiglioniano Giovanni Nucera. Enza Galati sorella del sottosegretario folliniano Pino. Giovanni Fedele fratello di quel presidente forzista che oltre a lui e alle segretarie ha fatto prendere pure il cognato, Antonino Luppino.
E poi c’è Salvatore Birillo, figlio di Mario, deputato regionale della Margherita e c’è Francesca Marcianò, figlia dell’ex consigliere reggino di An...». Quanto alle sinistre, i sistemati sono «l’ex consigliere regionale diessino e responsabile della Sanità Nicola Gargano, il segretario provinciale cossuttiano Enzo Infantino, la componente del comitato centrale rifondarolo Silvana Stumpo, l’ex consigliere comunale missino di Palmi Ernesto Reggio, il segretario provinciale della Quercia cosentina Carlo Guccione». Insomma: chi è senza peccato... Si indignano pure i vescovi: «Assunzioni privatistiche» dovute a «vuoto di etica».
Tre anni dopo, che succede? Che il nuovo ufficio di presidenza cerca di rifilare 24 vecchi portaborse (gli altri 62 si sono già sistemati qua e là per gli uffici, alla faccia dei vecchi proclami) ai nuovi gruppi.
Che saltano su, ribelli. «I gruppi sono diversi, tanta gente è cambiata, come può un deputato nuovo prendersi un assistente che non ha mai visto prima?», chiede accorato l’udc Giovanni Nucera. Certo, quella legge «fu un errore», concorda il nazional-alleato Alberto Sarra, «ma oramai che vogliamo fare? Il rapporto di fiducia è indispensabile... È che la sinistra vorrebbe assumere un mucchio di gente e quindi...».
Per questo loro due, con l’aggiunta del forzista Giuseppe Gentile e del socialista Luciano Rocco, han fatto ricorso al Tar chiedendo perfino le spese a carico del Consiglio: perché la Regione si ripigli quei 24 portaborse già sistemati («vorremo mica mandarli via!») e restituisca a ogni gruppo i soldi precedenti alla leggina così che ognuno assuma di nuovo chi gli pare. Per poi rifare il giochetto con la solita sistemazione dei precari? «Ma per carità! Ma quando mai! Ci mancherebbe!».
Gian Antonio Stella
07 ottobre 2005

da www.corriere.it

Ahahah, che nazione di buffoni!

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ipergiorg

Reg.: 08 Giu 2004
Messaggi: 10143
Da: CARBONERA (TV)
Inviato: 01-12-2005 15:16  
Parigi, 1. dic. (Apcom) - Il presidente della commissione finanze del senato francese, Jean Arthuis, ha dichiarato che, secondo la sua stima, il debito pubblico francese e' "piu' vicino a 2.300 miliardi che a 2.000 miliardi di euro" durante un dibattito stanotte sulla finanziaria 2006. Secondo l'ex ministro delle finanze, al debito delle amministrazioni pubbliche, valutato a 1.150 miliardi di euro, occorre aggiungere, oltre agli impegni dello Stato sulle pensioni nelle tre funzioni pubbliche, le pensioni dei dipendenti della Posta, della Ratp (i trasporti pubblici di Parigi), della Sncf (le ferrovie statali) e il debito della Rete ferroviaria di Francia (Rff). Il ministro del bilancio Jean-Francois Cope' ha da parte sua valutato il debito "ai sensi della contabilita' nazionale" a 1.117 miliardi di euro alla fine del 2005, pari al 65,8 del pil, e gli impegni pensionistici - "valutazione delicata" ha sottolineato - tra 790 e 1.000 miliardi di euro. (fonte Afp) Ard 01-DIC-05 01:42
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Spock: We must acknowledge once and for all that the purpose of diplomacy is to prolong a crisis.

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luimart


Reg.: 26 Ott 2003
Messaggi: 234
Da: terme vigliatore (NA)
Inviato: 03-12-2005 18:36  

RAPPORTO OCSE: SCATTA L'ALLARME ROSSO PER L'ITALIA.


Il mondo cresce ma noi siamo la zavorra d'Europa. Il debito al 110% del pil. Male i conti pubblici.

L'OCSE, l'organizzazione dei paesi industrializzati fa il punto sullo stato dell'economia mondiale , pittosto florida, e dedica un capitolo specifico ai conti pubblici italiani, alquanto disastrati:
Il debito pubblico è in rapida risalita ed è previsto l'anno prossimo al 110%. Sempre nel 2006 il deficit si attesterà al 4,2% del PIL, fallendo l'obiettivo del governo di un calo al 3,8% e per il 2007, se si continua così, si prevede che il rapporto schizzi al 4,8%, a fronte dell'impegno del governo con l'Unione Europea di di riportare il deficit sotto il 3%, entro il 2007.
Con questi dati è naturale che la CRESCITA SIA PRESSOCHE' NULLA.

Nonostante la recessione sia finita la primavera scorsa, l'OCSE stima un aumento del PIL dell'1,1% l'anno prossimo (1,5%per il governo).
E l'Ita si conferma la zavorra d'Europa visto che il PIL degli altri paesi è previsto all'1,4% quest'anno e al 2,1% l'anno prossimo.
In linea europea i risultati di Germania e, soprattutto Francia, con buona pace di Tremonti che ce li ha sempre indicati come compagni al duolo.
Anche l'inflazione è prevista in forte risalita, raggiungendo nel 2006 il 2,7%.
Ancora l'OCSE fa notare che i prezzi delle abitazioni in Italia sono schizzati in sù, aumentando del 40% dal 2000, nonostante la diminuzione dei tassi d'interesse.

QUESTI I RISULTATI DEL CONTRATTO CON GLI ITALIANI DEL 2001.



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sgamp2003


Reg.: 21 Ago 2004
Messaggi: 11260
Da: Roma (RM)
Inviato: 26-12-2005 19:16  
26-12-2005: Tsunami, le lacrime di un anno dopo
L'Asia si ferma per non dimenticare.

Commemorazione a Banda Aceh
Funzioni sulle spiagge della Thailandia. Come Khao Lak dove "L'angelo della spiaggia", la bimba inglese che salvò 100 persone, ha letto una poesia. Un minuto di silenzio a Banda Aceh, in Indonesia. Centinaia di occidentali arrivati per onorare i cari deceduti. L'Asia e il mondo hanno ricordato lo tsunami che, un anno fa, sconvolse l'Asia meridionale. "Ricordiamo gli atti di coraggio di chi corse in aiuto", ha detto il presidente Bush.


IL SILENZIO DI BANDA ACEH
L'Indonesia e il suo presidente, Susilo Bambang Yudhoyono, hanno scelto Banda Aceh come luogo simbolo dell'immane tragedia. La città, sull'isola di Sumatra, fu indubbiamente la più colpita dall'onda anomala ed è lì che si registrarono la maggior parte dei 168mila morti e dispersi sofferti dalla sola Indonesia. "Signore e signori, inchiniamoci in silenzio per pregare alla memoria di centinaia di migliaia di persone che hanno perso la loro vita a causa dello tsunami del 26 dicembre dello scorso anno", ha detto il capo dello Stato durante la cerimonia di commemorazione, che ha avuto il suo zenit nel minuto di silenzio osservato alle 8.16 locali, ora in cui la montagna d'acqua si abbattè sulle coste: una sirena ha suonato prima del raccoglimento. "Era sotto questo stesso cielo blu, esattamente un anno fa, che la natura ha scatenato su di noi la sua potenza piu' distruttrice", ha detto Yudhoyono nel suo discorso commemorativo. Anche in Sri Lanka sono previste cerimonie simili, con bandiere a mezz'asta e campane suonate in memoria di morti e dispersi. Il presidente srilankese Mahinda Rajapakse si e' recato nel villaggio di Peraliya, in cui hanno trovarono la morte 31mila persone.

THAILANDIA, LACRIME IN SPIAGGIA
Come in Indonesia, anche in Thailandia molte persone hanno oggi ricordato le vittime dello tsunami di un anno fa. Migliaia di thailandesi e di stranieri, tra cui i familiari di alcune delle vittime, si sono raccolti questa mattina sulle spiagge per rendere omaggio alle 5.393 persone portate via un anno fa dall'onda anomala. Cerimonie ufficiali sono state tenute nel corso della giornata anche in quattro province del sud del Paese


PROPRIO OGGI, UNA PROVA ANTI-TSUNAMI
Nel giorno dedicato al dolore e alla memoria di quanto accaduto, l'Indonesia ha voluto comunque effettuare una prova del sistema di allerta anti-tsunami. L'esercitazione si è svolta a Padang, nella zona occidentale dell'isola di Sumatra. Gli abitanti della città, una volta sentite le sirene di allarme, hanno lasciato la propria casa o il luogo di lavoro per correre verso i luoghi più elevati, indicati attraverso vie d'accesso già predisposte.


LA COMMEMORAZIONE DI BUSH: "FIERI DEL NOSTRO AIUTO"
"Un anno dopo, ricordiamo quei giorni di dolore e anche gli atti di coraggio e gentilezza dell'America e di altre nazioni che sono corse ad aiutare le popolazioni colpite". In una dichiarazione diffusa dalla Casa Bianca, il presidente George W.Bush ha confermato l'impegno degli Stati Uniti negli aiuti alle popolazioni dell'Asia colpite dallo tsunami. "La nostra nazione è orgogliosa degli sforzi e della generosità delle Forze Armate, dei professinisti del soccorso, dei volontari e di quanti hanno offerto contributi. Restiamo
impegnati ad aiutare i cittadini delle zone colpite a ricostruire le loro economie, le loro comunità, le loro vite", ha aggiunto Bush.

IL RICORDO DE "L'ANGELO DELLA SPIAGGIA"
In quel terribile 26 dicembre 2004 salvò almeno cento persone dalla furia delle tsunami, avvertendo del pericolo di un maremoto quando il mare si ritirò. Un atto di coraggio, che le fece guadagnare il soprannome di "L'angelo della spiaggia". Un anno dopo, Tilly Smith, una bambina inglese di 11 anni, ha letto una poesiaa a Khao Lak, dove centinaia di parenti dei turisti morti nello tsunami hanno ricordato la tragedia insieme ai thailandesi. "A vincere non fu la morte o la devastazione, furono la generosità, il coraggio e l'amore", ha detto. Parole riecheggiate dal presidente thailandese, Thaksin Shinawatra, il quale ha affermato di aver scoperto in questa occasione che "c'è molta bellezza nel cuore dell'umanità

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tesserò i tuoi capelli come trame di un canto,
conosco le leggi del mondo e te ne farò dono...

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ipergiorg

Reg.: 08 Giu 2004
Messaggi: 10143
Da: CARBONERA (TV)
Inviato: 11-01-2006 10:02  
-A sinistra ci hanno inzuppato il biscotto per settimane. C'è da capirli: era la realizzazione dei loro "wet dreams", la prova provata che gli Stati Uniti (specie ora che sono governati da quel nazistone di George W. Bush) sono brutti, sporchi, cattivi e soprattutto razzisti, perché a New Orleans fanno morire i poveri uomini e donne di colore sotto le acque dell'uragano, ritenendo inutile darsi troppo da fare con i soccorsi per salvarli. Su questo sogno degli antiamericani con bava alla bocca incorporata, alimentato dai piagnistei di alcune organizzazioni radicali dei neri americani e dal solito coro di idiotarians d'Oltreoceano, qui in Italia si è esibita una produzione giornalistica imponente. Repubblica per tenere in piedi il teorema ha usato come fonte (scusate se rido) Michael Moore (non a caso vincitore incontrastato dell'Idiotarian Award 2004), che diceva ai lettori del quotidiano fondato da Eugenio Scalfari: «La Casa Bianca li ha abbandonati perché sono neri». Poi pubblicava in prima pagina l'editoriale del bravo liberal di turno che denunciava «la scandalosa negligenza nei riguardi dei neri poveri».
Liberazione, il quotidiano dei rifondaroli, con sprezzo del ridicolo parlava di «una tragedia del neo-liberismo» (come noto gli uragani li ha inventati Adam Smith) e dava la colpa dei morti alla società americana in cui - indovinate - «i ricchi diventano sempre più ricchi e i poveri sempre più poveri e quindi esposti ai disastri», sino a lodare la fantastica qualità di vita della vicina Cuba, peraltro già pubblicizzata a dovere dall'imponente traffico di esuli americani che sfidano il mare aperto per trovare la libertà a casa di Fidel Castro.
Il manifesto intervistava il romanziere Mario Maffi, il quale versava la sua dose di veleno sugli Stati Uniti inventandosi le notizie dal salotto di casa: «Quelli che non sono riusciti a mettersi in salvo, salvo rare eccezioni, hanno tutti la pelle nera. E, se sono bianchi, sono anziani». L'Unità intervistava il bravo giornalista antibushista americano (sai che sforzo trovarne uno) che diceva: «Questo disastro ha colpito soprattutto i neri, i poveri», e ovviamente parlava di «crimini» delle autorità americane. L'elenco potrebbe continuare a lungo.

Ve le siete segnate tutte queste frasi? Le avete lette con attenzione, avete memorizzato le più interessanti? Soprattutto: avete fatto caso che in tutti questi sproloqui non c'è uno straccio di numero, di statistica sul colore della pelle delle vittime dell'uragano? Avete notato che non viene offerta alcuna conferma empirica alla tesi sostenuta da tutti costoro, i quali pretendono semplicemente che la cosa venga accettata come dogma di fede antiamericana?
Bene. Ora andate qui, su Real Clear Politics, che ha appena riportato i dati ufficiali delle vittime causate da Katrina. I corpi recuperati a New Orleans sono 836. Di questi, quelli morti a causa dell'uragano sono 568, e la loro razza è stata identificata. Il 50,9% di questi morti sono neri, il 45,6% sono bianchi. I neri rappresentavano il 67,2% della popolazione di New Orleans, i bianchi il 28%.
Tradotto, vuol dire che, in proporzione, l'uragano ha ucciso assai di più i bianchi che i neri. Molto di più: i neri, che erano oltre due terzi della popolazione, rappresentano - per loro fortuna - solo la metà dei morti. E i bianchi, che erano meno di un terzo degli abitanti della città, sono stati quasi metà delle vittime. L'esatto contrario di quello che hanno voluto farci credere, insomma. Ma nessuno ha interesse a dirlo. Con tanti ringraziamenti alla stampa antiamericana di casa nostra, per il rispetto che continua a mostrare nei confronti della verità.

http://newrassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?articleFormat=tiff&currentArticle=8F08Z&articleCurrentPage=1
http://newrassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=search&currentArticle=8DI7Z
http://www.realclearpolitics.com/Commentary/com-1_8_06_JL.html
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seanma

Reg.: 07 Nov 2001
Messaggi: 8105
Da: jjjjjjjj (MI)
Inviato: 25-01-2006 21:40  
Ferrovie: sciopero differito al 3-4 marzo La Cisl: «Raggiunte intese sulle prime emergenze» agitazione di 24 ore spostata alle 21 del 3 marzo STRUMENTIVERSIONE STAMPABILEI PIU' LETTIINVIA QUESTO ARTICOLO
ROMA - I sindacati dei ferrovieri hanno sospeso lo sciopero di 24 ore in programma a partire dal 26 gennaio alle 21, rinviandolo al 3-4 marzo. Lo rende noto la Fit-Cisl, spiegando che «sono state raggiunte intese sulle prime emergenze» che riguardano le Ferrovie. Lo sciopero si terrà, se nel frattempo non sarà stata raggiunta un'intesa piena dalle 21.00 del 3 marzo alle 21.00 del 4 marzo prossimi.
25 gennaio 2006


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sono un bugiardo e un ipocrita

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gatsby

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Da: Roma (RM)
Inviato: 27-01-2006 21:50  
26 set. 2000 - Per il conferimento di trentaquattro consulenze esterne tra il 1994 ed il 1996, il sindaco di Roma, Francesco Rutelli, e numerosi esponenti della giunta capitolina sono stati condannati dalla Corte dei Conti a risarcire l'erario per una somma complessiva di 3 miliardi di lire. Secondo i magistrati contabili della sezione giurisdizionale della Regione Lazio, gli incarichi ''debbono considerarsi illeciti ed i compensi conseguenti costituiscono ingiusto depauperamento delle finanze del Comune di Roma''. Secondo i magistrati, ''il danno concretamente subito dal Comune di Roma e' grave''. La chiamata in giudizio per Rutelli e la sua giunta trae origine da un esposto-denuncia trasmesso dai consiglieri comunali Teodoro Bontempo e Antonio Alibrandi. (Adnkronos/Ign)


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Qualunque destino, per lungo e complicato che sia, consta in realtà di un solo momento : quello in cui l'uomo sa per sempre chi è

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