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FilmUP Forum Index > Under_Score > Off Topic > Versi in libertà,tutto è permesso!   
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Autore Versi in libertà,tutto è permesso!
mulaky

Reg.: 09 Lug 2002
Messaggi: 32104
Da: Catania (CT)
Inviato: 03-08-2006 00:35  
cmq bisognava inserire pure midknight
_________________
What you fear in the night in the day comes to call anyway

Well darling if the shit came out then, I suppose that the shit went in

(A.D.)

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pkdick

Reg.: 11 Set 2002
Messaggi: 20557
Da: Mercogliano (AV)
Inviato: 03-08-2006 00:44  
eh, credo sia da lui che mi è partito tutto...

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utopia


Reg.: 29 Mag 2004
Messaggi: 14557
Da: Smaramaust (NA)
Inviato: 03-08-2006 09:50  
quote:
In data 2006-08-03 00:23, pkdick scrive:
ispirazione del momento

in the night
at midnight
after a fight
there's a knight
who eats a philadelphia light
under the moonlight
with great delight
of the mighty knight

grazie a tutti



madoooooo!!! mi hai fatta fare un sacco di risate... soprattutto il passaggio gastronomico!
_________________
Tutto dipende da dove vuoi andare... Non importa che strada prendi!

Happiness only real when shared.

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sgamp2003


Reg.: 21 Ago 2004
Messaggi: 11260
Da: Roma (RM)
Inviato: 05-08-2006 13:02  
Un tempo sorrideva silenziosa
una piccola valle dove nessuno più abitava:
la gente era partita per le guerre,
affidando ai miti occhi delle stelle, a notte,
dalle alte torri azzurre, la custodia
di quei fiori, sopra i quali, per tutto il giorno,
pigramente indugiava la rossa luce del sole.
Ora invece al viandante che di lì passasse
si mostrerebbe il tristo stato di quella valle.
Nulla è ora lì che stia senza un moto:
nulla, tranne l'aria che immobile sovrasta
su quella magica solitudine.
Oh, non un soffio più sommuove quelle fronde,
che ora palpitano come gelide onde
d'intorno alle nebbiose, lontane Ebridi!
Oh, non un vento sospinge quelle nuvole,
che con gravezza si spostano nel cielo inquieto,
dal chiaro mattino fino a sera,
sui fitti campi delle viole non colte -
miriadi d'occhi umani d'ogni foggia -
e sui gigli che ondeggiano e gemono
sopra una tomba che non ha nome!
Ondeggiano: dalle cime profumate
rugiade cadono in gocciole immortali.
Gemono: dagli steli delicati
discendono gemme d' eterne lacrime.

La valle dell'inquietitudine
-Edgar Allan Poe

_________________
tesserò i tuoi capelli come trame di un canto,
conosco le leggi del mondo e te ne farò dono...

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Logan71

Reg.: 16 Ott 2005
Messaggi: 3331
Da: TERRACINA (LT)
Inviato: 22-08-2006 23:17  
In Risposta al "LA" lanciato da Sgampina...

Una volta in una tetra mezzanotte, mentre meditavo, debole e stanco,
su un molto bizzarro e curioso volume di un sapere dimenticato -
mentre sonnecchiavo, quasi appisolandomi, giunse là improvvisamente un colpire leggero,
come di qualcuno che gentilmente battesse, battesse alla porta della mia camera -
"E' qualche visitatore" mormorai, "che bussa alla porta della mia camera -

Soltanto questo, e nulla più."


Ah, distintamente ricordo che si era nel fosco Dicembre;
e ogni separato morente tizzone proiettava il suo fantasma sul pavimento.
Febbrilmente desideravo il mattino; - vanamente avevo tentato di trarre
dai miei libri un sollievo al dolore - al dolore per la perduta Leonora -
Per la rara e radiosa fanciulla che gli angeli chiamano Leonora -

Senza nome qui per sempre.


E il sèrico, triste, vago fruscìo di ogni tenda purpurea
mi faceva trasalire - mi riempiva di fantastici terrori, mai provati prima;
così che adesso, per calmare il battito del mio cuore, andavo ripetendo
"E' qualche visitatore che supplica di entrare alla porta della mia camera -
Qualche tardivo visitatore che supplica di entrare alla porta della mia camera; -

Questo è, e nulla più."


Immediatamente la mia anima divenne piu' forte; non esitando più a lungo,
"Signore," dissi "o Signora, veramente imploro il vostro perdono;
ma il fatto è che io sonnecchiavo, e voi veniste così gentilmente a picchiare,
e voi veniste così lievemente a picchiare, a picchiare alla porta della mia camera,
che io ero poco sicuro di avervi udito" a questo punto aprìi interamente la porta;

Tenebre là e nulla più.


Scrutando profondamente in quelle tenebre rimasi a lungo stupito, impaurito,
dubbioso, sognando sogni che mai nessun mortale oso' sognare;
ma il silenzio rimase intatto, e la quiete non diede alcun segno;
e l'unica parola là pronunciata fu la sussurrata parola, «Leonora?»
Questo sussurrai, e l'eco mormoro' dietro la parola, "Leonora!"

Semplicemente questo, e nulla più.


Ritornando nella camera, con tutta la mia anima dentro di me fiammeggiante,
udìi subito un battere un poco più forte di prima.
"Sicuramente," dissi, "sicuramente c'è qualcosa all'infisso della mia finestra ;
Fa che io veda, dunque, cosa c'è là, ed esplori questo mistero -
Fa che il mio cuore si calmi un momento ed esplori questo mistero; -

Questo è il vento e nulla più."


Spalancai l'imposta, quando, con molta civetteria e un battito d'ali,
avanzò colà un maestoso Corvo dei santi giorni d'altri tempi;
non fece la minima riverenza; non un minuto si fermo' o rimase;
ma, con aria di dama o gentiluomo, si appollaiò sopra la porta della mia camera -
Si appollaio' su un busto di Pallade appena sopra la porta della mia camera -

Appollaiato, e seduto, e nulla più.


Poi inducendo quest'uccello d'ebano la mia triste immaginazione a sorridere,
con il grave e severo decoro che si dava,
"Sebbene la tua cresta sia tagliata e rasa" dissi "tu non sei certo un vile,
orrido, torvo e antico Corvo errante dalla riva Notturna.
Dimmi qual'è il tuo nobile nome sulla Plutonica riva della Notte! "

Disse il Corvo "Mai più".


Molto mi meravigliai nell'udire parlare così chiaramente questo sgraziato volatile,
sebbene la sua risposta poco significasse - poca pertinenza avesse;
perchè non possiamo non esser d'accordo che nessuna vivente umana creatura
giammai fu beata dalla visione di un uccello sulla porta della sua camera -
Uccello o bestia su un un busto scolpito sulla porta della sua camera,

con un nome tale come "Mai più".


Ma il Corvo, sedendo solitario sul placido busto, profferì soltanto quell'unica parola,
come se la sua anima in quell'unica parola fosse effusa.
Niente di piu' egli poi pronunciò - nessuna penna egli agitò -
finchè io appena di più mormorai "Altri amici sono già prima volati via,
All' indomani egli mi lascerà, come le mie Speranze, che sono già prima volate via".

Allora l'uccello disse "Mai più".


Stupito dalla calma rotta da una risposta così giustamente pronunciata,
"Senza dubbio," dissi "ciò che pronuncia è soltanto il suo sapere e la sua ricchezza,
presi da qualche infelice padrone che uno spietato Disastro
seguì veloce e seguì piu' veloce finchè le sue canzoni non ebbero che un solo fardello -
finchè i lamenti della sua Speranza non ebbero che quel malinconico fardello

di 'Mai - mai più' ".


Malgrado il Corvo inducesse ancora la mia triste immaginazione al sorriso,
sospinsi una poltrona di fronte all'uccello, al busto e alla porta;
quindi, affondando nel velluto, mi misi a collegare immaginazione a immaginazione,
pensando cosa questo sinistro uccello d'altri tempi -
cosa questo torvo sgraziato orrido scarno e sinistro uccello d'altri tempi

intendeva significare gracchiando "Mai più".


Così sedevo preso dall'indovinare, ma non esprimendo alcuna sillaba al volatile
i cui occhi infuocati ardevano ora nell'intimo del mio petto;
sedevo divinando questo e piu', con la testa in tranquillità reclinata
sulla fodera di velluto del cuscino che la luce della lampada trastullava con piacere
Ma la cui fodera di velluto viola alla luce della lampada che trastullava con piacere,

Ella non premerà, ah, mai più!


Poi, parve, che l'aria si facesse più densa, profumata da un invisibile incensiere,
fatto oscillare da serafini, i cui passi risuonavano sul pavimento moquettato.
"Disgraziato," gridai, " il tuo Dio ti ha prestato - per mezzo di questi angeli ti ha inviato
il sollievo - il sollievo e il nepenthe per le tue memorie di Leonora;
Tracanna, oh, tracanna questo piacevole nepenthe, e dimentica questa perduta Leonora!"

Disse il Corvo, "Mai più".


"Profeta!" dissi "cosa del male! - profeta nonostante cio', se uccello o demonio! -
Sia che dal Tentatore inviato, sia che la tempesta ti abbia gettato qui a riva,
desolato ma interamente indomito, su questa deserta terra incantata -
su questa casa predata dall'Orrore - dimmi davvero, ti imploro -
C'è - c'è un balsamo in Gilead? - dimmi - dimmi, ti imploro!"

Disse il Corvo, "Mai più".


"Profeta!" dissi, "cosa del male! - profeta nonostante cio', se uccello o demonio!
Per quel Cielo che si curva su di noi - per quel Dio che entrambi adoriamo -
dì a quest'anima carica di dolore se, nel lontano Eden,
essa abbraccerà una santa fanciulla, che gli angeli chiamano Leonora -
Abbraccerà una rara e radiosa fanciulla che gli angeli chiamano Leonora. "

Disse il Corvo, "Mai più".


"Sia questa parola il nostro segno d'addio, uccello o demonio! " urlai, alzandomi.
"Ritorna nella tempesta e sulla Plutonica riva della Notte!
Non lasciare nessuna piuma nera come una traccia di quella menzogna che la tua anima ha pronunciato!
Lascia inviolata la mia solitudine! - libera il busto sopra la mia porta!
Togli il tuo becco dal mio cuore, e porta via la tua figura dalla mia porta!"

Disse il Corvo, "Mai più".


E il Corvo, mai scappando via, ancora è posato, ancora è posato
sul pallido busto di Pallade, appena sopra la porta della mia camera;
E i suoi occhi posseggono tutta l'apparenza di quelli di un demonio che sta sognando,
e la luce della lampada scorrendo su di lui proietta la sua ombra sul pavimento;
e la mia anima fuori di quell'ombra che giace ondeggiando sul pavimento

non si solleverà - mai più!



...Grande...



_________________
Sono il migliore in quello che faccio...ma quello che faccio a volte non è sempre piacevole...Snikt!
Né l’Uomo Ragno né Rocky, né Rambo ne affini farebbero ciò che faccio per i miei bambini, SONO UN EROE!
Io li odio i Nazisti dell'Illinois!

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Leon308

Reg.: 22 Feb 2006
Messaggi: 5416
Da: Napoli (NA)
Inviato: 29-08-2006 15:27  
Quell'ore che soavi modellarono
la cara forma ove ogni sguardo indugia
le faranno fra poco da tiranne,
sfigureranno la regal figura.

Il tempo non s'arresta e nell'inverno
crudo spinge l'estate e la confonde:
gelo la linfa, le foglie lucenti
distrutte, e la bellezza è neve e vuoto.

Non ci restasse, goccia a goccia, il succo
d'estate prigioniero in un cristallo
ci priverebbe la bellezza in tutto,
anche il ricordo sarebbe negato.

Ma distillato fiore al verno
cede
il viso, dolce vive nell'essenza.


W.S.

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Bash84

Reg.: 28 Dic 2005
Messaggi: 446
Da: Ascoli Piceno (AP)
Inviato: 29-08-2006 15:36  
Noi siamo in quattro
vecchi, sì, tutt'e quattro
io, la sorella, la Tonina e il gatto.
Primo a morire, stamattina, è lui.
piccolissimo "fatto
del giorno": non l'umano, ma il felino.
Anche questo è destino:
è passata la morte e ha scelto il gatto.

Marino Moretti
_________________
Cosa puoi perdonare ad un essere perfetto?

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angelonero

Reg.: 13 Mar 2006
Messaggi: 969
Da: rieti (RI)
Inviato: 29-08-2006 17:48  
venne quello che amavo,
quello che invocavo,
per scavarmi nel petto,
senza farmi male,
di luce dolce una riva
e render navigabile la mia anima.
_________________
Vivo, inaspettatamente, tuo prigioniero e prigione.

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Leon308

Reg.: 22 Feb 2006
Messaggi: 5416
Da: Napoli (NA)
Inviato: 01-09-2006 13:33  
Da quando ti lasciai l'occhio ho nell'anima,
e quel che nel cammino mi governa
si parte dai suoi atti e cieco è in parte
e manca in fatto, pur se veder sembra;

ché forme al cuore non rimanda: uccello
fiore figura che fugace allacci,
nulla di questi all'anima discende
né ferma la visione quel che abbranca;

ma rozze scorga o delicate immagini
l'essere più ammaliante o il più deforme
la notte o il giorno, il mare o la montagna
corvo o colomba, al tuo aspetto li forma.

D'altro incapace, colma sol di te,
falso mi fa l'anima mia più vera.

W.S.

[ Questo messaggio è stato modificato da: Leon308 il 01-09-2006 alle 13:34 ]

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Leon308

Reg.: 22 Feb 2006
Messaggi: 5416
Da: Napoli (NA)
Inviato: 06-09-2006 09:50  
Accusami, sì, sono stato avaro
non ripagando i tuoi meriti immensi,
non invocando più l'amor tuo caro
che m'allaccia dì in dì e mi tiene.

Sconosciuti cervelli ho frequentato
sprecando i tuoi sì costosi diritti,
le vele ad ogni vento ho gonfiato
che mi spingesse fuor della tua vista.

Registra pure i miei errori, voluti
e no, i sospetti addiziona alle prove,
prendimi nella mira del tuo cruccio
ma non colpirmi allo svegliar dell'odio.

Dice la mia difesa: provar volli
la fedeltà, la forza del tuo amore.


W.S.
_________________
Quando su un solo fatto tutti la pensano allo stesso modo, vuol dire che nessuno pensa molto (Walt Withman)

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mulaky

Reg.: 09 Lug 2002
Messaggi: 32104
Da: Catania (CT)
Inviato: 06-09-2006 10:06  
riconosco un sonetto 117 ma la traduzione che hai postato non mi piace. ricordami, questo pomeriggio, di scrivere quella che ho io in un libro mooolto vecchio
_________________
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(A.D.)

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Leon308

Reg.: 22 Feb 2006
Messaggi: 5416
Da: Napoli (NA)
Inviato: 06-09-2006 11:34  
quote:
In data 2006-09-06 10:06, mulaky scrive:
riconosco un sonetto 117 ma la traduzione che hai postato non mi piace. ricordami, questo pomeriggio, di scrivere quella che ho io in un libro mooolto vecchio


e ti pareva che non arrivava la maestrina...
cmq hai ragione, la traduzione non piace neanche a me, tant'è che è quella di un'edizione economica...
quella buona sta sul testo di mia madre che non so dove sia...
_________________
Quando su un solo fatto tutti la pensano allo stesso modo, vuol dire che nessuno pensa molto (Walt Withman)

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mulaky

Reg.: 09 Lug 2002
Messaggi: 32104
Da: Catania (CT)
Inviato: 06-09-2006 19:00  
quote:
In data 2006-09-06 09:50, Leon308 scrive:
Accusami, sì, sono stato avaro
non ripagando i tuoi meriti immensi,
non invocando più l'amor tuo caro
che m'allaccia dì in dì e mi tiene.

Sconosciuti cervelli ho frequentato
sprecando i tuoi sì costosi diritti,
le vele ad ogni vento ho gonfiato
che mi spingesse fuor della tua vista.

Registra pure i miei errori, voluti
e no, i sospetti addiziona alle prove,
prendimi nella mira del tuo cruccio
ma non colpirmi allo svegliar dell'odio.

Dice la mia difesa: provar volli
la fedeltà, la forza del tuo amore.



Così mi accuserai, che tutto ho lesinato
Di che i tuoi grandi meriti ripagare dovevo,
L'amore tuo prezioso di visitare ho obliato,
Cui giorno per giorno ogni impegno mi lega,
Che gente senza nome ho frequentato,
E sprecato diritti tanto cari pagati,
Che alzato ho vela a tutti quanti i venti
Più lontano da te fatti per trascinarmi.
Caparbietà ed errori nel tuo libro registra,
E a vere prove aggiungi congetture,
Esponimi alla mira del tuo occhio aggrondato,
Ma non far fuoco, nel proromper del tuo odio:
Ché sostiene il mio appello, ch'io volli far prova
Della costanza e forza del tuo amore.


ovvio che questa versione del 1965 ad opera di Alberto Rossi è migliore.

_________________
L'uomo è il peggior nemico di sè stesso

[ Questo messaggio è stato modificato da: mulaky il 06-09-2006 alle 19:01 ]

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Leon308

Reg.: 22 Feb 2006
Messaggi: 5416
Da: Napoli (NA)
Inviato: 06-09-2006 19:03  
bravissima!
_________________
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superman18

Reg.: 26 Dic 2005
Messaggi: 3231
Da: trevignano (TV)
Inviato: 06-09-2006 21:50  
Ho camminato da solo nel grande bosco dei girasoli di pietra e,
in una bolla di luce di luna smarrita, stanotte ho risvegliato te.
Cadono in autunno i girasoli del mio giardino
e una primavera stanca genera nuove pietre soltanto.
Ma oggi, amore mio, ho imparato da te il suono vibrante della mia voce,
ho nella pelle, amore mio, il brivido meraviglioso della mia prima idea.


_________________
Quando i giorni sono musica
fermiamoci a sentire.
Se sono muri salta di là
se sono amori abbracciali.
È un ballo che continua
in mille passi brevi.

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